Molti oggetti e persone spariscono nel nulla e un poliziotto borderline indaga su dove possano essere finiti, mai pensando (in un primo momento) che siano stati risucchiati da un "buco nero" materializzato nel vorace posteriore di un impiegato dalla bonaria apparenza. Un thriller assolutamente fuori norma, che fa luce su un killer dal modus operandi da barzelletta oscena, trattato invece con la massima naturalezza e perfino con una certa eleganza formale anche quando la cinepresa si spinge molto più a fondo di una colonscopia. Ottima la OST e l'esplosivo splatter del finale.
Il dolore che diviene piacere, il piacere che diviene ossessione, l'ossessione che porta al crimine. Lo script di Cornack è così apertamente, assurdamente camp che non può non sorgere un dubbio: vale forse la pena modificare la prospettiva da cui lo si giudica? L'operazione ad un certo punto si rende persino necessaria, perché già dopo mezz'ora scarsa la dark comedy si tinge di thriller, costeggia la satira in costume, esplode infine in un finale splatter che riesce addirittura nell'impresa di omaggiare lo Scanners cronenberghiano. Niente male per un film sulle parafilie anali!
MEMORABILE: La pedina del gioco di società; A true American hero.
Detto a babbo morto, Cornack farà rosicare a vita Dupieux e ravvedere quanti hanno salutato in lui il new-waver del cinema più sbalconato. Che ancora non hanno fatto i conti con l'oste dell'anal-thriller. Sì, avete letto bene: siamo all'ano-malìa. Quelle faccende che su carta sono Lo Scempio ma traslate su schermo ti fracassano al muro. Perché Cornack è, tra l'altro, Uno Bravo nel coniugare e declinare l'Inconcepibile coi modi e i tempi del Classico. E senza ripiegare sul "come ti metaforizzo il cosmo". Quelli che "ormai niente può più stupirmi" possono riprendere a testarsi da qui.
Ce ne vuole di coraggio, o anche solo di immaginazione, per appropriarsi di un soggetto degno del trivialissimo episodio coppoliano di Fur TV e ricostruirlo secondo le norme del poliziesco e dell'horror psicologico a tema serial killer. Ma ancora più ammirevole è la capacità di Cornack di voltare la faccia alla facile parodia e di ricavare dalla materia un thriller seriamente teso, visivamente inappuntabile e follemente imprevedibile: l'ultima mezz'ora, come si suol dire, è da vedere per credere. Quasi la controparte "in reverse" di Bad Milo, ma decisamente più riuscita. Da provare.
MEMORABILE: La colonna sonora perfetta; I giochetti anali; La sparizione del bambino in ufficio; Il confronto durante il laser tag; L'incredibile finale splatter.
Tizio depresso scopre il piacere dell'introduzione a posteriore. I guai iniziano quando, grazie al suo superpotere Dyson V11, passa dall'oggettistica all'organico, ma per fortuna un detective intende indagare a fondo, molto a fondo... Come non restare stupiti dalla serietà con cui viene declinato in chiave thriller uno spunto da barzelletta sporcacciona? E come non restare esterefatti a fronte di una svolta surreale ambientata in un girone dantesco in miniatura, preludio di un lieto fine disgustosamente dirompente? Film felicemente spiazzate, fatto col c**o ma non a c***o.
MEMORABILE: Perché non uscire approfittando di una scoreggia? (ecco una domanda che mai ci si immaginerebbe di porsi guardando un film).
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altra opera della quale meno se ne sa e più la barca va e il campanello suonerà. ma che non si può non raccomandare, per la sua incredibile disinvoltura nell'abbeverarsi alla fonte dell'inverosimile per dissetare il puro genere con rigore da grande classico e anche con un'eleganza che scavalca e sublima il portato scatologico, portandola quindi avanti (e alle più estreme conseguenze) come se fosse la cosa più logica di questo mondo. chi vede in dupieux l'impareggiabile maestro di una cine-prassi simile, si affacci da queste parti e si prepari a ricredersi. comparazioni a parte, un autore di tutto punto, da tenere costantemente sotto tiro.