Un ex bandito è costretto a seguire un gruppo di criminali e coinvolto in una rapina in banca. Titolo italiano stravolto (così da richiamare il celebre Là dove scende il fiume dello stesso regista), per un western di stampo tradizionale, piuttosto piacevole caratterizzato da una suggestiva fotografia che sfrutta bene i paesaggi e da una buona interpretazione di un Gary Cooper, non più giovane ma ancora credibile.
Un ex bandito è costretto a riunirsi alla sua banda per partecipare a una rapina, che è in realtà un redde rationem familiare e un momento di verifica dell'autenticità del suo cambiamento. Mann prende una storia non molto originale e la riempie di significato, inquadrature costruite alla perfezione per ricordarci i termini del dilemma: fedeltà ai vecchi compari e ai vincoli di sangue, o alla vita diversa che il protagonista ha scelto per sé. Tema caro al regista, che Cooper incarna con la sua inconfondibile faccia dura e onesta.
Ottimo film western di Mann, uno dei tanti, che dopo i primi minuti "rilassati", prende un ritmo che si fa sempre più teso e sostenuto col passare del tempo per mantenersi alto lungo tutta la durata della pellicola che risulta così estremamente coinvolgente. Qualche ingenuità ma in ogni caso molto valida la sceneggiatura. Magistrale l'uso degli spazi, esaltato dal cinemascope, e la disposizione dei personaggi sullo schermo che non è mai casuale. Splendide prove di Cooper e Cobb.
Gary Cooper e Lee J. Cobb, che imperversa con la voce di Giorgio Capecchi, a cui va metà del merito per l'incisività del personaggio, sostengono un film che si affida molto su una psicologia dei personaggi a mio avviso molto discutibile. Le scene d'azione sembrano inserite in modo forzato, per dare comunque al lavoro tutti gli attributi che ci si aspetta da un western. Personaggio interessante e ben caratterizzato, è Julie London, cantante da saloon e anche vera cantante, ma che qui non canta, che trova l'amore in un Cooper redento ma impegnato
Per la presenza dell’ex bandito alla difficile conquista della redenzione vorrebbe essere un Là dove scende il fiume parte seconda; e invece crolla per una sceneggiatura smidollata, che risucchia nello stereotipo il grande potenziale psicologico offerto dai personaggi (specie Cobb), concludendosi in un epilogo brusco ed insipido. La lunga zuffa tra Cooper – rughe sul volto, modi da duro vanificati dai suoi lenti riflessi e dai pugni deboli – e il giovane fuorilegge è così ingenua e carica di forzature da gareggiare con i peggiori western italiani: e le probabilità di vittoria sono ottime.
MEMORABILE: Cobb che rammenta a Cooper i crimini da loro un tempo commessi.
Un ex bandito redento si trova impelagato con la sua vecchia banda, capitanata dallo zio patriarca spietato, e deve fingere di voler partecipare alla rapina in banca che questi sta organizzando... Western diretto da uno dei maestri del genere, con una accentuazione dell'analisi psicologica rispetto all'azione, ed è un bene perché Cooper, già anziano (qui ha 57 anni, 10 in più dello "zio" Cobb), risulta poco credibile negli scontri fisici, mentre lo è come uomo tormentato che si ritrova a fare i conti con il passato. Non un capolavoro, ma buono.
Anthony Mann è un esperto del genere e anche se questo non raggiunge le vette di altri suoi film, è ugualmente un western di tutto rispetto, nel quale l’aspetto virile tipico del genere è mitigato dalla sensibilità e dai tratti umoristici. Un maturo e ottimo Gary Cooper è supportato da un personaggio femminile di rilievo (la fascinosa cantante Julie London) che dà alla storia un tocco di gradevole sensualità. L’azione ha pochi momenti di vivacità ma la tensione è ottimamente sviluppata.
Un uomo, con un passato da fuorilegge, è ora dèdito alla legalità. Quando però è costretto a rinvangare il passato, per sfangarla dovrà trovare la spietatezza dei giorni passati. Capolavoro assoluto del western a stelle e strisce che, dopo una prima parte tutto sommato introspettiva e lenta, diventa progressivamente incalzante, finendo per tenere sulla corda lo spettatore, ansioso di conoscerne l’epilogo (comunque scontato). Nel cast svettano il solito Cooper ma soprattutto Cobb, eccellente come burbero villain. Imprescindibile.
Ex fuorilegge ormai redento si ritrova coinvolto nell'assalto a un treno da parte dei suoi vecchi complici e sarà chiamato a compiere scelte non facili. Un western piuttosto tradizionale, fotografato e diretto molto bene (Mann era uno specialista del genere), ma più incentrato sulle psicologie dei personaggi che sull'azione. Cooper perfetto nei panni dell'uomo costretto a fare i conti con un passato ingombrante, Cobb sempre il solito professionista, bella sorpresa la London che incarna un personaggio femminile meno melenso del previsto.
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HomevideoBuiomega71 • 29/01/17 16:17 Pianificazione e progetti - 24781 interventi
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