Come sono diventato un supereroe - Film (2020)

In una Parigi dove è considerata normale la presenza di persone dotate di superpoteri, una coppia di poliziotti indaga su una nuova droga in grado di rendere capace chi la assume di emettere fiamme dalle mani. Film fanta-poliziesco poco innovativo nell'approccio che deve più agli irriverenti Boys che ai supereroi classici della Marvel ma svelto, ben scritto, simpatico nel tratteggio dei personaggi a partire dal protagonista, un poliziotto indolente che sgranocchia snack in continuazione. Gustoso Poelvoorde, ex supereroe depresso con problemi a gestire il potere di auto-trasportarsi.

In tempi cinematografici (e seriali televisivi) di assoluta inflazione del "superhero movie", un film francese che cerca e parzialmente trova una strada originale, adottando la commistione con i generi noir e poliziesco. Un regista al debutto assai promettente, che dirige bene le scene scene d'azione con ritmo e senso del realismo, una storia che si segue senza cali di tensione fino alla fine e un gruppo di ottimi attori, a partire dal bravo Pio Marmaï fanno del film un prodotto godibile meritevole di visione. 

Il tentativo di uscire dagli schemi del super-hero movie si appiattisce nella routine di un quartiere parigino, in cui insistono un po' troppi supereroi, in parte per così dire "naturali" (il quartetto del "Pack Royale") e in parte indotti attraverso l'assunzione di una strana droga luminosa che li trasforma in lanciafiamme. Una sorta di fumetto antieroico in cui si mischiano alla meglio traumi, psicanalisi e indagini poliziesche per una storia arruffata e senza appeal, con in più una parsimonia di effetti speciali che non fa decollare le aspettative e fa rimpiangere i classici.