Dolci vizi al foro - Film (1966)

Da un musical di successo, molto liberamente ispirato a Plauto, le avventure dello schiavo Pseudolo che, in cambio della libertà, aiuta il padroncino ad impalmare una vergine promessa sposa al Miles gloriosus. Molti equivoci, travestimenti e scambi di persona per una farsa scatenata, più bizzarra che divertente, che vede coinvolto anche l'anziano Buster Keaton. La parte più riuscita è quella finale, con un inseguimento fra bighe dal ritmo accelerato e ricco di gags come una comica di film muto. Nonostante l'Oscar, modesta la parte musicale.

Esilarante precursore di tanto cinema demenziale di due decenni dopo, Dolci vizi al foro è una scatenata e vivissima commedia degli equivoci ricca di momenti spassosi, con un Zero Mostel a briglia sciolta e un indovinatissimo gruppo di caratteristi (in particolare Silvers e Gilford). Film ancor oggi fresco e divertente.

In origine un musical teatrale a cui furono tarpate le ali per puntare sulla farsa e infoltendo la storia di continue gag. Il film finisce così per diventare parodia dei kolossal in costume tipici di quegli anni; operazione di corto respiro poiché passata la moda si rimuove anche il corollario dei prodotti “dedicati”. Il film trasmette una sana e divertita follia e si sorride volentieri alla prima visione. Un po’ meno già dalla seconda.

Pseudolo non è l'ottavo nano, ma lo schiavo protagonista di questa scatenata parodia della commedia di Plauto, si potrebbe dire un antesignano di Arlecchino nelle commedie goldoniane. Zero Mostel capitana un cast ricco di caratteristi in una Roma imperiale ricostruita senza troppo impegno, in linea però con le caratteristiche del musical teatrale da cui il film prende le mosse. Il ritmo è sostenuto ma non si ride a crepapelle, le parentesi musicali, piuttosto anonime, non incidono favorevolmente e il film si riscatta in parte nel finale.

Ovvero l'antica Roma come era visto dalle colonne delle Swinging London con l'aggiunta del vecchio ma iconico Buster Keaton. Richard Lester prende un musical teatrale e lo adatta per il cinema a modo suo, inventandosi gag surreali e soprattutto imprimendo a tutta la vicenda un ritmo travolgente. Oggi è un po' invecchiato, ma lo si rivede sempre con un certo piacere.