Suddivisa in tanti piccoli episodi tra loro legati dalla presenza costante dell’ingenuo Hoffmann e dalla solita ninfetta Power, un’innocua commedia diretta con mano leggera da Salce. Tra le affascinanti donne che svezzano il protagonista si distinguono la disponibile servetta De Santis, l’esagitata pilota Martinelli e l’eccentrica diva Ekberg, che si concede un velato nudo subacqueo; tra i pochi uomini, si ricorda un severo Tedeschi, che spara sentenze latine a raffica. Banalissimo il finale.
MEMORABILE: Lo spogliarello della Martinelli durante la corsa in auto.
Una durata più breve avrebbe giovato (105 min), per una trama come questa. Hoffmann se la cava mentre il cast femminile è notevolissimo: la Power sedicenne è un'accattivante lolita come in altri suoi film dell'epoca. Siamo nel 1966 e Salce prova ad osare il massimo consentito con l'erotismo. Oggi può risultare un po' noisetto... il film scorre senza sussulti.
La carriera di un libertino al tempo del Piper. Salce indovina ambientazione, dècor, cast (pauroso quello femminile che va dalla Milo ancora appetitosa a Mita Medici) e tono. Ottimo fino al segmento con Anitona, poi s'ingolfa un po' (troppo lungo l'episodio con la Mercier che si auto-parodizza). Elegante e frivolo, molto swingin' sixties, quindi per noi di culto.
Un discreto film di Salce che racconta la vita di un avventuriero ai tempi della Roma anni 60. Il film paga lo scotto di alcuni punti morti (ergo noiosi) a causa di una durata troppo lunga per un film prettamente "easy". Ma Salce è regista di ottimo spessore per cui il film resta comunque guardabile. Non male Hoffmann, mentre il cast femminile è quanto di meglio si potesse avere in un film (la Medici, la De Santis, la Mercier, la Ekberg, una giovane Romina Power, tanto per citarne qualcuna). Notevoli scenografie e musiche. Non male.
Un Salce decisamente minore, non disprezzabile a livello visivo (siamo dalle parti del pop sessantiano) e tecnicamente ben realizzato, ma dalla trama fiacca e ripetitiva (anche se si notano analogie con L'uomo che amava le donne) e con un protagonista che non incide. Gineceo ricco, variegato e piuttosto spogliato (quel che concedeva il 1966, anno dei primi seni scoperti sugli schermi nostrani). Alla lunga noiosetto, ma l'occhio è appagato.
Il giovane Roberto, biondo, occhi azzurri, piace alle donne e attraverso di loro avrà modo di sperimentare l'amore profano e quello sacro, in molte delle sue varianti. Il film è uno scrigno di attrici da urlo (da Sandra Milo a Elsa Martinelli, dalla Mercier fino alla mitica Anita Ekberg) e si crogiola nel raccontare gli italici vizi di sempre, con profusione di ironia e macchiette fatte risaltare da scenografie lussureggianti, molto pop. Simpatico il protagonista (un giovanissimo Hoffman), svilito solo da un finale troppo in "Romina & Albano" style.
Mezzo passo falso di Salce che conduce i passi di Hoffmann novello Casanova fra le braccia di un cast femminile da urlo. La storia, seppure poco originale, sarebbe potenzialmente interessante se non fosse svilita da una sceneggiatura piuttosto fiacca che non riesce mai ad andare oltre i soliti luoghi comuni. Di buon livello la confezione, con un cast tecnico di tutto rispetto, ma il film non riesce mai a decollare a causa anche di un ritmo soporifero, con un finale in calando che lascia un po' di amaro in bocca. Di sicuro guardabile, ma nel genere si è visto decisamente di meglio.
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DiscussioneXtron • 30/11/14 13:55 Servizio caffè - 2147 interventi
Quando Anita Ekberg fa il bagno nella piscina, le viene inquadrato un paio di volte il seno nudo. Dal momento però che non viene mostrato il volto è probabile che si tratti di una controfigura.