Gli stessi produttori di Nemo concepiscono un film di animazione computerizzata (dalla grafica a dir poco stupenda) in cui i personaggi sono solo automobili, ambientato in un mondo in cui a vivere sono solo mezzi di trasporto. Certo il soggetto lascia perplessi ed è facile intuire quanto sia rivolto a dei ragazzini, tuttavia si lascia vedere con vero piacere e riesce molto a coinvolgere e divertire. Certe trovate sono geniali come il pullmino yuppie della Wolkswagen che parla di un prodotto naturale ma proibito.
Il mito del sogno americano contro la strafottente sfacciataggine dei giovani moderni. Una celebrazione dei film degli anni d'oro del cinema. La grafica dei titoli è la stessa di American Graffiti, il bar di Flo ricorda quello di Alice's Restaurant, Saetta McQueen si rifà a Steve McQueen e il vecchio Doc a Paul Newman (il suo doppiatore). Tutti i personaggi riprendono ogni sfacettatura dell'America tipo, dall'hippie al militare ancora legati al passato, agli emigrati messicani e italiani (per una volta grandi lavoratori). Come sempre da vedere.
Cars è certamente il film più "adulto" della Pixar. Da un tema sulla carta non esaltante, la mente creativa del gruppo americano (Lasseter) costruisce un film tecnicamente memorabile e tematicamente profondo. Le metafore sui rapporti umani e sull'importanza dell'età e dell'esperienza sono tra i temi migliori mai trattati dal cinema di animazione. Il film è un vero spettacolo per gli occhi per come è stato realizzato. Tutt'altro che per ragazzi.
Divertente cartone tutto in computer-grafica ma che, grazie a una buona caratterizzazione dei personaggi (veicoli umanizzati), fa passare una piacevole ora e 20 circa in questo paese (un tempo meta turistica) tagliato ormai fuori per colpa di una super strada che gli passa a fianco. Su tutti spiccano il carroattrezzi Cricchetto (fuoriclasse della retromarcia), il giudice (ex campione di corse), il timido camion dei pompieri e il gommista Luigi (patito della Ferrari), col suo aiutante Pit-stop. Da vedere.
Tecnicamente impeccabile, ma un po' troppo lungo e a tratti addirittura noioso: impagabili le scene dei trattori e del pit-stop durante la gara finale. A parte questo non c’è molto che mi sia rimasto impresso. La sceneggiatura non raggiunge i livelli degli altri film della Pixar.
La Pixar è, oramai, divenuta garanzia di qualità, ed anche questo film ne è la conferma. Certo la storiellina di fondo vale il giusto, ma va tenuto anche presente che, in genere, un film così vien guardato da bimbi e che quindi si cerca proprio la pseudo favola. Visto non da bimbi si apprezza per una qualità grafica notevole, certi momenti comici molto carini ed una buona dose di miele. Si può decisamente vedere!
Giovane bolide campione delle piste si trova accidentalmente confinato in uno sperduto paesino dove fa esperienza della vita reale. La trama sarà piatta e prevedibile, ma non c'è dubbio che questo film d'animazione sia divertente e perfino galvanizzante. Sul solito canone del cartoon (con inevitabile aggiornamento tecnologico) si installano una sceneggiatura pirotecnica, un'animazione che riesce a rendere umane le automobili e un'ironia bonaria che riesce a caratterizzare ogni singolo personaggio, alcuni in modo strabiliante. Molto piacevole.
Tecnicamente è un prodigio. Incredibile è la perfezione grafica di ciascun modellino e la verosimiglianza dei movimenti d'insieme. Ma rispetto ad altri lavori della Pixar la trama è meno incalzante e vi sono momenti che risultano anche abbastanza noiosi. Forse è più un esercizio tecnico di patiti di collezionismo che un vero cartoon ispirato ed emozionante. O forse ci stiamo abituando troppo bene e dopo giocattolini, pesci e superuomini la misura incomincia ad essere colma.
Sono tutte auto con occhi e bocca e espressioni rese vive dal computer, le protagoniste di questo bel cartoon. Attraverso le avventure di Saetta McQueen, giovane auto da corsa veloce ma poco esperta della vita, si scoprirà un'America che viaggiava su strade (Route 66) che permettevano di godere luoghi e paesaggi e "calore umano", ora dimenticati, viaggiando velocemente su autostrade che annullano tutto tra la partenza e l'arrivo. Saetta scoprirà l'amicizia la lealtà e l'amore. Tutti i personaggi sono molto centrati e le scenografie fantastiche.
Verrebbe di domandare ai dirigenti della Pixar se il target del film sia un bambino, un ragazzo o un adulto, perché sondaggi alla mano (fatti in famiglia) non contemplano il sesso femminile, se non sporadicamente. La computer grafica è perfetta per un film che acchiappa subito. Affezionati a saetta Mc Queen, ne seguiamo le gesta, ne percorriamo le strade, cercando un orizzonte lontano che ci riporti a casa.
Non un granché a mio avviso. La storia è banale, e riprende alcuni elementi già visti in A bug's life; inoltre mettere delle auto vagamente antropomorfe come protagoniste ha creato parecchi problemi a livello di struttura delle gag, quasi assenti. Se si aggiunge che il doppiaggio italiano ha qualche voce impresentabile, le musiche di Randy Newman sono brutte e che l'esaltazione della velocità in un film per bambini (salvo ovvio ripensamento finale) non è il massimo dell'intelligenza, il quadro è completo.
Un mondo di automobili il cui unico tratto antropomorfo sono gli occhi che si guardano dal vetro anteriore è l'ennesimo paese fatato made in Pixar, dove vive il mito della Route 66, la prima strada ad attraversare gli Usa da costa a costa. Su una base semplice, fatta di dualismi tra città e campagna, gioventù ed esperienza, effimere ambizioni e vere passioni, Cars è un gioiello di scrittura e recitazione (eh sì), pieno di chicche per i grandi (il Van ex hippy e la Jeep militarista) e messaggi per i più piccoli. Straordinario.
Esclusa la prima parte leggermente lenta, il film (perché con la Pixar non si può parlare di semplici cartoni animati) scorre bene, anche se è inferiore ad altri prodotti da questa casa cinematografica. Molto suggestiva l'ambientazione sulla Route 66 e notevoli i diversi personaggi.
Animazione di altissimo livello, ma soprattutto una storia piena di simpatiche trovate che non può far altro che appassionare lo spettatore ai vari personaggi a quattro ruote che popolano la pellicola. La tramutazione del mondo umano in un mondo di automobili (con i trattori che interpretano una mandria di mucche...) sarà poco ecologica ma di sicuro fascino. Finale ovviamente buonista e melenso, ma che non guasta assolutamente.
La Pixar realizza un piacevole lungometraggio con una grafica a livelli molto alti e protagonisti (simpatiche automobili) che ragionano come veri umani. La storia è scritta accuratamente e, dopo una prima parte dal ritmo abbastanza lento, fa un notevole salto di qualità riuscendo a coinvolgere. Alcune scene sono memorabili e divertono non sono i bambini ma anche gli adulti.
Lungometraggio di routine per la Pixar, in cui l'abbondanza di citazioni per il pubblico adulto (impossibile non pensare a Steve McQueen e Paul Newman, tanto per citare due nomi) copre abilmente una trama piuttosto lineare e prevedibile. Non manca uno sguardo benevolente sul sogno americano e una sottile fantasia posturbana, ma non ci si presta molta attenzione in quanto la grafica frizzante, l'ironia e le buone caratterizzazioni riescono ad intrattenere più che degnamente.
MEMORABILE: Cricchetto e Saetta che spaventano i trattori; il pit-stop fulmineo durante la finale; "Luigi ti rimetterà in sesto, anche se non sei una Ferrari".
Considerato come il meno riuscito film Pixar, è testimonianza della qualità dello studio americano il fatto che si tratti comunque di un cartone molto piacevole. Certo, la storia è molto più banale e terra terra rispetto alle tematiche adulte di Up o Gli incredibili, ma l'animazione è ben fatta e certe gag sicuramente divertenti. Simpatiche anche le canzoni di Brad Paisley. Abbastanza fastidiosi alcuni personaggi come Carl Attrezzi. Il doppiaggio originale è diecimila volte superiore al nostrano, naturalmente.
Ottimo lungometraggio firmato Pixar che si propone di analizzare i rapporti umani attraverso le automobili, facendolo con grande stile ed approfittando della possibilità per colmare il film di citazioni che delizieranno il palato degli appassionati di automobili. Grande profondità (purtroppo un po' persa nel seguito), conferisce un valore assoluto alla pellicola anche come maestra di vita, capace di affascinare i più piccoli con i rombi delle auto ma sopratutto di commuovere i più grandi con le vicende che si susseguono.
La morale è di quelle fin troppo abusate, ma l'atmosfera del racconto la rende coinvolgente. Spettacolari giochi di luce e di riflessi in scene dal ritmo frenetico. Sovrabbondanza di dettagli con le sequenze nel circuito specialmente di livello eccelso. Una serie di personaggi molto riusciti. Divertente e decisamente bello da guardare. Riuscitissima l'espressività dei veicoli. Buono il doppiaggio italiano, specialmene per Doc/Barbetti e Luigi/Della Noce. Svariate le trovate ben riuscite: nel complesso un buon film.
Esempio un po' lezioso dell'attitudine paradigmatica della Disney/Pixar a farsi portavoce di valori umanistico-universali quanto più si raffina la tecnologia di animazione. Visivamente eccezionale, presenta il suo vizio di forma non tanto nella eccessiva lunghezza (frutto del lodevole tentativo di dilatare i tempi e rilassare la visione adrenalinica), quanto in una caratterizzazione poco empatica dei personaggi e in un intreccio un po' meccanico. Cinematograficamente crepuscolare la rievocazione della Route 66, sapida l'ambientazione stile Nascar.
Ottimo film di animazione della Pixar che riesce a coniugare una tecnica sopraffina a una giusta lezione di morale. Come sempre tutti i personaggi sono ben studiati e anche il doppiaggio italiano riesce a trasmettere la loro perfetta caratterizzazione. Sicuramente un film che piacerà sia agli spettatori più piccoli che a quelli adulti, per i vari livelli di lettura a cui si presta (un classico per questo tipo di prodotto). Merita la visone: ***!
Film d'animazione spettacolare, allegro, malinconico e a tratti pure emozionante. La storia è semplice, ma come spesso capita la semplicità centra dritto subito il bersaglio (in questo caso lo spettatore). I veicoli sono umanizzati in modo egregio e i luoghi della route 66 a tratti sono veramente coinvolgenti. Il tutto si lascia guardare con un "filo di gas" senza tentennamenti ed è bello immergersi in questa gara animata non solo da rombi di motori ma anche da sentimenti.
Saetta McQueen, giovane ed ambiziosa auto sportiva tutto tesa al successo e alla gloria, ritrova la sua "umanità" (sic!) a contatto con i semplici automezzi di un paesino sperduto in mezzo al deserto, nel quale è stata costretta a sostare suo malgrado... Impeccabile dal punto di vista della realizzazione tecnica, luccicante nei cromatismi accesi dei veicoli, pieno di gustosi riferimenti cinefili, ma anche banale nella trama, scontato nella tipicizzazione dei personaggi, a tratti perfino noioso: un film poco riuscito, almeno se confrontato con gli elevatissimi standard del marchio Pixar.
Piacevolissimo prodotto Pixar: come è giusto che sia la storia dell'auto da corsa Saetta McQueen è semplice ma carica di valori (il piacere dell'amicizia, l'importanza del rispetto, il saper perdere), forse un po' scontati ma che per i più piccoli sono importanti. I più grandi, cui un ripasso non guasta comunque mai, rimangono invece colpiti dall'ottima realizzazione e da alcuni personaggi veramente centrati (su tutti i due ormai assurti a eroi di casa mia, l'irresistibile Cricchetto e il gommista Luigi). Confesso che mi sono commosso. Grande animazione.
Non era facile realizzare un intero film, peraltro di due ore, con protagoniste soltanto delle auto, per quanto antropomorfizzate. Invece questo Cars, cui seguirà più d'un sequel e perfino di spin-off, può dirsi un'operazione riuscita. Merito della strabiliante cura nei dettagli delle animazioni ma anche dei dialoghi brillanti doppiati da vip come Ferilli o Messeri e da piloti reali come Zanardi e Trulli. La trama è semplice ma funziona e il messaggio, contro l'arroganza e l'arrivismo, è nitidissimo. Certo, è un cartoon, ma non ci si annoia.
MEMORABILE: La scoperta nel magazzino delle tre piston cup di Doc Hudson (nell'originale doppiato da Paul Newman).
Promessa della velocità maturerà grazie agli insegnamenti di un ex campione. I contenuti risultano piuttosto evoluti, per un pubblico giovanissimo, e mostrati in modo diretto (le ganasce e la chiusura nella recinzione, l’incidente nel finale). Anche il protagonista sarebbe stato meglio se più ingenuo, invece è il ritratto della spocchia. Parte centrale che ogni tanto annoia. A livello visivo niente da eccepire con le macchine che sanno bene “umanizzarsi”. Sul fronte italiano si apprezza il tributo alla prima Cinquecento e alla scuderia Ferrari (sebbene con la voce comica di Zelig).
MEMORABILE: Il quartino di olio; Il cambio gomme durante la gara; L’arrivo di Schumacher; La coda dei trattori; Cricchetto sull’elicottero.
Un incidente di percorso farà sì che una rampante auto da corsa possa scoprire valori di vita più importanti del semplice gusto della vittoria. Storia atipica, in cui il protagonista non è il personaggio migliore e l'antagonista resta soltanto sullo sfondo; quello che davvero rende piacevole questo cartone sono i caratteristici e variegati abitanti di Radiator Springs (uno di loro ha un segreto...), tra i quali spiccano per simpatia il carro attrezzi e il pulmino Volkswagen. La sapiente alternanza di momenti riflessivi e humour nonché l'ottima animazione fanno il resto. Notevole.
MEMORABILE: "Vuoi spegnere quella robaccia irrispettosa?!" "Rispetta i classici fratello, è Hendrix!"; "Il Re deve finire la sua ultima gara".
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