Chiavi in mano - Film (1996)

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Chiavi in mano
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MMJ Davinotti jr
Anno: 1996
Genere: comico (colore)
Note: Remake di "Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda e tutta calda", diretto dallo stesso regista.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il baratro che si scava tra questo pallido remake e gli originali decamerotici di inizio Settanta è prima di ogni cosa quello dato dall'apparenza: laddove lo schermo panoramico e la vivace fotografia contribuivano a creare un'atmosfera festosa che ben si addiceva alle semplici storie raccontate, qui abbiamo una scipita confezione paratelevisiva e il 4:3 a ricordarci che i tempi sono profondamente cambiati. D'altra parte un remake dell'Ubalda nel 1996 non poteva che sortire un anacronismo molto più evidente di quelli che affollano le scontate gag del film. Poi naturalmente l'altra...Leggi tutto grande differenza è il parco attori, qui in buona parte proveniente del piccolo schermo con l'aggiunta di qualche caratterista di valore come Spaccesi o riconoscibile come Drovandi. Promuovere Martufello a protagonista poteva sembrare un azzardo, ma il suo buffo dialetto ciociaro si sposa bene col personaggio e la collocazione medievale della vicenda. Di ritorno dalle crociate, Baccello detto il Favagrossa sogna di poter sfogare i suoi istinti sessuali repressi da tre anni di guerra con la moglie Ubalda (Roccaforte), salutata a casa dopo averle fatto indossare una cintura di castità. Non sa che quella, forzato subito il marchingegno con l'aiuto di Capoccione (Vastano), un fabbro inventore da quattro soldi, si è dedicata per anni a vendere il proprio corpo e incassare. Perdipiù Baccello, incontrata una meretrice sulla via (Badescu), viene derubato proprio della chiave (oltre che dell'autografo di Goffredo da Buglione) e, una volta a casa, non sa come risolvere il problema. Scoperto tuttavia quanto accaduto in sua assenza, Baccello trascina davanti al giudice (Spaccesi) l'ex amico Capoccione per denunciarlo col risultato però che, a sorpresa, l'Ubalda difende proprio l'inventore lasciando il marito in braghe di tela. Da qui la storia procede tirando in ballo Genuflessa (Cavagna), bacchettonissima moglie di Capoccione, e riportando sulla scena la meretrice incontrata per via che si scopre essere in realtà una principessa. Una storia che muove persino discretamente i suoi personaggi, con inserti quasi da “Drive-in” quando si tratta di spettacolarizzare il classico rogo in piazza (presentato da Drovandi come un autentico show in diretta) o da televendita quando compare sul set il “Baffo” Roberto Da Crema, che s'impegna a reclamizzare una bizzarra scopa-aspirapolvere (facendo poi ritorno verso il finale per introdurre con Drovandi un nuovo rogo). Sergio Vastano con capigliatura alla Giorgio Ariani gioca con l'accento milanese dando del “terrone” un po' a tutti e lasciandosi andare senza freni, le tre bellezze (Roccaforte, Cavagna e Badescu) sfoggiano generosamente il voluminoso petto e fanno quel che possono (la Cavagna denotando impegno superiore), mentre Martufello mattatore (rivolgendosi talvolta direttamente a noi non si sa perché) cerca di reggere su di sé l'intero peso del film senza strafare. Purtroppo l'impatto visivo è desolante, nella sua sciatteria. Non tanto per le ambientazioni (Sarnano, in provincia di Macerata, è un borgo medievale più che adatto alla bisogna) quanto per la sensazione di povertà che comunicano i costumi, le scenografie e molto altro. Insomma, se l'operazione remake può dirsi fallita (per quanto l'idea in sé fosse in fondo simpatica) lo si deve al momento sbagliato e alla scelta non proprio felice di un cast troppo televisivo che non regge il confronto con i gloriosi nomi che seppero animare un filone comunque di non brillantissima resa già allora.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/12/07 DAL BENEMERITO UNDYING POI DAVINOTTATO IL GIORNO 3/12/21
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Undying 4/12/07 18:10 - 3807 commenti

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Nell'epoca della rivalutazione dei "generi" (gran parte del merito lo si deve a riviste come "Amarcord" e "Nocturno") Mariano Laurenti intravide la possibilità di far rivivere il genere "boccaccesco" o della commedia in costume. Traendo essenza dal celeberrimo Quel gran pezzo dell'Ubalda, il regista ripropone il medesimo tema, con effetti men che mediocri, dati dalla presenza di icone televisive. Ci infila dentro pure l'icona della pubblicità, anche se il balbuziente venditore resta la cosa più divertente.
MEMORABILE: Silvio Spaccesi rappresenta il trait d'union tra il cinema degli Anni Settanta e questo film.

Tarabas 19/10/09 15:18 - 1878 commenti

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Tragico remake di un film stracult dei mitici Anni Settanta (nientemeno che l'Ubalda), mette in scena un campionario di attori rivedibili, a partire dalle protagoniste femminili, rispetto alle quali la Fenech e la Schubert sembrano Greta Garbo e Marlene Dietrich. Sui protagonisti maschili meglio sorvolare. Messa in scena povera di mezzi e di gusto, anacronismi sciocchi, la sensazione immediata che si tratti di un'operazione senza capo né coda. Fast forward obbligatorio.

B. Legnani 20/10/09 21:31 - 5519 commenti

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Decamerotico molto tardo, ma ancor più tremendo che tardo. Davvero non si sorride mai, come fa prevedere il primo tentativo di battuta: Martufello dice di essere andato a Gerusalemme perché aveva capito "crociera", non "crociata". Si continua battendo il tasto degli anacronismi e degli assurdi camera look. Disastrose la Badescu e la Roccaforte (la Cavagna è la meno peggio). Vastàno fa Vastàno, mentre il protagonista Martufello non regge il film, ma sarebbe stata impresa titanica pure per Ruggero Ruggeri. L'unico a recitare è Spaccesi.
MEMORABILE: L'avantreno della Cavagna.

Mco 3/06/10 17:29 - 2323 commenti

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Triste decamerotico, quasi impossibile da recuperare anche per gli amanti del trash più becero. Martufello è pressoché improponibile e il resto del cast non è meglio. La Cavagna e la Roccaforte hanno un gran bel balconcino ma, soprattutto la prima, faticano a stare daventi a una mdp parlando. Insomma, con Quel gran pezzo dell'Ubalda poco o nulla da spartire.

Darkknight 4/06/10 10:05 - 353 commenti

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Remake dell'Ubalda, dallo stesso regista, con un occhio all'Italia trash e teledipendente di oggi. Certe barzellette da asilo fanno cascare le braccia (vedi Ponzio Pilota), ma il mix tra ambientazione medioevale e anacronismi è simpatico e gli attori non fanno rimpiangere gli originali. E il tentativo di puntare su un genere defunto merita sempre un voto in più per il coraggio.

Matalo! 12/06/10 20:11 - 1378 commenti

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Pararemake dell'Ubalda, girato con una lingua filmica così sciatta che meno non si può e con l'aggravante del registro umoristico basato su anacronismi. Martufello è volenteroso e in fondo cerca di sostenere col blabla ciociaro un film che non ha leggerezza, quella dei decamerotici, che almeno si poggiavano sui bravi caratteristi. A donne siamo messi: bene con la Roccaforte, male con la Cavagna (due gran seni non fan primavera).

Markus 30/07/11 15:48 - 3680 commenti

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Terribile l'idea di proporre (nei bigi anni '90) il cosiddetto decamerotico (che nella stagione 1971/72 ebbe buoni consensi). Martufello fa quel che può, ma certamente non basta a sostenere una pellicola sbagliata sul nascere. Sorvoliamo sulla Cavagna, che negli anni ’70 si sarebbe probabilmente doppiata lasciando allo spettatore soprattutto l'immagine del corpo. Qualche buon caratterista di contorno, ma…

Disorder 15/12/14 17:48 - 1416 commenti

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Meno peggio di quanto mi aspettassi, ma è comunque un film improponibile da tutti i punti di vista. Ad affossare il progetto è soprattutto il cast, veramente male assortito. Martufello rifà Gassman, ma il paragone ovviamente non regge; dei comprimari la meno peggio risulta la Badescu, mentre Vastano proprio non si può vedere. Menzione d'onore solo per la fugace ma divertente comparsata di Roberto Da Crema, celeberrimo "baffo" delle televendite.

Zio bacco 15/10/15 23:30 - 240 commenti

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Sciagurato tentativo di rinverdire il decamerotico, con un tocco di comicità che tristemente non perviene. È un film recitato male e dai dialoghi assurdi. La scelta del cast, poi, ricade su attori totalmente inadatti al ruolo, oltre che su bellone da ornamento. Dall'inizio alla fine è un susseguirsi di gag puerili e non si ride neanche sotto tortura. Lascia perplessi la scadente qualità della fotografia e del montaggio: sembra infatti un film molto più vecchio dei suoi anni. Improponibile.

Herrkinski 21/11/16 03:55 - 8052 commenti

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Sorta di remake dell'Ubalda che, se già non era un capolavoro, perlomeno era uno dei rappresentanti più simpatici del decamerotico settantiano. Oltre a essere fuori tempo massimo, il film di Laurenti mette insieme un cast di attori e soubrette in scadenza (ad eccezione del sempre bravo Spaccesi, pur se sprecato), dove se la cava giusto Vastano grazie alla verve; Martufello mostra tutti i suoi limiti e le "attrici" fanno quel che possono, mostrando qualche tetta. Operazione coraggiosa ma improponibile, specialmente nella seconda metà dei '90.

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Reeves 28/11/20 16:04 - 2152 commenti

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Il momento veramente sorprendente è quando Roberto da Crema propone le sue offerte. Il momento piu kitsch è certamente la discoteca infernale. Per il resto è una sfilata di star televisive di secondo e terzo piano nel tentativo di rinverdire il decamerotico, un genere datato quam qui maxime. Poverissimo, tirato via, non sembrano crederci neanche gli attori, tra i quali spicca un Vastano con i capelli alla Gianfranco D'Angelo.

Il ferrini 24/05/21 02:09 - 2337 commenti

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Disarmante tentativo di aggiornare le vicende dell'Ubalda originale, mantenendo l'impianto decamerotico ma inserendovi una sorta di satira sulla televisione (le televendite durante i processi o gli stacchetti delle ballerine prima dei roghi). Se Pippo Franco e D'Orsi non sempre funzionavano, Martufello e Vastano sono molto peggio, e l'insistenza sui regionalismi nel linguaggio di tutti i personaggi alla lunga è irritante. Il comparto femminile è tanto bello quanto mediocre nella recitazione. Non si ride mai.

Pessoa 20/07/22 04:20 - 2476 commenti

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Laurenti rifà se stesso senza troppa convinzione riproponendo il decamerotico fuori tempo massimo. A pesare di più nel disastroso risultato finale sono una sceneggiatura imbarazzante e un cast modesto di estrazione televisiva che promuove al soglio cinematografico cabarettisti di secondo piano e starlette generosamente esposte che non sono in grado di fare il film. Apprezzabile l'impegno di Martufello che strappa qualche risata con il suo solito gergo burinesco ma le idee sono fritte e rifritte e la noia emerge spesso e volentieri. Assolutamente evitabile.
MEMORABILE: Il modello 740 come strumento di tortura.
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  • Discussione Tarabas • 20/10/09 22:26
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    Nom de plume...
  • Discussione Gugly • 20/10/09 22:27
    Portaborse - 4711 interventi
    Tarabas ebbe a dire:
    Nom de plume...

    Ah, ecco.
  • Discussione R.f.e. • 4/06/10 10:24
    Fotocopista - 826 interventi
    Il cosiddetto "decamerotico" era talmente legato all'humus di un periodo storico, come del resto, che sò, il western all'italiana, il poliziottesco, l'esotico-erotico anni '70, il cinema di science fiction anni '50... insomma, tutti generi che è assolutamente impossibile, secondo me, riproporre in anni come i nostri, dove troppe cose sono cambiate...
  • Discussione Zender • 7/06/10 21:06
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Perfettamente d'accordo. Se vengono riporoposte così poi...
  • Discussione Undying • 7/06/10 21:15
    Risorse umane - 7574 interventi
    Questo (brutto) film, secondo me, è particolarmente anacronistico a causa dell'impostazione puramente televisiva, a cominciare dal cast artistico selezionato...
    Ultima modifica: 7/06/10 21:16 da Undying
  • Discussione Mauro • 3/06/15 08:25
    Disoccupato - 11907 interventi
    E' scomparso ieri a Roma l'attore Silvio Spaccesi (79 anni). Sabato scorso era deceduta la moglie Rosaura Marchi, anch'ella con un passato da attrice.

    R.I.P.
    Ultima modifica: 3/06/15 08:26 da Mauro
  • Discussione Panza • 3/06/15 09:26
    Contratto a progetto - 5201 interventi
    Mauro ebbe a dire:
    E' scomparso ieri a Roma l'attore Silvio Spaccesi (79 anni). Sabato scorso era deceduta la moglie Rosaura Marchi, anch'ella con un passato da attrice.

    R.I.P.


    Dispiaciutissimo!
  • Discussione Zender • 3/06/15 10:08
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Già, davvero una bruttissima notizia. Oggi lo celebreremo con una PASSATA INTERVISTA DI GEPPO che fece in attesa di una seconda parte che purtroppo non verrà più.
    Ultima modifica: 3/06/15 12:55 da Zender
  • Homevideo Ruber • 21/11/15 19:20
    Formatore stagisti - 9241 interventi
    Uscito solo in vhs Medusa.
  • Curiosità B. Legnani • 3/11/19 11:37
    Pianificazione e progetti - 14939 interventi
    Scrive Marco Giusti, Dizionario Stracult, pagina 157:
    "Luciano Martino, insieme a Galliano Juso, intendeva farne un remake "alto". Si era fatto avanti, allora, perfino Enrico Ghezzi, che pensava di intitolarlo "Quant'è bella la Ubalda tutta ri-nuda e tutta ri-calda". Poi la cosa saltò: Juso cedette la sua quota di diritti a Martino, che la passò a Laurenti. Una scelta classica.