Bomarzo - Corto (1949)

Immobili, ma spaventosamente vivi, i mostri del Parco omonimo di Bomarzo sembrano testimoniare ataviche storie. Il sacro parco con le opere dell'architetto Pirro Logorio, riprese nel 1949 da Antonioni, già incuteva paura. Accarezzati da inquadrature atte a registrarne lo spirito in pietra, i sinistri abitanti del parco vengono salutati con una regia non semplicemente descrittiva ma dal sapore arcaico, che il bianco e nero ardesia rende ancora più storica.

La cosa che oggi più colpisce è lo stato di abbandono, nel 1950, del Parco di Bomarzo (poi destinato ad essere set di varie pellicole...). Cortometraggio interessante, però rovinato da un commento scherzoso, in una sorta di dialogo con un immaginario professore, che cerca senza riuscirvi di dare un tocco umoristico, che mi pare dissonante rispetto a quanto si vede. Difficile, se non si conoscono i crediti, attribuirlo al Maestro...

Ecco come si presentava il parco di Bomarzo prima del suo recupero, con i “mostri” abbandonati all’oblio dei secoli, ai campi di granturco, agli animali e ai contadini. Apparizioni incongrue e affascinanti, qui registrate per incentivarne la riscoperta. La cinepresa scorre velocemente, incalzata da un testo di Gerardo Guerrieri piuttosto stupidino, o meglio con l’ambizione di essere spiritoso e però inadeguato. L’ironia incongrua si infrange contro le visioni stupefacenti e quindi disperde il fascino potenziale di questo corto.