Dov'è la casa del mio amico - Film (1987)

Straordinario tuffo nel quotidiano di un Iran che cerca faticosamente e a piccoli passi di risalire una china ripidissima. Kiarostami filma ad altezza bambino descrivendoci con obiettività e senza tralasciare l’afflato realista/intimista il tortuoso percorso di un’infanzia quasi abbandonata a se stessa, che, controcorrente e addentro il proprio microcosmo, le piccole sensazioni, sorpassa il conforme “potere” altrui (i genitori, gli anziani votati a rigidissimi quanto inutili retaggi) immolandosi in un commovente gesto d’istintiva fratellanza.

Sarebbe piaciuto a Rossellini, questo film iraniano che presenta tratti "neorealisti". Le strade che il bambino deve percorrere sono quelle, allo stesso tempo concrete e metaforiche, di un'infanzia difficile resa ancor più tale da un paese dalla mentalità egoista e pervicacemente attaccato al suo passato ed alle sue tradizioni. E così non può non colpire e commuovere un gesto di umana fratellanza, altrove ordinario e quotidiano, ma che qui si connota di straordinario nella sua normalità. Molto bello.

È davvero struggente il vagare del bambino per restituire al compagno il quaderno senza il quale quest’ultimo rischia la sospensione da scuola. Ma soprattutto è straziante la divaricazione tra l’adesione totale dell’infanzia al senso di giustizia e amicizia e, dall’altra parte, un mondo adulto completamente disinteressato, autoreferenziale, incapace di ascolto e partecipazione. Un viaggio tra le povere case di un villaggio che è semmai un viaggio di consapevolezza del senso di solidarietà. Film povero e scarno ma potentissimo e poetico.