Catene invisibili - Film (1942)

Un film gradevole anche se un po' deludente nel finale. Notevole interpretazione di Alida Valli nei panni di una giovane e ricca ereditiera al passo coi tempi, intraprendente e vulnerabile. Un buon soggetto, ma i ruoli drammatici non vengono valorizzati dalla recitazione troppo pulita e giovanile degli attori. Figura nevralgica quella di Carlo Ninchi, rigida e impostata, volta a rappresentare il sinonimo della rettitudine e dell'onestà. Simpatico come sempre Campanini.

Da un lato Giuditta Rissone, che sa riempire la scena con maestria, dall'altro una giovane e talentuosa Alida valli, in grado di farsi notare in un cast di veterani. La storia di per sé è veritiera e affronta con cognizione di causa quei rapporti familiari basati sul non detto e sulle incomprensioni: la morale è che si arriva a capire quello che si è perso solo quando questo viene meno. Il film affronta anche temi collaterali, come quello della solitudine. Le catene invisibili sono quelle di una prigione senza sbarre, spezzarle è pressoché impossibile.

Uno dei "film che parlano al vostro cuore", come erano stati lanciati all'epoca i melodrammi che Mario Mattoli dirigeva lanciando Alida Valli come attrice drammatica. Qui la trama è tutta riassunta dagli sguardi diversi sulla vita che hanno lei e Giuditta Rissone, mentre Carlo Ninchi ancora una volta è chiamato a un ruolo di burbero tutto di un pezzo. Molto gradevole.