Duello sulla Sierra Madre - Film (1953)

Noir, avventura e passione nel tipico stile secco, essenziale ed immediato della RKO. Resta memorabile in prima istanza per la lunga, vertiginosa sequenza finale sulla funivia sospesa pericolosamente nel vuoto: anzi, da sé vale tutto il film. I granitici Mitchum e Palance si dividono il ruolo di duri, mentre i vari caratteristi (Seymour e Giglio in testa) svolgono un indispensabile lavoro di contorno.

Fuga dal passato per lei, nuovo inizio per lui, seconda chance per entrambi. Noir coloratissimo, almeno in apparenza. Ma la storia prende subito una piega più convenzionale, da tipico cinema d'avventura esotica con tanto di finale spettacolare (almeno in premessa) tra i picchi delle sierras messicane. Gli effetti visivi sono molto ingenui e datati, effetto forse acuito dal fatto che il film fu girato per essere proiettato in 3D. Prodotto abbastanza tipico dell RKO, sempre attenta a sfruttare i trend commerciali in voga. Cast un po' sprecato.

Noir curiosamente realizzato in 3D propone una vicenda abbastanza convenzionale di riscatto e redenzione. Interessante l'ambientazione e riuscita la sequenza dell'inseguimento su una funivia sospesa nel vuoto. Un po' sottotono il cast. Si può vedere.

L'ex donna di gangster fuggita in Messico viene raggiunta da un sicario che ha l'ordine di ucciderla, ma è innamorato cotto di lei. Per farsi proteggere, la bella fa gli occhi dolci ad un pugile americano di passaggio... Nonostante il cast prestigioso, un noir di ambientazione esotica piuttosto fiacco e convenzionale, che molto punta sulle presunta spettacolarità delle sequenze con la funicolare in bilico sul vuoto, compromesse però dalla modestia di sceneggiatura ed effetti speciali. L'unica cosa rimarchevole della pellicola restano pertanto certi sguardi spiritati di Palance pazzo da legare.

Noir di ordinaria amministrazione, con classico colpo di fulmine funestato da un terzo incomodo malvagio e spietato. Nella prima parte il film risulta un po' lento per poi ingranare finalmente con la lunga sequenza sulla funivia, spettacolare ancora oggi. Mitchum e la Darnell offrono una buona prova, più sottotono Palance imbrigliato in un personaggio decisamente banale. Comunque si arriva alla fine senza colpo ferire, complice anche una durata più che breve. Non male.

Non particolarmente interessante questo noir diretto da Maté. La trama, molto semplice, viene sviluppata in modo assai banale e non ci sono momenti di grande interesse, almeno fino alla parte finale ambientata sulla funivia. Qui, inaspettatamente, la pellicola vira quasi verso il genere "catastrofico" e acquista un minimo d'interesse e di tensione. Anche le prove interpretative di Mitchum e di Palance non rimangono certo impresse nella memoria.