Confini e dipendenze - Film (2021)

Il mondo è quello della produzione e traffico degli oppioidi: un agente della DEA infiltrato in un grosso giro, una giovane madre cerca i responsabili della morte del figlio,un professore universitario scopre che l'antidolorifico in fase di commercializzazione è letale. Tre storie che si intrecciano sullo sfondo di una Detroit senza scrupoli, ma non si amalgamano se non con diverse forzature e convergenze studiate a tavolino. La veste è sontuosa e senza risparmio (anche troppo patinata) per un argomento molto serio che però avrebbe avuto bisogno di minor dispersione. Cast importante.

Tre storie sul tema della dipendenza: una madre vuol scoprire la verità sulla morte del figlio non credendo si sia trattato di un'overdose, un poliziotto infiltrato cerca di incastrare un grosso trafficante, uno scienziato si trova a lottare contro un colosso farmaceutico... Il film si fa seguire con interesse anche se troppo rigido nella struttura tripartita e con alcuni passaggi irrisolti (l'epilogo della lotta di Davide contro Golia)  oppure forzati come l'incastro finale delle prime due linee narrative. Nel cast ben assortito spicca Oldman, professore in crisi di coscienza. 

Più storie e personaggi si incrociano o si sfiorano in un film che affronta il gravoso tema delle dipendenze da oppiacei, che nel mondo occidentale ha assunto (spesso sotto traccia) la valenza di un’epidemia. Questo "Crises" è un film dal buon impatto drammatico che affronta il tema in modo tutto sommato verosimile e rigoroso, se si sorvola su alcuni collegamenti non chiarissimi della storia e su una lunghezza forse eccessiva, potendo contare su una buona sceneggiatura e su un valido gruppo di attori (tra i quali spicca Oldman, interprete del personaggio forse più significativo).

Non si sa se sia più brutto il titolo italiano o il film. Crisis tenta di portare avanti tre storie modello Crash ma nessuna di esse è veramente soddisfacente, e anche quando si incontrano la situazione peggiora invece che trarne giovamento. La Lilly è brava ma ristretta in un personaggio improbabile la cui fetta di storia annoia. Oldman ci mette empatia ma nel suo caso la prevedibilità la fa da padrona. Hammer si titrova a girare in un action un tantino confuso e con pochi picchi emotivi. Peccato, il prologo aveva fatto ben sperare.