L’ho apprezzato più ora, che da bambino. E’ difficile che un cartone sia così completo, a parte rari casi (Goldrake, Jeeg). Si passa dal “drammatico”, al comico, fino al demenziale, con una spruzzata qua e là di poesia. E il tutto capita spesso in un singolo episodio (una vera schizofrenia di generi). Le due ragazze e soprattutto il bambino intervengono nelle situazioni comiche, oltre a partecipare alle battaglie. Bella l'idea (detta fin da subito) che colui che combatte i meganoidi sia il figlio del loro creatore. L'episodio finale è decisamente azzeccato e conclude degnamente la saga.
Nel filone dei cartoni dedicati ai robots Daitarn 3 si piazza tra i primi. Esteticamente è abbastanza curato per il tempo (1978), ma sono le storie ad essere veramente coinvolgenti. Belli i personaggi, soprattutto l'idea del meganoide metà uomo e metà macchina, e poi abbiamo i protagonisti: Aran Banjo a capo di un gruppo formato da due ragazze sexy (Beauty e Reyka), un bambino (Toppie) e il maggiordomo (Mr Garrison). Anime a volte serio ed a volte demenziale: un vero must.
MEMORABILE: Con l'aiuto del sole vincerò! Attacco solare... Energia!
Robottone che contende a Goldrake, Jeeg Robot e il Grande Mazinger il primato della popolarità fra gli spettatori italiani. Le storie di Aran Banjo contro i Meganoidi seguono uno schema fisso, ma sono molto divertenti, perché sorrette da un cast fisso affiatato. Il fascino di Aran Banjo sta nel fatto che è un po' pilota di robot e un po' James Bond, perché si crede un figo e non ammette di avere torto circa i suoi nemici, che non sono sempre cattivissimi. Daitarn 3 è eccezionale, ma anche la Match Patrol, Beauty e Reika hanno il loro perché.
MEMORABILE: Garrison il maggiodomo con le sue strambe invenzioni, i bikini di Beauty, l'audacia di Reika, gli scherzacci di Toppi e Banjo con smoking alla 007.
Versione povera dei più celebri Goldrake, Mazinga (Grande e Z) e Jeeg. A dispetto di storie meno coinvolgenti e di un tratto più elementare, va riconosciuto all'edizione italiana, sul versante del doppiaggio, un lavoro certosino ed efficace, con una sigla iniziale che nulla ha da invidiare a quelle realizzate per i più sopra citati beniamini. Da aggiungere, inoltre, che a suo tempo Daitarn 3 è stato penalizzato dalla mancata diffusione sui canali nazionali.
Serie anime cult venata da un filo d'erotismo presente in molti episodi e ovviamente esplicata dai disegni pruriginosi; presente molta ironia e inventiva, incuriosisce ed appassiona per le avventure e i combattimanti eclatanti. I personaggi sono simpatici e il robot è decisamente imponente.
Notevole, tra i miei preferiti, questo robot guerriero. Una macchina originale, con qualche smorfia strana che a volte lo smitizzava, tanto simpaticamente. Una tecnica di funzionamento e d'azione poco complessa, dove era solo la simbiosi tra l'eroe belloccio (che invidiavo per la sua estetica), i suoi assistenti (ero innamorato della bionda Beauty!) e naturalmente il robot, a far girare la storia. Oltre ai duelli delle macchine, non mancavano gli scontri tra Banjo (super forte) ed i meganoidi. L'amore, il coraggio ed il mito, sono ingoiati dal disarmante finale.
MEMORABILE: La puntata finale, davvero disarmante, con una finestra della villa dei nostri eroi, che rimane illuminata, infondendo tristezza e speranza insieme.
La sigla italiana fa parte della storia della tv per ragazzi (che ora hanno i capelli bianchi o quasi), con le note che danno brio ed abbrivio a una vicenda a metà tra il terribile scontro Bene-Male e la verve comica. Haran Banjo combatte contro i Meganoidi e si barcamena tra due bellezze, la splendida Beauty e la sensuale Reika. Il suo robot è fortissimo e spazza via ogni minaccia. D'altronde... "per noi tu sei davvero grande... Evviva Daitarn 3"!
Uscito quasi come surrogato dei più famosi Goldrake e Jeeg, questo cartone con il tempo ha finito con il crearsi un universo tutto suo, superando, in alcuni casi, i suoi predecessori. Anche qui la logica era combattere un mostro-guerriero a puntata. Ma qui la fantasia si è superata, in alcuni casi. Anche perché il mostro di turno non era solo ferraglia ma un meganoide che, sottposto a particolari raggi, si trasformava in qualcosa di esagerato, che esaltava alcune sue peculiarità. Ennesimo cartone con sigla memorabile.
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Ottimamente rimasterizzata su un cd dal titolo "Ufo Robot & Co." edito dalla "Fonit Cetra" nel 1997 e comprendente moltre altre sigle di noti cartoon giapponesi (robottoni e non) e telefilm dell'epoca compresi Goldrake, Capitan Harlock, Na-No Na-No, Happy Days, Gundam, Giumbolo e molti altri, per un totale di 18 brani.
Questo è il vinile uscito in Giappone con le musiche di sottofondo di Daitarn III.
La colonna sonora è sata curata dal maestro Takeo Watanabe deceduto nell'89.