LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Nella Cina del 700 d.C. un complesso intreccio "giallo" non sempre facile da seguire nelle sue tante sfumature e divagazioni ma indubbiamente di grande fascino per la quantità di diverse componenti che ne animano la storia. Siamo alla vigilia dell'incoronazione della prima (e unica) imperatrice donna, osteggiata da molti e costantemente a rischio considerate le frange oltranziste che nemmeno troppo sotterraneamente vorrebbero impedire salisse al trono. Così, mentre di fronte al palazzo imperiale si sta costruendo una statua del Budda alta oltre 200 metri, il viceministro dei lavori pubblici d'improvviso prende fuoco incenerendosi all'istante. E’ la "fiamma fantasma" del titolo su cui il detective...Leggi tutto Di Renjie (Andy Lau) dovrà indagare. Perché il fenomeno si ripete ed altre vittime bruceranno al sole d'improvviso. Affiancato dal braccio destro dell'imperatrice, una splendida ragazza (Li Bing Bong) che usa agilmente la frusta, Dee si addentra nel mistero mentre il regista Tsui Hark mescola grandiose scene di massa ad effetti digitali discutibili (i cervi, le trasfigurazioni...), stupendo quando si tratta d'inventare scenografie naturali di forte impatto (il bazar fantasma) ma balbettando un po' in fase di coinvolgimento. Non sempre infatti la sceneggiatura pare all'altezza di un soggetto piuttosto ben congegnato e ricco di sfaccettature, e nonostante la qualità delle riprese di Hark sia evidente non vi si riconoscono quello sfarzo e quell'eleganza ravvisata in altri lavori del regista (qui pure produttore). Anche nei combattimenti coreografati da Sammo Hung manca quel quid che li possa far emergere tra i mille già visti in film analoghi. Si è voluto puntare molto sull'intreccio, sullo svolgimento dello stesso e lo si è fatto con attenzione, senza tradire la sostanziale originalità dell'approccio orientale al genere che mescola indizi "normali" ad altri più "soprannaturali", misticismo e classicità. La sagoma imponente della colossale statua si allunga spesso nelle inquadrature trovando nello spettacolare finale (orchestrato al meglio da un regista che sa bene come gestire lo show) il suo vero motivo d'esistere. Se si riuscirà ad entrare nello spirito dell'avventura sorvolando su qualche stacco melodrammatico di troppo si potrà infine godere di un film a suo modo singolare per l'innesto della componente gialla in un canovaccio tipicamente da cappa & spada. Gran sfoggio di tecnica (ma non è certo una novità per Hark) ed esemplare fluidità nei movimenti della mdp: qualitativamente l'opera non si discute, è semmai la non eccessiva fruibilità per il pubblico occidentale a poter lasciare perplesso qualcuno.
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Chiudi TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/08/11 DAL BENEMERITO GALBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 1/09/11
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- Davvero notevole!:
Cotola, Jena - Quello che si dice un buon film:
Marcel MJ Davinotti jr., Galbo, Daniela, Puppigallo, Rambo90 - Non male, dopotutto:
Cloack 77 - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Schramm
Divertentissimo film che mescola azione-arti marziali con il thriller. Il mix risulta
riuscito e la storia è curata, ben scritta e ricca di colpi di scena, riuscendo a coinvolgere ed intrigare lo spettatore. Ottima la regia di Hark che non è l'ultimo
arrivato e si vede. Effetti digitali a parte (bruttini e discutibili), il film è una goia per gli occhi. In definitiva una particolare ma godibilissima detection story in
salsa orientale. Chi ama il genere non lo perda; gli altri sono avvisati.
Alla vigilia dell'incoronazione dell'imperatrice Wu, due alti dignitari di corte vengono uccisi. Viene chiamato ad indagare il detective Dee. Torna il regista Tsui Hark, definito lo Spielberg orientale e dirige una storia a metà tra i crime movie alla Sherlock Holmes e il dinamismo de La tigre e il dragone. Il risultato è gradevole: sia pure con qualche confusione della sceneggiatura, la pellicola è divertente (con molta azione e grande senso del ritmo) e curata sul versante dell'ambientazione e degli effetti speciali.
Dee salvi la regina. Cosa c'è alla fine dell'Harkobaleno? Una pentola tracimante della più irritante maniera, scannerizzata dal lezioso e dallo stucchevole, che ribadisce che il cinema di Hark non gioca più col fuoco danzando su un filo di lama e non è più tsuinamico. La sontuosità è subalterna a una pessima CG, i combattimenti sono ormai composti, la fantasia è lontana dalla totale mancanza di scupoli e di limiti cui il nostro ci aveva abituati. A ciò si aggiunga un canovaccio che non brilla proprio per chiarezza, cosa imperdonabile ai fini di una detection, e il deesastro è servito.
Alla vigilia dell'incoronazione della prima imperatrice della Cina si verificano una serie di morti per apparente autocombustione. Soprannaturale o complotto? Per indagare sul mistero viene tirato fuori dal carcere un oppositore del regime... che sarebbe poi Andy Lau, uomo interessante anche in versione abate Faria, figurarsi quando si fa barba e capelli. Piacevole incrocio fra il cappa e spada orientale e l'indagine deduttiva classica, con qualche oscurità di troppo nell'intreccio, alcune belle scene ed un paio di ambientazioni da ricordare (l'interno della statua, il bazar fantasma).
MEMORABILE: L'interno della statua del gigantesco Buddha - le acconciature elaboratissime della futura imperatrice (come portarsi un lampadario sulla testa)
La fantasia si mostra nell'idea delle trasfigurazioni, la certezza di vivere in una fiaba si nasconde nelle "pagine" dei combattimenti, mai inutili o invasivi. Quando la fiaba termina però ci si scontra con la realtà e la realtà racconta un film che per creare atmosfera avrebbe bisogno di un minimo di effetti almeno credibi. La realtà racconta inoltre che il finale di sceneggiatura è aberrante: il crollo del potere è evitato e nonostante i crimini commessi è giusto che si prosegua in "quella" direzione, perché l'unica possibile.
Tsui Hark è spettacolarità pura, come ben sanno i suoi fan, con un gusto del divertimento barocco di cui in Occidente (in Europa poi...) si stanno perdendo le tracce. La trama conta fino a un certo punto (le deduzioni di questo Sherlock Holmes cinese mi sembrano un po tirate via) e l'ideologia filogovernativa lascia indifferenti, ma la coinvolgente bellezza di molte sequenze lascia senza fiato (su tutte il duello nelle fogne con il cappellano, incredibile). Grandissimo, intelligente divertimento...
Visivamente e stlisticamente interessante, se preso come svago ha indubbiamente il suo perchè. L'azione non manca e gli scontri sono accattivanti (la pioggia di aghi; il duello al mercato nero; al monastero). Non brillerà per immagini poetiche e contenuto, ma rende comunque partecipe lo spettatore, grazie all'indagine, ai vari, singolari personaggi e a un tocco piacevolmente leggero, che fa oscillare la vicenda tra il reale e il fantasy, sfruttando credenze e leggende. Merita la visione.
MEMORABILE: Il cervo "parlante"; La modifica del volto; La ricerca delle tartarughe di fuoco.
Un buon mix di giallo, fantasy e arti marziali. Molto curato nelle immagini e soprattutto nelle scene d'azione, che nonostante la componente fantastica mantengono un certo realismo. La sceneggiatura coinvolge da subito, l'identità del colpevole dietro i misteriosi omicidi non è facile da intuire e le interpretazioni del cast sono buone. Leggermente lungo, ma ricco di avvenimenti e con una seconda parte che non rinuncia a qualche svolta amara. Molto affascinanti alcune sequenze.
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