Chimera - Film (1968)

Solito musicarello che ha il solo scopo di sfruttare l'onda lunga del successo del cantante del momento e le sue canzoni E canzoni a parte, il film lo si dimentica in un battibaleno. La storia sa di già visto, i dialoghi pretenziosi e alla fine gli sbadigli sono assai numerosi. Cast di contorno sprecato.

Sarà ingiusto valutare questi come gli altri film, ma ciò non toglie che sia tremendo. Per arrivare al metraggio si moltiplicano le canzoni di Morandi, si mettono paesaggi brasiliani, spettacoli circensi e un brano di Roberto Carlos: ciò è la parte migliore! Recitazione agghiacciante, trama o risaputa o ridicola o grottesca. I brasiliani vengono fatti parlare con cadenza ligure. Il grande Tino Bianchi, in un ruolo serio, deve imbastire tre espressioni tre: paragonato agli altri è un misto fra Laurence Olivier e Dio, con prevalenza del secondo.

Morandi-Efrikian ultimo atto. Dopo l'episodio anomalo precedente si torna in carreggiata con questa storiella, dove cambiano i nomi (Traimonti diventa Raimondi...) ma non la sostanza. Gianni finisce il servizio militare e cominciano le grane: siamo nel '68, la musica (e non solo quella) sta cambiando. Vi è un tentativo di inserire la vicenda nel contesto storico di allora, ma è appena sfiorato. Tutto il resto è come sempre (canzoni, sentimento e comici) con l'aggiunta di un Brasile da cartolina. Noiosetto ma con un paio di buone canzoni. Bramieri tenta di fare Villaggio...

Musicarello a colori con Morandi che terminato il "lungo" servizio militare riprende la sua attività canterina con qualche grana sentimentale. Trama risibile che pone in primo piano i sentimenti e drammaticità all'acqua di rose. Intermezzo carioca senza construtto. Alcune canzoni di Morandi sono comunque apprezzabili.

Solito musicarello con la coppia Morandi-Efrikian sotto la supervisione di Nino Taranto. Cliché risaputo, location brasileira e tanta tanta musica. Chi approccia questi film non può attendersi granché di diverso e quasi sempre li si guarda per simpatia verso il cantante di turno o la bella che lo accompagna. Passabile.

Musicarello simil-sceneggiata con tutti gli ingredienti del caso: lui, lei, l'altra. C'è poi un nascituro in pericolo ma...tranquilli, il miracolo è dietro l'angolo. Le ultime scene (condensate in 10 minuti scarsi) sono agghiaccianti, così come quasi tutto il resto del film. Imbarazzante la sceneggiatura. Lo può vedere chi ama le canzoni di Morandi (ce ne sono diverse) e chi apprezza i tanti caratteristi ed attori di contorno che potevano essere sfruttati meglio. Nino Taranto è sempre simpatico ma i siparietti cui è costretto, mettono tristezza.

Pessimo congedo di Morandi, che chiude la quadrilogia musical-sentimentale con l'unico episodio girato a colori, nonché in trasferta addirittura trans-oceanica (Brasile): eppure, il peggiore in assoluto. Filmetto vuoto di idee, quasi interamente incentrato sulle vicissitudini ginecologiche della Efrikian (unica donna al mondo che scopre di essere incinta solo al quinto mese, e solo perché "ha dei capogiri"), pregno di una sottospecie di humour demenziale veramente indigesto. Impennata melodrammatica nel pre-finale da sgomento. Bramieri ridotto a patetico clown: una debacle!

Commedia autobiografica pessima e scontata, cucita apposta per Morandi il quale mette in evidenza (non appena può) tutte le sue qualità canore. Tuttavia del cast fanno parte attori importanti che ogni tanto risollevano il film da una monotonia imbarazzante (mi riferisco ai fratelli Taranto e a Bramieri).

Finisce il servizio militare e cominciano i problemi. I tempi sono cambiati, la musica pure e il bravo Morandi, pur di sbarcare il lunario, è "costretto" a viaggiare in Brasile per una serie di concerti organizzati da una facoltosa ragazza segretamente innamorata di lui. Il musicarello è quello che è e questo non si discosta dal solito plot architettato ad arte per le notevoli doti canore del Gianni nazionale. Poco da salvare, bravi attori di contorno trattati male (Bramieri parla in tedesco) e situazioni ridicole. C'è il colore però.

Gianni Morandi finisce il militare e trova la crisi musicale ("Sono stato dimenticato"), quindi l'unico rimedio per sbarcare il lunario è una tournée in Brasile. La moglie (Laura Efrikian, allora davvero sua coniuge) è incinta e lui, lontano da casa, viene tentato da un'altra donna. Musicarello che, nella consueta carrellata di banalità alleggerita da qualche raro momento di humour, si spinge in una specie di polpettone sentimentale solamente reso accettabile dal contesto - "squisitamente" trash - in cui è inserito. Stuolo di caratteristi.

Musicarello in cui Morandi interpreta l'alter ego Gianni Raimondi che, sul punto di terminare il servizio militare, deve sistemare la propria carriera musicale. Ci si chiede perché una lunghezza di 1h45': si fan sentire le canzoni, d'accordo (ce ne sono diverse, tra cui "La fisarmonica" cantata in un circo), ma la sceneggiatura fatica a trovare le idee buone per accompagnarle. Nonostante l'impiego di qualche simpatico caratterista, tutto procede senza vere gag ma con al massimo qualche innocua battuta.

Film in qualche modo preveggente: siamo ormai alla fine dei magici anni 60 e di lì a poco Morandi si troverà davvero a dover fronteggiare un drastico calo di popolarità (quando non aperte contestazioni da parte del pubblico) e a doversi rivolgere anche al mercato estero per restare a galla. A livello di trama e recitazione comunque siamo al di sotto della media del genere, per non parlare di regia e montaggio. Un episodio minore di un genere già di per se "minore", consigliabile solo ai fan di Morandi.

Ennesimo musicarello con Morandi e la Efrikian infarcito di canzoni e dettato da una trama ridicola e a tratti imbarazzante. Qualche momento leggero nella prima parte grazie ai vari caratteristi (quasi tutti sprecati), poi nella seconda si dà spazio a Nino Taranto con l’innesto di Bramieri, ma con poca resa. I protagonisti invece non convincono proprio nella recitazione.

Musicarello che avrebbe avuto tutte le carte in regola per diventare un drammone (fanciulla irreprensibile rischia di essere cornificata dal neo sposo aspirante cantante di successo), ma che per fortuna opta per i toni da commedia (il lieto fine è garantito). Più che per la trama, comunque, il film merita la visione sia per i bei brani eseguiti da un Gianni Morandi in gran forma (e ve ne sono parecchie di canzoni, probabilmente allo scopo di tappare le lacune della sceneggiatura), sia per il cast maturo (i fratelli Taranto, Cannavale e Bramieri). Mediocre ma nel contempo piacevole.