Il film non è niente di speciale. Viene sfruttato il momento magico di Tom Cruise, l'idolo delle teenager, per confezionare un prodotto fatto apposta su misura per lui. Comunque nel complesso il film non mi dispiace, si lascia guardare ed offre anche momenti divertenti; certo se cercate qualcosa di impegnativo passate assolutamente oltre. Ricordo ancora quando lo vidi al cinema le urla delle fan sfegatate...
MEMORABILE: Ho scritto in fronte SCOPAMI?... Mmh non saprei, ho dimenticato a casa le lenti a contatto!
Deprecabile commediola senza arte né parte creata su misura per Tom Cruise per sfruttarne al massimo il momento d'oro al botteghino. Donalson, solitamente regista molto bravo, in questo caso si limita a dirigere il traffico privo di qualsiasi idea diversa dal dedicare i primi piani a Cruise. Tolto il buon Brown il resto del cast è decisamente mediocre, come
il film.
Film decisamente poco riuscito che vuole essere l'ennesimo ritratto (ma meno eclatante di altri) del rampantismo americano degli anni '80 stavolta in ambienti finanziari ed "etilici" (bar). L'opera appare evidentemente centrata sul suo protagonista maschile che è quasi sempre presente in scena relegando il resto (storia ed altri personaggi) a puro contorno. La regia inoltre adopera l'abusatissimo stile da spot pubblicitario.
Film come questi costituiscono un realistico affresco della cultura degli anni '80 e del relativo materialismo. E forse è questo l'unico aspetto degno di nota di un film che irrita dal primo all'ultimo fotogramma. Personaggi superficiali (sebbene ben interpretati) e una sceneggiatura idonea solo alle fan di Tom Cruise. Proprio i sorrisini ammiccanti da divo di Cruise sono la cosa che più infastidisce. Rientra nella "strana" categoria dei film pessimi che però si devono vedere almeno una volta.
Nato con intenti meramente commerciali (sfruttare l’allora odiosetto ed incapace Tom Cruise) è un filmetto di poco conto che ha dalla sua l’aggravante di prendersi sul serio tanto da voler essere una sorta di parabola sulla vita di quegli anni. In realtà è solo insulso e per di più scarso anche da un punto di vista squisitamente tecnico. Inoltre la chiusa drammatica è ipocrita, moralista e fuori luogo.
Parabola effimera e patinata incentrata su un giovane che punta a diventare un famoso barman. Scontato intreccio amoroso accompagnato da musica e divertimenti. Tipico prodotto commerciale degli anni 80 creato per sfruttare la faccia imberbe del belloccio Cruise, privo però di contenuti accettabili.
Interessante immersione leggera nella carriera di un barman alle prese con situazioni sentimentali, d'amicizia ed economiche. Cruise fa il suo sporco lavoro (era il migliore della piazza per questo genere di pellicole) e Bryan Brown è una piacevole sorpresa.
Il vincitore, come peggior film, nei Razzie Awards del 1988, non è così male come viene descritto. Certo Tom Cruise recita veramente male all'inizio, ma si riprende quasi subito; è la sceneggiatura, in realtà, che non convince del tutto. Un filmetto che si lascia guardare senza tante pretese.
Film davvero poco sopportabile; non tanto per un Tom Cruise già idolo delle teenager che interpreta un ruolo che lo rende ancora più appetibile al suo pubblico, ma soprattutto per una scrittura a tratti irritante, piena di stereotipi dell'epoca, ammiccamenti e avventure amorose di una banalità sconcertante. Tom Cruise se la cava nell'interpretazione, ma non riesce a salvare il film che nel finale diventa il trionfo della stucchevolezza. E dire che all'inizio il duetto con Bryan Brown sembrava funzionare... Peggio di un vero e proprio teen-movie.
Ci mette un po' il film a decollare; la scelta Giamaicana gli dà nuova linfa prima di lanciarlo anche nel sentimentale (tipico di quel periodo degli anni 80). Ottimo Tom Cruise, che ci regala perle di saggezza da ricordare; ottimo come spalla Brown, mentre la Shue è sempre molto bella!
Lo yuppismo e l'arrivismo americano anni 80 attraverso la faccia e le gesta di un giovanissimo Cruise sempre più lanciato nell'Olimpo di Hollywood. Da un eclettico e bravo Donaldson un film che a tratti può sembrare leggero ma che in realtà è molto duro, visto che punta il dito contro il mito dell' "Edonismo Reaganiano" (termine giornalistico coniato da D'Agostino proprio negli anni 80): qualunque mezzo è lecito per affermarsi individualmente. Bravo come sempre Cruise con un ottimo Brown come spalla e una Shue perfetta interprete femminile.
I famigerati anni 80 sono i protagonisti, assieme al sorriso a trentadue denti di Cruise, di questo cartolinesco spottone sul rampantismo Usa in salsa cocktail (appunto). Cruise fa il suo ed è affiancato da un bravo Bryan Brown e da una sempre bella Elizabeth Shue. Ma le perle filosofiche "da bar" diventano presto stucchevoli e alla fine restano impressi solo gli ncantevoli scenari giamaicani e una bella colonna sonora.
L'odore di operazione commerciale per sfruttare l'eroe da fotoromanzo Cruise (amato, all'epoca, dalle bambine di tutto il globo) supera i decenni e si intrufola in tutti i supporti mediatici. Anche non volendo considerare che Tom all'epoca non era un attore e che la storia è un susseguirsi di situazioni scontatissime e da latte alle ginocchia, la solita glorificazione del rampantismo reganiano me lo rende ancora più odioso. Per carità, la confezione non è nemmeno malaccio, ma è proprio il contenuto a far acqua da tutte le parti. Dimenticatoio.
Più che un film (banale) è una furba operazione commerciale per sfruttare l'idolo del momento, il giovane Cruise fresco fresco di successo planetario con Top gun e Il colore dei soldi. Operazione riuscita dal lato economico, con incassi mondiali notevoli, ma un flop abissale dal punto di vista critico, con una sceneggiatura zeppa di stereotipi anni '80, dialoghi risibili, donne con estrogeni sparati al massimo e canzoni da videoclip. Invecchiato, oggi non troverebbe collocazione.
Non certo tra i migliori di Cruise, ma per l'epoca un onesto prodotto commerciale che non disdegna una narrazione tutto sommato meno artificiosa del previsto, con alcuni momenti riusciti e un ritmo spigliato. Il risultato è anche assicurato da una New York yuppista anni '80 che come sempre si fotografa da sé, oltre a una trasferta giamaicana (invero la parte meno interessante); l'intreccio amoroso è scontato nella morale ma si lascia comunque seguire, mentre Brown risulta il migliore pur uscendo di scena in modo indecoroso. Figlio del periodo.
Tom Cruise piace alla nuova generazione di teenager e non solo. Film che calza a pennello per il giovane attore che regge bene, a onor del vero, tutta la pappardella condita di sentimentalismo, rivalse e ammiccamenti. La storia comunque non è così banale come può sembrare e denuncia il materialismo americano imperante di quegli anni. Non male neppure Bryan Brown e Elisabeth Shue.
Giovane rampante vuol diventare milionario partendo come barista. Prima parte che sembra un manifesto yuppie in cui contano solo i soldi e si viene storditi da ritmo adrenalinico e luci fluo. Il prosieguo in Giamaica basato sulle relazioncine amorose diviene melenso e banale (con la solita cameriera in realtà milionaria). Finalone stucchevole dopo un eccessivo ritrovo casalingo. Cruise lancia bottiglie in aria e cerca di affascinare in modo insistito.
MEMORABILE: Cruise ubriaco alla mostra; Le offese all'insegnante di marketing; Incapace all'inizio.
Meno banale di quanto possa apparire e migliore di molte pellicole coeve che non riescono a stare in piedi da sole per manifesta inconsistenza. Si caratterizza come la tipica commedia spigliata degli anni Ottanta, che vuole divertire con spensieratezza, ma in sottofondo si percepisce una sottile critica al rampantismo più dozzinale che mira a soldi, posizione sociale e belle donne. Brown e Cruise si dimostrano affiatati e nessuno dei due potrebbe cavarsela senza il sostegno dell’altro. Completano il quadro una buona colonna sonora e la fotografia, specchio fedele dell’epoca.
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DiscussioneZender • 21/06/12 11:53 Capo scrivano - 48291 interventi
Vero, glielo farò sapere. Hai annientato una giufrecciatura collettiva, per il dispiacere di molti...
Lo vidi al cinema parrocchiale (con ragazzine ululanti con le fregole ad ogni inquadratura di Cruise). Effettivamente mi fate venire voglia di rivederlo (anche per commentare il film a mente decisamente più fresca).
DiscussioneDusso • 21/06/12 17:45 Archivista in seconda - 1869 interventi
Markus ebbe a dire: Lo vidi al cinema parrocchiale (con ragazzine ululanti con le fregole ad ogni inquadratura di Cruise). Effettivamente mi fate venire voglia di rivederlo (anche per commentare il film a mente decisamente più fresca).
Tralatro lo hanno dato proprio oggi su Raitre(ho visto solo i primi 2 minuti) e mi pareva un master inferiore a quello gia' non eccelso del dvd
DiscussioneZender • 21/06/12 18:03 Capo scrivano - 48291 interventi
A questo punto speriamo in un restauro della Fondazione Italia Grande Arte.
Comunque a suo modo COCKTAIL è un piccolo-grande classico del cinema yankee Anni '80: ebbe un successo strepitoso in tutto il mondo e la critica allora non lo considerò un brutto film, salvo i limiti della mera operazione commerciale.
Nel film Tom Cruise e Lisa Banes passano davanti al cinema Regency a Manhattan. Il cinema ha in programmazione il film Barfly. Meno di tre minuti dopo, giusto il tempo di una rissa, quello stesso cinema dà Casablanca.
Fonte: Bloopers di Matteo Molinari
CuriositàZender • 4/04/18 14:33 Capo scrivano - 48291 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:
CuriositàRaremirko • 22/07/19 23:26 Call center Davinotti - 3863 interventi
Jay Wilbur, responsabile commerciale di id software, a inizio carriera diede lezioni di barman acrobatico a Tom Cruise proprio per questo film.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv ("Lunedìfilm", 8 aprile 1991) di Cocktail: