Don Ciccio (Enzo Monteduro) vuole entrare in grazia del boss mafioso Calogero Lentini (Francesco Mulé) e gli capita l'occasione quando si pone, come intermediario, per la rilevazione d'un terreno su cui operare speculazioni edilizie. Ci si mette anche la bella figliola del capomafia, rimasta incinta ed alla ricerca di marito, a coronare il sogno del patetico personaggio. Classica commedia di stampo erotico, ben poco riuscita a dispetto della presenza di Francesco Mulé (alter ego vocale dell'orso Yoghi) e di alcune piacenti presenze femminili, sulle quali predomina l'incantevole Angela Covello.
Scombiccheratissima commediaccia, che non funziona già dal fatto d'avere Enzo Monteduro come protagonista, il che può reggere per uno sketch, non per un lungometaggio (l'attore, per la regìa di Montero, mostra qui il pisellino ma, con lo stesso regista, farà anni dopo qualcosa di pepatissimo). Non si capisce bene cosa si volesse fare, con personaggi che spariscono (la Gori, la Fabrizi), caratterizzazioni eccessive (Venantini), trama che salta, si riallaccia, riscompare. Gineceo notevole: stupenda la Covello, di gran classe la Fabrizi, irresistibile il sorriso della Lindt.
Girato contemporaneamente e nelle stesse location de La cameriera, il tristo filmetto non solo non fa mai ridere ma è anche piuttosto irritante, dato che raramente si è visto un tale parco femminile così indegnamente sprecato. Riuscendo a sorvolare sulla sconclusionatezza della sceneggiatura e sul miserando livello della produzione (nel 1975 la polverosa Fiat 1500 di Monteduro era fuori catalogo già da una buona decina d'anni), gli sguardi e le forme della Covello, della Lindt e delle altre riescono lo stesso a farci sognare per qualche minuto.
Noioisa pochade a tema mafioso che promuove a protagonista un discreto caratterista affidandogli un personaggio abbastanza odioso. Insomma, di ridere non se ne parla, nemmeno ricorrendo ai soliti luoghi comuni sulla mafia, tanto che, rispetto a Monteduro, più simpatici risultano Mulè e Musco. A salvare la situazione sono i generosi nudi, anche se comunque manca il tono vivace e brioso che dovrebbe invece esserci. Nemmeno la trama è sviluppata a dovere, sopratutto quando si dovrebbe capire come faccia "carriera" Monteduro. Buone le musiche.
Farsa vagamente sexy che promette molto ma mantiene poco. L'ambientazione sicula, con le quasi immancabili faccende di mafia gestite a mo' di commedia, sono tirate persino per le lunghe; se poi ci aggiungiamo che un caratterista come Enzo Monteduro viene elevato a protagonista... c'è poco da star allegri. Le squallide scenografie fanno da triste cornice a una storia che Roberto Bianchi Montero gestisce come può, salvato solo in parte dalla professionalità di qualche attore (Francesco Mulé, Venantino Venantini e la bella Valeria Fabrizi).
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