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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/04/20 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 4/04/20 01:06 - 2910 commenti

I gusti di Buiomega71

Zombesco a zero budget che sta tra il disfacimento corporeo di Andrew Parkinson e il proletariato alla Ken Loach, con le solite reverenze romeriane (il Bub e i titoli dei giornali del Giorno degli zombi). Troppe riprese "amatoriali" con telecamera traballante, i classici pasti antropofagi a base di splatterate varie e guerriglie gory umani vs zombi. Buona l'idea del punto di vista del morto vivente, disturbanti gli spari in sottofondo, l'incontro con la sorella e il flashback rivelatore della fidanzata. Morsi, infezioni e alienazione necrofora. Così così.
MEMORABILE: Lo scantinato con le "zombesse" cieche e affamate, segregate da uno psicopatico; La mattanza nella villa; La faccia di Colin ridotta a un colabrodo.

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  • Discussione Buiomega71 • 4/04/20 10:50
    Consigliere - 25998 interventi
    Un'aurea di "culto" avvolge questo filmetto inglese, forse per il solo fatto che Marc Price lo ha realizzato con un budget irrisorio e miserissimo, dove , pare, abbia fatto gridare al miracolo nei vari festival specializzati, nonchè sperticate lodi anche da parte di un'entusiasta Martin Scorsese, che pare lo abbia definito "Un film selvaggio, di un'energia che dispensa passione per il genere e alquanto perturbante"

    Sarà, ma, personalmente, mi è sembrato il solito trito zombi-movie girato in 16mm, tremendamente pseudoamatoriale e con la telecamera traballante durante le zuffe e i pasti zombeschi, dove si capisce una mazza se non il solito effetto da "mal di testa".

    Price mischia il disfacimento del corpo tanto caro a Andrew Parkinson con il proletariato alla Ken Loach e le trite reverenze romeriane (Colin si muove e si comporta come il Bub del Giorno degli zombi, anzi, ne sembra il figlio "illegittimo", e del capolavoro dello zio George prende in prestito pure i titoli dei giornali a caratteri cubitali THE WALK DEAD), non andando al di là dei classici banchetti antropofagi con profusione di splatter e intestini svicerati, dei morsi infettivi, degli scorci della periferia londinese che pulula di non morti e dell'attacco dei vivi (una sequenza di guerriglia urbana "gory" umani vs zombi, tra fionde micidiali, dinamite, mazzate , sprizzi di sangue e frattaglie varie che sembra uno scontro tra hooligans in un mare di splatter).

    L'unica nota originale è il punto di vista del morto vivente, il povero Colin (bravissimo comunque Alastair Kirton)che si ritrova, suo malgrado, cadavere ambulante a zonzo per le periferie spettrali, pervaso da un'alienazione necrofora perdendo, in crescere, la sua umanità e la sua identità, indeciso se pasteggiare carne umana (il tipo con il walkman già mangiucchiato da altri zombi), curiosità quasi fanciullesche, esprimersi a grugniti e stare attento a non beccarsi una pallotola in testa, girovagando per strade deserte e per vicoli, mentre l'apocalisse zombesca si moltiplica intorno a lui.

    Alcune idee non malaccio (i disturbanti spari in sottofondo per quasi tutto il film, la sorella di Colin che tenta di portare il ragazzo a ricordare "quando era vivo" con le fotografie, l'acqua come deterrente "calmante", il flashback rivelatore di come tutto "ebbe inizio" con la fidanzata Laura che le trasmetterà il contagio, Colin che si ritrova nel bel mezzo di un tafferuglio sopravvissuti contro zombi e la bomba che le riduce la faccia ad un colabrodo, il massacro nella villa-con tanto di padrone di casa che si difende con due pentole-e la splatterfeast che ne consegue, fino al momento più riuscito del film, quando una superstite della villa si nasconde in uno scantinato, e finisce dalla padella alla brace, trovando in cantina un nugolo di ragazze "zombificate" con gli occhi strappati, ferine e affamate, tenute segregate da uno psicopatico).

    Parco di dialoghi (per i primi 16 minuti non si proferisce parola, ma solo grida, scenari di guerra, antifurti che riecheggiano fastidiosi, grugniti animaleschi e carne al macero) se non la martellante OST di Dan Weekes a sottolineare il disagio e la degradazione fisica del povero Colin.

    Price sembra guardare anche al primo Peter Jackson, più nelle intenzioni che nel risultato (grazie a dio vengono risparmiate le derive demenziali, ma ,anzi, il giovane regista inglese prende tutto abbastanza seriamente, come la terribile esecuzione di massa subita da tre sopravvissuti, che sono stati morsi durante l'assalto al branco zombesco, da parte del loro gruppo), dando al suo lavoro un taglio decadente, pessimistico, deprimente e amaramente malinconico.

    Purtroppo il look amatoriale, la telecamera tarantolata, la durata consistente per questo tipo di film (97 minuti), un pò di inedia e i clichè, venuti a noia, del (de)genere ne smorzano il possibile potenziale.

    Ridicola la parte dei due neri che derubano gli accessori agli zombi per strada (vogliono pigliare, con la forza, le scarpe da ginnastica al disgraziato Colin, e vabbè), con un tezo che brandisce una specie di scimmitarra che manco Walking Dead.

    Non male gli SFX caserecci e curioso come Price omaggi Lo squalo spielberghiano per ben due volte (la prima la videocassetta nella stanza della villa dei massacri, la seconda il libro di Benchley nello scaffale della libreria di Laura).

    Da noi rimasto inedito, ho il dvd francese della Oh my gore!.
    Ultima modifica: 4/04/20 13:54 da Buiomega71