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TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/08/11 DAL BENEMERITO KANON
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Kanon 31/08/11 12:34 - 604 commenti

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Arguta idea d'aggiornare l'opera teatrale di Cocteau ad un libero adattamento aggiungendo nuove tecnologie (il personal computer). La spazialità d'azione si allarga inglobando realtà virtuale ed ampliando lo scenario in un asettico loft, rendendo entrambi attivi comprimari: la prima difatti pone punti d'osservazione nuovi mentre il secondo s'apre a soventi ed esplorativi piani sequenza che spiano l'attrice nel suo insofferente girovagare. Di rado ho apprezzato la Muti, ma per i sui estimatori questo film soliloquio non può mancare all'appello.

Lucius 14/12/12 13:08 - 3029 commenti

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Autoriale quanto si vuole, ma insostenibile per i lunghi monologhi della Muti chiusa nel suo superattico dall'inizio alla fine del film. Non c'è via d'uscita se non ascoltare la stessa alle prese con la sua solitudine di donna abbandonata. L'arredamento essenziale del superattico riflette le sensazioni di vuoto interiore, l'insofferenza regna sovrana. Una lunga performance interpretativa che avrebbe avuto ragion d'essere su di un palco teatrale; al cinema ci si aspetta qualcosa di più. Antonioniano, psicanalitico.

Noodles 16/01/22 09:09 - 2498 commenti

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Una sola attrice, un solo ambiente, per un film d'impianto teatrale, molto interessante per quanto i lunghi silenzi e monologhi della protagonista portino a un ritmo molto lento, non da tutti. Eppure nella lentezza si vedono tante buone cose. Ornella Muti è sempre brava nel ruolo di donna sofferente, il buon Francesco Maselli sperimenta a più non posso con la macchina da presa tra un piano sequenza e l'altro, la scenografia volutamente squallida è quantomai adatta alla situazione. Film minimale ma curatissimo nei dettagli, comprese le poche note di colonna sonora. Merita un'occhiata.

Paulaster 4/11/24 18:01 - 4702 commenti

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Donna abbandonata dal compagno scrittore si vendicherà. One woman show (con poco show) della Muti che sublima il suo dolore in un viaggio introspettivo alla ricerca del perché. Cinema di stampo sperimentale che mostra i suoi limiti quando l’intensità cala. Se la protagonista passa da fruttivendola a intellettuale, la sua mancanza di struttura non calza con la sconfitta. La location è di pregio e il clima asettico appare forzato. La regia viene aiutata dai primi piani dell’attrice.
MEMORABILE: L’accesso al pc; La lettera al morto e al Papa; L’intervista.

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