Viscerale e "incestuoso" film di Serge Gainsbourg con protagonisti se stesso e la figlia Charlotte. Curioso film sul rapporto padre e figlia, egli la desidera ardentemente nonstante siano legati dal fortissimo legame di sangue che li congiunge. Un film "dannato".
Film intimista che mette in scena il difficile rapporto tra un padre (Serge Gainsbourg) ed una figlia (Charlotte Gainsbourg) sfiorando e suggerendo tematiche piuttosto scabrose (l'incesto) senza mai dare corpo a volgarità. Girato tutto in interni fortemente in ombra è un film ambiguo che vive di momenti poetici e qualche dozzinale caduta di tono. Belle le musiche dello stesso Gainsbourg che mette in scena senza pudori il suo disfacimento fisico di artista fallito, alcolizzato, tormentato e che ama la figlia alla follia, forse troppo.
Drammone decadente e cupissimo (girato tutto in interni perennemente in penombra), ben confezionato e piuttosto riuscito nel suo ritratto di artista maudit contemporaneo (pur con alcuni passaggi eccessivamente autoreferenziali). Ciò che colpisce di più è comunque la morbosità con la quale il buon Serge mette in scena il corpo più o meno spogliato della figlia all'epoca sedicenne, anche se va detto che il tanto sbandierato incesto non viene mai apertamente esplicitato. Buona colonna sonora, con la notevole canzone omonima come main-theme.
Clamoroso exploit cinematografico del cantautore maledetto Gainsbourg (ormai definitivamente mutato nel suo alter ego Gainsbarre) il quale, desideroso di ripetere e surclassare le vette degli scandali creati con la compagna Jane Birkin, si decide a mettere in campo la giovane figlia Charlotte al posto della mamma, non esitando ad addossare alla sua maschera già tragica e discussa la sgradevole ombra di un incesto dal valore puramente allegorico. Un film indubbiamente autobiografico e perverso, tuttavia non per le ragioni che ci si aspetterebbe.
MEMORABILE: La straordinaria somiglianza della futura diva Charlotte (qui appena quattordicenne e dall'aspetto ancora efebico) con l'adorato papà.
Mattonata su un rapporto morboso padre-figlia, con lui artista maledetto tipo Baudelaire dei poveri e lei sua impenetrabile musa monoespressiva. Nel finale tutto il drammone si risolve in uno "Stavo scherzando". La Gainsbourg rivela fin da giovanissima una notevole propensione al mattone, infatti il film anticipa di una trentina d'anni certe opere di Von Trier, assimilabili a questa in quanto a pesantezza, vacuità e scabrosità puramente di facciata.
MEMORABILE: Il campionario di seni adolescenziali mostrati a casaccio dal regista; L'esplosione dell'incidente, da cui si salva non si sa come il protagonista.
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HomevideoBuiomega71 • 23/12/17 15:53 Pianificazione e progetti - 22396 interventi
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Fosco 31/08/09 15:34 - 45 commenti
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Grottabuia 9/10/19 23:42 - 10 commenti
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