Pellicole su persone alcolizzate che tentano nonostante le avversità di rifarsi una vita ne abbiam viste a dozzine, ma questa è una delle migliori. La regia di Van Sant è elegante, sinuosa, sebbene i molti andirivieni temporali tendano a spezzare un po’ troppo la fluidità del racconto. Il cast è ottimo, con in primis un eccellente Phoenix nel difficile ruolo di paraplegico con il vizio dell’alcol, una radiosa Rooney Mara e un simpatico Jonah Hill. Film dolente ma anche divertente, da consigliare assolutamente. Simpatiche le vignette animate.
Bellissimo, anche se non sempre coinvolgente. Assolutamente da vedere e bravissimi tutti gli attori. La storia non è aristotelicamente lineare e per tale motivo il montaggio la fa sempre da padrone. Ottima prova attoriale di Joaquin Phoenix (anch'egli nella realtà con più di un problema legato all'alcool) e un contorno di attori più o meno famosi ma di assoluto prim'ordine.
Storia e temi sono già visti, d'accordo. Ma già il montaggio, ricco di andirivieni temporali che potrebbero non piacere allo spettatore più tradizionalista, lo diversifica da altri film di questo genere. Ed il "messaggio" di fondo sa essere propositivo, paideutico (non ci sono scuse: bisogna assumersi le proprie responsabilità) ed ottimista senza però essere scontato e soprattutto mai stucchevole e buonista. Buone regia e sceneggiatura (firmata dallo stesso Van Sant). Molto bravo Phoenix, splendida e solare Rooney Mara.
Si sorride con questo Phoenix in formato ubriacone e poi vignettista, ma il film ha un che di dilungato e confuso. Non risparmia dettagli, ma contiene momenti di stanca e gioca un po' tanto con i piani temporali (d'accordo, non è l'ultimo episodio della seconda stagione di Westworld, però...). A Rooney Mara e Jack Black viene lasciato proprio poco spazio.
Film che si nutre di toni da politically uncorrect e dimostra una sua personalità ma che nella parte centrale tende a vagare senza meta e diventare ripetitivo, insistendo molto su un Phoenix che si getta anima e corpo nel suo ruolo ma sprecando anche altri componenti del cast tipo Black e Kier. Da elogiare comunque il fatto che, a dispetto del tema trattato, non si abusi di passaggi ricattatori.
Il percorso umano e professionale di un personaggio controcorrente. Da derelitto paraplegico e alcolista, a uomo che prende in mano il proprio destino. Una storia per molti versi già vista, raccontata da un regista che riesce a renderla appassionante utilizzando un racconto frammentario ma mai monotono, grazie ad un montaggio efficace e a divertenti inserti grafici. Grande prova di Joaquin Phoenix che mette letteralmente in ombra gli altri attori. Buono il doppiaggio italiano.
A tratti genuinamente emozionante e, pur non brillando certo per ritmo, piuttosto scorrevole. Gus Van Sant, specializzato in storie vere (Milk, Last days) stavolta sceglie di raccontare il vignettista John Callahan, alcolista e paraplegico in seguito a un incidente, che il regista però decide di non mostrare. Alla guida dell'auto c'è Jack Black e anche lui si vede poco, ma del resto non è quello il focus del film quanto il percorso di riabilitazione del protagonista, in cui è centrale il personaggio di Jonah Hill (lo "sponsor"). Imperfetto.
La vera storia del vignettista John Callahan, alcolista diventato paraplegico a causa di un incidente stardale, che Gus Van Sant racconta in modo duro e mai banale. Il tema di fondo è il percorso individuale verso la salvezza da fare attraverso il superamento delle proprie dipendenze e l'assunzione delle proprie responsabilità. Phoenix come sempre intenso e convincente.
Meraviglia, a più di 30 anni da Mala noche, la "freschezza" del cinema di Van Sant, la (non) consumata abilità a costruire un film denso che fa del corpo, declinato qui nella sua "diversità" più immediata ma sempre immanente, il veicolo per emozionare senza staccare il cervello. Così la messa in scena (compresa la straordinaria misura della recitazione) diventa strumento per una pacificazione con se stessi che pur "rischiosa" non suona mai fasulla grazie alla dinamicità del suo divenire sullo schermo. Phoenix bravissimo, ma il guru gay di Hill è strepitoso. Magica Rooney Mara.
MEMORABILE: Le sedute a casa di Donnie; Reba; I metodi per raggiungere l'erezione.
Film che si basa essenzialmente sulla straordinaria interpretazione di Joaquin Phoenix, oggi uno dei migliori attori in circolazione. Si tratta della storia vera di un vignettista costretto su una sedia a rotelle che cerca di eliminare l'alcool dalla propria vita. Il racconto è coerente e coinvolgente, la regia intima e il montaggio estremamente interessante. Il film non lesina alcune cadute nel patetico e alcuni momenti morti, ma la grande prova del protagonista fa dimenticare in parte i difetti di una pellicola ricca di bei momenti di gran lirismo. Da vedere.
La storia del vignettista Callahan viene raccontata dando ampio spazio alla dipendenza dall'alcol prima e dalla disintossicazione poi. Ci si aspettava un tocco autoriale in più da Van Sant e di veder sfruttato meglio parte del cast (soprattutto Kier). Alla lunga il raggiungimento degli obiettivi dei dodici passi diviene poco incisivo e manca di una vera e propria liberazione. Phoenix si fa preferire nei momenti più leggeri; nota per il ruolo da capopopolo di Hill e anche per la Ditto.
MEMORABILE: Hill che balla in salotto; Le vignette animate; L'avance all'infermiera.
Non propriamente un biopic, ma la ricostruzione delle varie fasi attraversate dal fumettista Callahan per uscire dalla dipendenza alcolica e superare le tragiche conseguenze di un incidente che lo ha reso infermo su una carrozzina. Van Sant torna a uno stile più ordinato e sobrio, senza eccedere nel realismo di una condizione tanto problematica, sfruttando la sapiente alternanza di piani temporali, una giusta dose di ironia e un senso di vitalità nonostante tutto. Qualche lungaggine moralistica e un eccesso di sedute di autoanalisi nel percorso in dodici tappe verso la "redenzione".
MEMORABILE: La bella prova di Jonah Hill; La dolcezza di Mara; John si riscopre divertente vignettista; Gli inserti animati; Il finale tra gli skaters.
A leggere la trama, potrebbe sembrare la storia troppo edificante di un paraplegico alcolizzato che diventa un autore di vignette satiriche di successo, ma si tratta di un biopic dedicato al fumettista statunitense John Callahan che ne ricostruisce la vicenda umana e artistica con una certa fedeltà. Al di là di questo, a rendere interessante il film provvedono la regia scattante di Gus Van Sant e l'interpretazione di Phoenix in un personaggio caratterizzato da sbalzi di umore che gli consentono di dare libero sfogo alla sua gamma espressiva. Buone anche le prove di Mara e Black.
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DiscussioneRaremirko • 3/11/20 22:49 Call center Davinotti - 3863 interventi
Molto bene il cast (Phoenix sempre ottimo) in un film che presenta la vera vita di tale Callahan, persona affetta da handicap che poi avrà successo come autore satirico. Non particolarmente originale, non particolarmente fuori dai canoni, vale per gli attori (e Van Sant ha fatto di meglio). E' comunque, a modo suo, un inno alla vita.