Riecco Sam Raimi con la sua Ghost House Pictures. Riecco un titolo che, al solo pensiero del precedente, potrebbe "mettere la pelle d'oca" (non è un complimento, perché l'effetto va inteso in senso negativo). Riecco l'ennesimo sequel. Nonostante le cattive premesse, però, stavolta non ci sono spaventi orientaleggianti, nè scorciatoie soprannaturali. No, stavolta la trama ha i piedi addossati al suolo ed il thriller si ammanta di sussulti splatter (inattesi ed anche riusciti). La "maschera da Predator" cela un boogeyman umanissimo. Presenzia, in camice bianco, anche Tobin Bell (L'Enigmista)...
MEMORABILE: "Se vuoi vincere le tue paure... devi affrontare il buio che c'è dentro di te!"
Più che un racconto ancestrale sull'uomo nero e la paura del buio, uno slasher di media fattura che prova a sfruttare i topoi dell'unità di luogo e tempo e la discreta idea di giocare con le paure comuni e di metterle in campo come fobie estremizzate; ma il meccanismo dell'assassino è scoperto, si gioca su atmosfere troppo sfruttate recentemente e si rivela l'essenza di ennesimo clone di Saw, fin dagli attori. Non male ma neanche bene.
Solito, inutile sequel di un titolo che già nella pellicola d'esordio non aveva entusiasmato. Ora si cerca di salvare il salvabile e di riportare tutto nell'ambito del classico slasher post adolescenziale. Parecchie le scene copiate (non citate) da altri film, dalla corsa dello scotofobico lungo il corridoio che si spegne progessivamente (Session 9) all'invasione di scarafaggi nella stanza del maniaco dell'igene (Creepshow). Finale ultra telefonato che sprofonda il tutto in una buia ovvietà.
Rispetto al primo capitolo aumentano in maniera massiccia il tasso di gore e la quantità di sangue; forse vista la presenza nel cast di Tobin Bell si creava la necessità di far assomigliare le uccisione il più possibile in stile Saw. Riesce a risultare migliore del primo capitolo pur non essendo sicuramente una perla del cinema horror.
Torna il Boogeyman al cinema. Nonostante in America questa pellicola abbia trovato sfogo solo nell'Home Entertainment grazie alla Ghost House Pictures di Raimi, in Italia ha avuto una buona distribuzione. Il plot è ben sviluppato, si allontana (fortunatamente) dal primo capitolo, la regia è dinamica (forse anche troppo) e ci sono degli inserti splatter niente male. La presenza di Tobin Bell (Saw) ed il macchinario al quale era attaccata la donna bulimica fanno pensare ad un clone di Saw uscito male ma Boogeyman 2 è ben altro. Tra due e tre.
MEMORABILE: Tobin Bell, il disturbantissimo "taglio" della ragazza con il braccio pieno di vermi.
Secondo capitolo della saga di Boogeyman; e se il primo non spaventava, qui di veramente pauroso c'è solo la recitazione. Ora l'uso del CGI è limitato perché si cerca di far colpo sulle paure dei protagonisti che sono rinchiusi in un istituto psichiatrico. Qualche somiglianza con il primo, anche se il finale ci suggerisce quasi che il precedente era solo una bufala. Alcune sequenza sono interessanti (vedi quella degli insetti), ma il resto è al di sotto delle aspettative.
Uno di quei film che definisco "di media portata", ossia né particolarmente da scartare né del tutto valido. Naturalmente si nota quanto sfrutti, pur discostandosene in parte, struttura e successo del precedente... così come son palesi i riferimenti alle saghe di Saw o Nightmare. A parte un paio di scene decisamente raccapriccianti non sorprende né inchioda alla sedia, ma non annoia neppure. Diciamolo: realizzare e confezionare un horror efficace oggi è difficile.
Dopo l'orribile primo capitolo Boogeyman torna e questa volta il risultato è quantomeno dignitoso. Vengono abbandonati i misteri ultraterreni in luogo di un killer in carne e ossa e questo cambio di registro si rivela vincente. Slasher dalla storia già vista col solito killer misterioso che uccide uno dopo l'altro i poveri malcapitati ma che comunque intrattiene grazie a una buona dose di splatter. Complessivamente Bogeeyman 2 è un film mediocre e banale, ma è comunque due spanne superiore al capostipite.
Renée O'Connor HA RECITATO ANCHE IN...
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DiscussioneZender • 22/03/10 20:01 Capo scrivano - 47786 interventi
Io parlavo del REMAKE di The Ring. L'originale è un buon film e ha cambiato il cinema horror orientale, ma il REMAKE per me è decisamente superiore e ha fatto epoca. E' la dimostrazione di come fare un remake talvolta non è operazione stucchevole e inutile.
Mentre per i remake fatti a tanti anni di distanza mi trovi d'accordo in quanto a volte i mezzi per l'epoca erano limitati e c'è maggiore spazio di sviluppo. Un remake fatto a pochissima distanza di tempo per me significa che la maggior parte delle persone (non è il nostro caso di cinefili accaniti) preferendo personaggi maggiormente riconoscibili guardano un film che altrimenti non vedrebbero mai (un film giapponese ma dai?) .Sono convintissimo che molta gente non sà neanche dell'esistenza delle versioni originali di questi film (come per the grudge, quanti avranno visto la versione originale Ju-on?). Intendiamoci io sono uno che si guarda di tutto, quindi anche i remake dei remake (sono malato di cinema...aiuto!!!!!). Scherzi a parte credo però che per dare vera innovazione ci voglia qualcosa di originale. Il primo remake di The Ring non è per niente male, ma non ha apportato innovazione ad un movimento che di remake ahimè è saturo...
Pinhead80 ebbe a dire: Mentre per i remake fatti a tanti anni di distanza mi trovi d'accordo in quanto a volte i mezzi per l'epoca erano limitati e c'è maggiore spazio di sviluppo. Un remake fatto a pochissima distanza di tempo per me significa che le persone preferendo personaggi maggiormente riconoscibili e così guardano un film che altrimenti non vedrebbero mai (un film giapponese ma dai?) .Sono convintissimo che molta gente non sà neanche dell'esistenza delle versioni originali di questi film (come per the grudge, quanti avranno visto la versione originale Ju-on?). Intendiamoci io sono uno che si guarda di tutto, quindi anche i remake dei remake (sono malato di cinema...aiuto!!!!!). Scherzi a parte cerdo però che per dare vera innovazione ci voglia qualcosa di originale.
Sulla questione remake rimando alle belle riflessioni riportate in Sex & Violence - Percorsi nel cinema estremo di Roberto Curti e Tommaso La Selva, anche se devo convenire che, nel caso di The ring, è molto più fruibile il rifacimento americano dell'originale.
Ci sono, insomma, le eccezioni che confermano la regola.
Alcuni dei miei remake preferiti sono:
La cosa, La mosca, Le colline hanno gli occhi e, incredibile dictu, Non aprite quella porta.
il primo remake di the ring però rimane un'operazione superiore a moltissime altre a venire. Per dire, lo stesso ring 2 americano fatto da Nakata non riesce ad avere la forza e il corpo di quello fatto da Verbinski che è sì un mestierante ma evidentemente ha eseguito in modo rigoroso delle direttive molto ben ponderate, a partire dalla sceneggiatura che non si limita ad adattare quello giappo per gli americani, ma lo rielabora e lo rimpolpa ben benino, aggiungendo succo e implicazioni che nell'originale non c'erano...
nell'horror non è che ci sia un principio di valore assoluto, anzi...
Rebis ebbe a dire: il primo remake di the ring però rimane un'operazione superiore a moltissime altre a venire. Per dire, lo stesso ring 2 americano fatto da Nakata non riesce ad avere la forza e il corpo di quello fatto da Verbinski che è sì un mestierante ma evidentemente ha eseguito in modo rigoroso delle direttive molto ben ponderate, a partire dalla sceneggiatura che non si limita ad adattare quello giappo per gli americani, ma lo rielabora e lo rimpolpa ben benino, aggiungendo succo e implicazioni che nell'originale non c'erano...
nell'horror non è che ci sia un principio di valore assoluto, anzi...
Condivido: già dal secondo The ring americano la serie inizia il declino.
DiscussioneZender • 23/03/10 08:37 Capo scrivano - 47786 interventi
Sì, lo dico pure io: The ring 2 non m'è piaciuto proprio. La vera "rivoluzione", rilanciando in pieno il genere, l'ha fatta THE RING di Verbinski, solo quello, che continuo a preferire all'originale anche per i motivi ben esposti da Rebis. Negli altri casi (vedi The grudge ecc.) si tratta di remake perlopiù inutili.
E naturalmente concordo con Undying per il remake di NON APRITE QUELLA PORTA, che adoro e le cui grandi aperture visionarie non ho trovato affatto nel suo "sequel" (L'INIZIO), spesso più celebrato ma per quanto mi riguarda una delusione (soprattutto guardando al lavoro di Nispel). Sulla COSA e LA MOSCA poi inutile specificare che SURCLASSANO gli originali (ma lì c'erano Carpenter e Cronenberg, non esattament due pivelli).
il film di Nispel è molto più evocativo (bello "aperture visionarie"!) mentre "l'inizio" è più cruento, cattivo (c'è la guerra del Vietnam sullo sfondo) entrambi aspetti che si trovavano a convivere nell'opera di Hooper... Ma anch'io preferisco quello di Nispel. Vabbè, La cosa e la mosca sono ormai da annali del cinema... Per me me è valido anche il remake di Zombi, anche se ho visto di recente 300 e mi ha fatto rovesciare ;)
Effettivamente i grandi registi rendono grandi anche i remake, il problema avviene quando sono solo operazioni commerciali affidate a registi di serie b o z....
DiscussioneZender • 23/03/10 16:17 Capo scrivano - 47786 interventi
Sì, sula carta "l'inizio" non è affatto male, è la realizzazione che mi ha deluso, e il non aver voluto davvero mostrare le origini (se non di striscio) di Leatherface & Co. concentrandosi su quelle. Di fatto è per il resto un episodio come tanti, al quale mancano la fotografia e le scenografie incredibili che aveva reso grande il lavoro di Nispel.