Esordio di Kim Ki-Duk proponendo un personaggio abietto e violento, anche se con i suoi princìpi di strada. Anche l’ambiente esterno ha la sua influenza, come a non voler condannare del tutto il protagonista per le sue nefandezze. Tocchi di delicatezza sparsi e un finale che scuote la coscienza, grazie a simbolismi acquatici come a dir che l’isolamento dà speranza per una vita migliore. Seconda parte più sfilacciata e meno d’impatto ma nel complesso notevole.
MEMORABILE: La tartaruga blu; Il nonno seppellito nel distributore automatico; La panchina sott’acqua.
Al suo primo film, Ki Duk mostra già le sue buone doti registiche unite ad una "sincerità" che si perderà
nelle opere future che saranno in certi casi più "ecumeniche", in altri troppo leccate e programmatiche.
Qui invece serve allo spettatore un film duro, violento ed a tratti sgradevole , il cui protagonista è un reietto della società
per cui è difficile provare empatia. Le asperità però sono smussate da alcuni momenti spiazzanti e poetici
come il bellissimo finale che si staglia nella memoria. Buon film.
L'abilità e la forza del regista sudcoreano sta nell'incredibile eleganza tramite la quale miscela violenza ai limite del sopportabile (stupri, violazioni corporali, umiliazioni) e immagini di un lirismo abbacinante che sono fonte di profonde riflessioni. Immerso in un clima cupo, nel quale i protagonisti sono reitti e scarti della società, la sceneggiatura mediante l'uso di metafore più o meno immediate mostra che ogni indivuduo, una volta trovata la propria "dimensione", può raggiungere la pace con sé stesso. Esordio cinematografico da circoletto rosso, come direbbe il caro Tommasi.
Crocodrile vive insieme ad un vecchio e ad un bambino sotto un ponte, depredando i cadaveri dei suicidi. Quando una giovane donna da lui salvata si aggrega a questa famiglia di reietti, lui la ama nell'unica maniera che conosce: con le botte e lo stupro... Esordio che già contiene in nuce le due "anime" non sempre conciliate del cinema di Kim Ki-Duk: quella disperata che esplora dove può giungere la degradazione morale e fisica vs. quella lirica, visivamente appagante, qui ancora immune dalla maniera. Film laido e bello come il suo protagonista
MEMORABILE: Sotto la superficie lurida, l'acqua del fiume è di una trasparenza cristallina; il bellissimo finale
Il cinema puro e sincero di Kim Ki-Duk, al suo esordio, è qui espresso in tutta la sua drammatica potenza. Il protagonista è un reietto a cui la vita non ha regalato nulla e che conosce solo la violenza e il sciacallaggio come strumenti per comunicare/vivere. Per assurdo la società che lo circonda non si comporta meglio di lui. Ecco che l'imprevisto con la sua carica di nuove e infinite possibilità sconvolge e rimescola le carte affondando i denti nella routine e porta anche l'uomo più selvatico a essere obbligato a stringere relazioni.
Kim Ki-Duk HA DIRETTO ANCHE...
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DiscussioneDaniela • 11/09/14 14:28 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Didda: Impegno di seguire a ruota mantenuto, grazie per avermi messo sulla buona strada, ne valeva davvero la pena... ;o)
DiscussioneDidda23 • 12/09/14 09:46 Contatti col mondo - 5798 interventi