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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Si comincia nell'ambiente cinematografico della Hollywood Anni Trenta tratteggiando con gusto il personaggio dell'agente di successo Phil Stern (Carell), ma gli obiettivi sono altri. Il vero protagonista è suo nipote, il giovane Bobby (Eisenberg), giunto a Los Angeles con l'obiettivo di fare carriera nel cinema e subito perso negli occhi della bella segretaria (Stewart) dello zio, che con quest'ultimo ha già una segreta relazione. Un incrocio pericoloso a svelamenti involontari progressivi che porterà Bobby ad abbandonare il campo e tornarsene a New York dove andrà a lavorare nel night di suo fratello, un gangster assieme al quale comincerà ad incassare davvero bene senza doversi mai "sporcare...Leggi tutto le mani", arrivando a sposare una bella donna (Lively) e cercando di dimenticare l'amore perduto. Allen parte quindi da un'amorevole descrizione della Hollywood d'epoca (che Storaro fotografa sontuosamente) per poi virare in tutt'altri ambiti, facendo capire che si tratta in fondo solo di ideali quinte intercambiabili utili giusto ad esibire la ricchezza delle ricostruzioni d'epoca (favolosi anche i costumi). Il fulcro della vicenda è invece una semplicissima storia d'amore contrastata, con un Eisenberg che conferma ottime doti recitative, abile a passare dal coinvolgimento emotivo massimo allo sguardo ambiguo ed assente restando sempre se stesso. Kristen Stewart è soprattutto un gran bel volto, che però trova in una seducente espressività il requisito fondamentale richiesto dal personaggio. A darle spessore ci pensa come sempre la sceneggiatura di Allen, ancora una volta nettamente superiore alla media e che permette al film di sorvolare sulla banalità dell'intreccio. Poi c'è molta maniera, inevitabilmente: il solito jazz delle orchestre nei locali, le passeggiate a Central Park, il black humour scontato nelle esecuzioni opera del fratello. Il meglio, dal punto di vista delle battute tipicamente alleniane, viene dai quadretti familiari: il cinismo rassegnato della madre, l'ingenuità del cognato... Nella norma invece Carell, la vera star del film: nel ruolo del combattuto agente rapito dal fascino della sua segretaria sfoggia un'elegante sobrietà, sicuramente aprezzabile, che tuttavia non gli permette di incidere come forse avrebbe potuto. La ribalta se la guadagna infatti Eisenberg e non a caso il titolo fa riferimento al mondo dei night newyorchesi piuttosto che a quello hollywoodiano, limitato alla citazione di qualche nome famoso e a un paio di lussuosi party. Un Allen minore, sempre più impeccabile nella confezione ma in questo caso poco personale, che senza avere per le mani uno spunto o un personaggio vincenti si limita a gestire al meglio il non molto a disposizione. Emblematica la scena in stanza con la prostituta alle prime armi: vetusta nella concezione, abusatissima eppure scritta al meglio e di conseguenza piacevole!

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/10/16 DAL BENEMERITO XAMINI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 9/10/16
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Dusso 5/10/16 00:49 - 1565 commenti

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Woody Allen sforna una commedia leggerissima, molto garbata e a volte quasi frivola per ambientazione (gli anni 30 ma visti da persone estremamente ricche), esagera al motel dove alloggia Eisenberg appena arrivato e alla ricerca di un lavoro (sembra grosso e in un certo senso quasi di lusso!). Alla fotografia c'è Storaro quindi si va sul sicuro. La Stewart fa quello che deve fare, In conclusione simpatico e con una bella cornice di contorno, ma si dimentica (quasi) subito.

Kinodrop 2/10/16 20:31 - 2908 commenti

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Un Allen di nuovo in piena forma creativa con una commedia che riassume la sua poetica e il suo pensiero riguardo caso e necessità, sogni e disillusioni, ingenuità e cinismo. Sullo sfondo di una memoria legata allo star system di Hollywood, una storia leggera solo in apparenza, dove tra l'altro si enfatizzano i tic della cultura ebraica accanto al mondo malavitoso di allora. Cast brillante e ineccepibile in cui spiccano i giovani Eisenberg e Stewart nel dar vita alla loro parabola amorosa. Come sempre, coprotagonista il jazz degli anni 30.
MEMORABILE: Gli approcci amorosi di Bobby; La lettera di Valentino; I tentennamenti dello zio Phil; I primi piani nel finale.

Xamini 1/10/16 18:29 - 1244 commenti

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Facciamo due passi indietro e torniamo a Magic in the moonlight: Allen riprende la propria deriva romantica, rilegando annotazioni filosofiche al personaggio del cognato e cinismo di fabbrica all'ilarità e ai paradossi della storia. Che procede snella, spedita, saltando i fronzoli, senza lo scopo di pungere, affondare o mettere alla berlina chissà che, quanto piuttosto quello di portare una ventata di leggerezza in chiave rosa.
MEMORABILE: Se una vita senza analisi non è degna di essere vissuta, anche una con analisi non è un grande affare

Nancy 4/10/16 11:07 - 774 commenti

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Allen guarda indietro come spesso fa, stavolta agli anni passati della Hollywood "che fu": chiacchiericci cine-mondani (come gli ultimi Coen ci insegnano) e, da buon Woody, una storia d'amore che stenta a decollare, tra Eisenberg e la Stewart (entrambi molto convincenti, magnetica lei). Ma il carattere distintivo del film sembra essere a tutti gli effetti la fotografia (di Storaro): penetrante sin dalla prima scena in piscina, palesemente "finta", non per questo disturbante, anzi, perfettamente complementare a questo racconto del sogno americano.
MEMORABILE: La Stewart in lingerie al telefono; "L'amore non corrisposto fa più morti della tubercolosi".

Deepred89 5/10/16 14:41 - 3701 commenti

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Ennesima conferma dell’inesauribile vena creativa di Allen, che pur combinando elementi forse non sempre conciliabili (dei quali, a sorpresa, a colpire positivamente è l’ironica faccenda gangster-noir) e peccando in un cast femminile non esaltante (non eccelle né l’amata – seppur con l’attenuante di un doppiaggio a dir poco irritante - né tantomeno il rimpiazzo) riesce a portare a casa un prodotto brillante e raffinato. Un po’ di maniera la fotografia simil-Technicolor, convincente l’alter-ego alleniano di turno, riuscito il finale.

Bruce 5/10/16 16:11 - 1007 commenti

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Ennesima commedia sentimentale di Allen, girata e fotografata in digitale con classe e sapienza, ambientata nel mondo del cinema hollywoodiano degli Anni Trenta con il jazz dell'epoca come colonna sonora. Tutto è perfetto e scorrevole ma senza emozioni e coinvolgimento. Bravi i protagonisti. Nostalgico e forse inutile.

Daniela 6/10/16 11:39 - 12606 commenti

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Soprassalti del cuore e scherzi del caso in questa commedia romantica di Allen ambientata negli anni '30 che racconta l'avventura a Hollywood e il ritorno alla natia Manhattan del suo ennesimo alter ego. Effetto deja-vu fortissimo, ma questa volta, a differenza di altre recenti opere del regista, l'eleganza della confezione, l'abile arabesco disegnato dai dialoghi, l'ironia pungente di certe battute, la prova convincente del cast ed infine la dolcezza malinconica dell'epilogo rendono la visione piacevole, senza far troppo rimpiangere i capolavori del passato.
MEMORABILE: "Vivi ogni giorno come fosse l'ultimo. Prima o poi ci azzeccherai"; "Assassino ed ora cristiano... non so cosa sia peggio"

Macbeth55 9/10/16 00:55 - 34 commenti

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Una commedia annacquata dagli stessi must di Allen che diventano stereotipi invece che plasma. Trama inconsistente e datata, con attori modesti e prigionieri di una regia ormai convenzionale e priva di graffi. Si salvano logicamente la fotografia (Storaro), gli splendidi costumi e le perfette acconciature maschili. Doppiaggio dei due protagonisti da dimenticare.

Lou 15/10/16 15:32 - 1119 commenti

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Commedia sentimentale, brillante e malinconica allo stesso tempo, molto curata nelle ambientazioni anni '30 ma con una sceneggiatura piuttosto evanescente e per nulla innovativa. Il tema è quello del grande amore che non riesce a compiersi, ma che non può essere in nessun modo dimenticato e superato. L'ingenuo e sognatore Bobby (un buon Eisenberg, chiaramente alter-ego di Woody per recitazione e mimica) deve fare i conti con il cinismo e la falsità del mondo hollywoodiano e il malaffare newyorkese. Ottima come sempre la soundtrack jazz.

Capannelle 17/10/16 23:40 - 4394 commenti

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Nonostante qualche perplessità e caduta di ritmo direi un buon film, che Allen dirige con bella mano e combinando le capacità degli attori, sia di primo che secondo piano. C'è un po' di ironia, un romanticismo latente che permea i personaggi principali e una eleganza dell'insieme evidenziata da musiche e costumi raffinati e una fotografia "dopata" ma non per questo kitsch. Manca il personaggio da ricordare, ma il retrogusto che lascia non è banale.

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Il ferrini 28/10/16 00:39 - 2337 commenti

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Elegante commedia romantica con protagonista un ottimo Eisenberg. Scenografie, trucco e costumi impeccabili fanno da sfondo a una storia assai semplice ma raccontata come sempre con stile. Bravo anche lo "zio" Steve Carell, sposato nientemeno che con "Laura Palmer" e perfetta la scelta delle musiche. Pur non essendo un film che punta tutto sull'umorismo ci sono molte scene divertenti, a partire da quella iniziale con la novella prostituta all'estrema conversione al cattolicesimo di Stoll (già Hemingway in Midnight in Paris). Promosso.
MEMORABILE: "Vivi ogni giorno come fosse l'ultimo e prima o poi ci azzeccherai"; "È un peccato che gli ebrei non abbiano l'aldilà, avrebbero molti più clienti".

Saintgifts 31/10/16 02:14 - 4098 commenti

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Il giovane alter ego di Allen risente troppo della "maturità" del regista, rimpiazza con una quieta dolcezza (che conquista l'altro sesso) una nevrosi che sembra essersi placata nel tempo. L'ambiente è quello della Hollywood degli anni '30, che permette eleganza e sfogo inarrestabile di musica jazz fino ai titoli di coda. Le parti più stimolanti si svolgono a Manhattan, tra rimpianti della mancanza dell'aldilà nella religione ebraica, con le battute (le più pungenti) della madre e le imprese del fratello gangster. Storaro dà la giusta patina.

Homesick 7/12/16 07:50 - 5737 commenti

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Visione leggera e disimpegnata per questo nuovo film di Allen, che rifinisce senza nulla aggiungere uno stile ormai reso sin troppo riconoscibile: dialoghi agili e insaporiti di autoironia yiddish, atmosfere e ambientazioni colte nell'alta società, musica jazz e fotografia dai caldi cromatismi pastello, qui opera dell'inclito Vittorio Storaro. Molto buono il controllo sugli attori. Torna l'omaggio al cinema del passato come in Midnight in Paris.
MEMORABILE: Le risoluzioni "cementificatrici" del fratello gangster; le avances di Eisenberg alla Lively.

Fulcanelli 9/12/16 02:15 - 135 commenti

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Vuoto. Scialbo. Superfluo. Un film senza idee, senza capo né coda. A parte Kristen Stewart versione strafiga Anni 30 non c'è davvero altro di interessante. Un film realizzato per fare qualcosa tanto per fare in attesa che salti fuori una sceneggiatura originale. Purtroppo di tanto in tanto Allen inciampa in film che era meglio se non fossero mai venuti alla luce.

Gippal 24/01/17 21:49 - 89 commenti

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Film piacevole da guardare ma dimenticabile, quasi immediatamente. Kristen Stewart si conferma come una delle peggiori attrici (considerate di serie A) dello schermo; ma perché ingessarsi in movimenti e in espressioni fastidiose e ripetitive? Buona l'interpretazione di Jesse Eisenberg, un bel vedersi come sempre Blake Lively. Unica nota davvero positiva sono le ambientazioni, assolutamente perfette e il tono romantico ma mai stucchevole, sempre comico, che pervade l'intero film.

Galbo 20/02/17 05:50 - 12372 commenti

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Sempre a suo agio con i film ambientati negli anni '30, Allen dirige una commedia sofisticata in cui il protagonista si muove tra la East e la West coast americana. Colpisce l'estrema naturalezza con la quale il regista colloca la storia e i suoi personaggi nel contesto di un America ancora vergine e terra di opportunità. Perfetto alter ego del regista, Jesse Eisenberg è l'interprete ideale, con un perfetto misto di candore e determinazione. Deliziosa la Stewart, molto bravi i caratteristi a partire da Carrell. Un buon film.

Minitina80 6/03/17 18:41 - 2976 commenti

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Allen non è nuovo a questo genere di storie avendo letteralmente sviscerato l’argomento lungo la sua filmografia in tutte le maniere possibili. Malgrado ciò conserva quella capacità narrativa non proprio comune a tutti che rende l’opera comunque gradevole e sopra la media del genere. La ricostruzione scenografica dei primi del Novecento è sempre impeccabile e anche la direzione degli attori buona, malgrado i cavalli di razza questa volta non siano poi tanti. È il solito Woody e finché si conferma a questi livelli va più che bene.

Paulaster 6/12/17 18:08 - 4373 commenti

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Nipote newyorchese cerca fortuna a Los Angeles e si innamora dell’amante dello zio. Commedia romantica ammorbidita da musiche soft e leggerezza anni 30 in cui Allen costruisce solo un ménage familiare. I pochi eventi scorrono con l’inutile voce suadente fuori campo a dettare i passaggi e sparuti acuti comici con battute solo sugli ebrei. Conclusione mielosa ma che mostra la delicatezza dei veri sentimenti. La Stewart recita con sensibilità. Fotografia satura che fa suonare falsi alcuni ambienti.
MEMORABILE: Le macchine d’epoca; Eisenberg che si rifiuta di far l’amore con la prostituta.

Didda23 4/03/18 19:36 - 2424 commenti

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Una buona pellicola che si colloca nel numeroso calderone di opere alleniane che superano abbondamente la sufficienza ma che non raggiungono l'eccellenza. Di notevole c'è, come spesso capita, la sceneggiatura, che mischia abilmente la commedia con spruzzate sia romantiche che di humour nero (le parti mafiose) con situazioni spassose. Il mediocre Eisenberg sforna una delle migliori prestazioni ed è credibile come alter-ego alleniano, nel resto del cast si segnala un Carell serioso e una meravigliosa Stewart. Ritmo, intelligenza e una ambientazione di assoluto livello.
MEMORABILE: Eisenberg e la prostituta (situazione tipicamente alleniana); Il vicino di casa scomparso; Il locale a New York.

Jandileida 4/01/19 16:03 - 1558 commenti

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Pur non ponendo nessuna pietra miliare, questa commedia di Allen ha diversi pregi che la fanno non poco apprezzare: leggerezza di scrittura, sensibilità non comune nell'uso del mezzo cinematografico, attori ben utilizzati (la Stewart a esempio non sembra la stessa che veniva rincorsa dai vampiri), buon ritmo, ambientazione fascinosa e ricostruita con stile. Dagli abissi di Roma, insomma, il caro Woody ne è uscito alla grande. Manca magari un po' di quella introspezione psicologica che altrove rendeva unici ed essenziali alcuni film del regista americano.

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Cotola 15/08/19 13:31 - 8998 commenti

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La storia è semplicissima, eppure è uno dei migliori Allen dell'ultimo periodo. Una commedia sentimentale senza particolari sorprese ma condotta, come sempre d'altronde, sul filo dell'ironia e dell'eleganza con più di un momento divertente e di una battuta che va a segno. Molto bello il finale malinconico. Eisenberg poi è un perfetto alter ego del regista ed anche il resto del cast fa la sua parte. Buona la confezione con un'ottima ricostruzione degli ambienti. Certo, rispetto ai capolavori del passato siamo lontani anni luce, ma si eleva rispetto ad altri film facilmente dimenticabili.

Rambo90 31/01/20 01:07 - 7659 commenti

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Un altro Allen stanco degli ultimi anni. La confezione è pregevole, con belle musiche, una ricostruzione d'epoca curata e una fotografia scintillante; ma oltre ciò non si va. La sceneggiatura propone un triangolo amoroso poco interessante, con la Stewart e Carell fuori parte e il solo Eisenberg a reggere il reparto attoriale. Si spegne preso l'attenzione, si capisce già che non ci saranno grossi scossoni e alcuni momenti sembrano messi lì per caso (come il lungo sketch con la neo-prostituta). Ininfluente.

Thedude94 30/09/20 19:09 - 1084 commenti

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Tra New York e Los Angeles ambientate negli anni '30 ci porta il grande Allen, che con la solita maestria alla sceneggiatura e grazie all'aiuto di un meraviglioso Storaro alla fotografia realizza un'opera completa e soddisfacente. La chimica tra la Stewart e Eisenberg è fondamentale per il ritmo del film, che difatti cala nella parte centrale newyorchese, ma che comunque ci mostra alla perfezione la società ricca di quegli anni, composta sia da uomini onesti che da gangster. Ottimo anche il resto del cast, tra cui un Carell sorprendente. Woody non ci stancherà mai.

Giùan 15/04/22 16:44 - 4528 commenti

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Siamo sullo svogliato ma non stucchevole, una delle categorie tassonomiche più ricorrenti in cui incasellare la filmografia alleniana più recente. Qui il nostro ricorre alle ben accordate atmosfere dell'America anni '30, per una commedia romantica che paradossalmente induce all'indulgenza per l'assoluta mancanza di colpi d'ala sì come per la quasi totale assenza di velleità esibizionistiche (luci di Storaro comprese). E se Eisenberg è un piuttosto modesto alter ego di Woody, la Stewart polarizza il film interpretando sottilmente la latente misoginia del regista newyorkese.

Herrkinski 17/07/22 15:37 - 8052 commenti

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Un Allen ormai col pilota automatico; il mestiere gli permette comunque di confezionare un film di una certa classe, nonostante temi, situazioni e personaggi già ampiamente visti nel suo cinema, a partire dall'alter-ego Eisenberg, in alcune scene quasi un'imitazione di Allen stesso. Ben scelto comunque il cast e notevole la ricostruzione d'epoca, ma la fotografia di Storaro avvolge tutto in una tonalità giallastra e troppo carica che finisce per essere stucchevole; non eccezionale neanche il finale, per un film molto formale che nulla aggiunge o toglie al cinema recente dell'autore.

Silvia75 18/02/24 06:16 - 154 commenti

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Anni '30: Bobby, un ragazzo ebreo newyorkese, raggiunge la dorata Hollywood sperando di lavorare per uno zio produttore e incontra il grande amore della sua vita. Bella ricostruzione d'epoca e costumi, ottima musica jazz e intonati gli attori. ll film è stato girato in digitale con fotografia di Storaro. Oltre l'atmosfera glamour, un film agrodolce sulle occasioni perdute. Da vedere.
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  • Discussione Raremirko • 19/10/16 00:52
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Visto in rassegna; mi è piaciuto, il tutto è amaro e malinconico e son uscito di sala rattristato.

    Tutto molto buono, dagli attori (in parte il trio protagonista, anche se Eisenberg in ogni film recita sempre in modo molto simile; irriconoscibile la Posey) alla fotografia di Storaro, passando per dei momenti Scorsesiani mica da ridere (il vicino che finisce male).

    Impianto leggero, qualcosa di solo accennato e non sempre approfondito, contesto storico non troppo deliniato, ma il film convince appieno.

    Un film Alleniano al 100%.

    Comincio a pensare che To Rome with love l'abbia fatto qualcun altro...