Ancora una volta l'ironico titolo originale (NORMAL LIFE) fotografava meglio di quello italiano l’intento propositivo del regista. John McNaughton è famoso per aver raccontato, con occhio insolitamente distaccato e cinico, l’attività di un serial killer nel controverso HENRY - PIOGGIA DI SANGUE. Ora, per stravolgere la normale vita di coppia di due giovani dei nostri tempi, ha avuto sotto le mani un simbolo del “politically correct” come Luke Perry (il Dylan del telefilm BEVERLY HILLS 90210) e l'ha condannato, nella parte del poliziotto sposato con una giovane...Leggi tutto mezza matta, a una grande escalation di violenza autodistruttiva. Perry si adatta, recita come può (ma chi l’ha affrettatamente definito il James Dean degli anni 90 dovrebbe rivedersi prima GIOVENTU’ BRUCIATA o IL GIGANTE...), asseconda le esplosioni di follia di Pam (Ashley Judd, non certo bella ma conturbante) fino a diventarne schiavo. Fin troppo scontati i rimandi a Bonnie e Clyde, ma a dire il vero la storia di CROCEVIA PER L’INFERNO tocca solo marginalmente, nella parte finale, i rapporti della coppia con le autorità costituite, concentrandosi invece sulle difficoltà sociali della ragazza, sui continui cambi di comportamento di entrambi (ma sempre causati dalle irragionevoli reazioni di lei) e lasciando emergere così uno spaccato generazionale dai sottintesi preoccupanti. Nulla di particolarmente nuovo, e anzi il film è diretto con uno stile sobrio e abbastanza dozzinale, ma si respira quella stessa forza iperrealista presente in HENRY - PIOGGIA DI SANGUE: è un modo diretto di imporsi al pubblico; senza fronzoli, elementare ma a suo modo efficace. Il produttore è lo Spelling di BEVERLY HILLS 90210!
Interessante variazione sul tema "coppie criminali". Chris, poliziotto per caso, diventa rapinatore per necessità, in quanto è l'unica maniera per assecondare i desideri della moglie Pam, nevrotica psicolabile che pretende ben presto di avere un ruolo attivo nei colpi, per avidità ma anche per un infantile bisogno di avventura. Film che resta impresso soprattutto per l'interpretazione di Ashley Judd, bellissima e mentalmente disturbata, mentre il televisivo Luke Perry recita credibilmente ma senza guizzi il ruolo del mediocre marito.
Film da non sottovalutare per la sua trama intensa e per lo sviluppo di interessanti contenuti collaterali come le problematiche del rapporto di coppia, l'instabilità psicologica e la voglia di andare sempre oltre. Tratto da un episodio reale, ha un efficace soggetto che dimostra come basta poco (un incontro sbagliato) per trasformare una vita normale (la "normal life" del titolo originale) in un inferno. In bilico tra il romantico dramma pessimista ed il thriller, ha una regia precisa e scorrevole. Bene Ashley Judd in un ruolo difficile. ***!
Rispetto ad altre prove del regista, Harry ma anche il Cacciatore di teste, l'ho trovato piuttosto ordinario seppure non brutto. La scheggia impazzita che crepa un quadro di assoluta e grigia normalità non è certo una novità, così come non ci sono particolari soprese nello sviluppo della storia (d'altronde il quasi finale è noto sin dall'inizio). Perry non è un granché ma è adatto al ruolo, mentre la Judd è una bomba che sa dare anima e corpo al suo personaggio.
Senza dubbio il miglior film di McNaughton, che mette in scena uno spaccato della provincia americana da brividi riuscendo a catturare l’orrore del quotidiano molto meglio che nel precedente Henry, grazie soprattutto a una descrizione ambientale semplice e diretta che ricorda il miglior cinema di genere degli anni 70. La Judd è una vera e propria forza della natura, ma anche Perry proveniente dalla TV se la cava in un ruolo controtendenza. E alla fine resta anche e soprattutto un’efficace ritratto della Generazione X degli anni 90.
MEMORABILE: L’urlo finale: “Paaaaaam”; L’apparizione sui pattini di Pam al funerale; La cattura da parte dell’FBI; Pam che si sfregia il corpo con un coltello.
Coppia in bolletta inizierà a far rapine. Nichilismo esistenziale e poche prospettive portano al crimine e la parabola viene già sviscerata all'inizio. Un avvio non entusiasmante - per via di una regìa televisiva (che man mano migliora) - porta poi a una conclusione non scontata in cui non dispiace il taglio anni ’70. La Judd ha un buon ruolo (eccetto come rapinatrice e in moto), Perry ha qualche sporadico momento. Scarso il doppiaggio dei due.
MEMORABILE: I tagli sul ventre; La Judd che gioca con la pistola; Coi roller al funerale.
Nella piatta e anonima provincia americana poliziotto sposa una fuori di testa bipolare, fa debiti e diventa rapinatore assieme alla moglie. Finisce con un bagno di sangue senza catarsi. Il tutto raccontato con stile televisivo e assoluto distacco. La deriva nichilistica è esplicitamente e ripetutamente sottolineata (la teoria dei buchi neri, la roulette russa), per chi non l'avesse capito. Molto brava Ashley Judd, in una interpretazione tanto opportunamente sopra le righe, quanto anonimo e insipido è il coprotagonista Luke Perry.
John McNaughton HA DIRETTO ANCHE...
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HomevideoRocchiola • 16/08/18 09:03 Call center Davinotti - 1278 interventi
Uscito in DVD originariamente a cura della Edizioni Master (versione che posseggo ma che oggi appare di difficile reperimento), è stato poi ristampato dalla Eagle in un’edizione che è tuttora reperibile a prezzi abbordabili on-line, anche se pare che anche questa versione sia ormai fuori catalogo. Le due edizioni sono comunque esattamente identiche fin dalla copertina ed utilizzano un master vecchiotto, dall’immagine abbastanza buona anche se affetta da qualche puntinatura di troppo per una pellicola degli anni 90. L’audio 5.1 è discreto.
DiscussioneRaremirko • 4/03/19 20:01 Call center Davinotti - 3863 interventi
Mi dispiace enormemente per la morte di Perry, ho pure urlato un sincerissimo Noooo appena l'ho sentito.
Grandissimo attore, mi risultava ipersimpatico, non se lo meritava di morire appena 52enne per un ictus; c'è pure nell'ultimo Tarantino, che ancora non è uscito.
R.I.P.
DiscussioneRaremirko • 4/03/19 20:03 Call center Davinotti - 3863 interventi
Questo di McNaughton fu forse il suo film più significativo; azzardo un pò il paragone tra i due rapinatori col recente Gosling, in Come un tuono.
Mi spiace veramente tanto, sono cresciuto con Beverly Hills e Perry nonostante l’enorme successo che la serie gli porto non si montò mai la testa e le donne certamente non gli mancavano. Un talento secondo me troppo poco valutato solo perché proveniente dal piccolo schermo da un telefilm per ragazzi, meritava molte più chance e ruoli più importanti ma il
personaggio di Dylan gli era rimasto troppo addosso. RIP.
DiscussioneRaremirko • 4/03/19 22:00 Call center Davinotti - 3863 interventi
Grande Ruber, si, si, l'umiltà è una dote che apprezzo molto.
Viso che bucava lo schermo, e poi era a suo agio sia nel registro leggero che in quello impegnato.
Merita di più.
DiscussioneRaremirko • 4/03/19 22:01 Call center Davinotti - 3863 interventi
Cult la sua apparizione in Vacanze di Natale '95, con Boldi, De Sica e la Capotondi.