Blackbird - L'ultimo abbraccio - Film (2019)

Donna con malattia terminale decide di trascorre l'ultimo weekend con tutta la sua famiglia prima di andarsene per eutanasia. Un dramma corale abbastanza riuscito, anche se non racconta niente di nuovo sulle famiglie in cui c'è sempre qualche altarino da scoprire e non tutti proprio si amano come dovrebbero (almeno non all'inizio). Il film vive soprattutto delle interpretazioni ispirate del cast, tutti molto naturali e a loro agio nei rispettivi ruoli, con la coppia Sarandon-Neill particolarmente dolce e commovente. Non male.

Donna malata terminale decide di togliersi la vita e riunisce l'intera famiglia per l'estremo saluto. Dramma meno toccante di quanto Michell pretenderebbe. Se l'argomento pizzica facilmente ataviche corde emotive, lo stesso non si può dire dello stile, troppo freddo o patinato: la narrazione asettica, la fotografia iperluminosa, le musiche a base di archi che sembrano mungere gli occhi del pubblico a caccia di una lacrima. Per fortuna il cast e i tre protagonisti più anziani (la libertaria e ironica Sarandon, il comprensivo Neill e la gioviale Duncan) convincono appieno. Discreto.

Dopo aver deciso di suicidarsi con l'aiuto del marito medico per evitare ulteriori sofferenze, una donna affetta da SLA raduna la famiglia per un ultimo weekend insieme... Il soggetto, peraltro già affrontato in molti altri film, è qui svolto in modo molto prevedibile e, anche se l'alta professionalità degli attori in campo garantisce uno spettacolo di buon livello, in questo addio alla vita che si svolge in interni luminosi ed in mezzo ad una natura edilliaca si avvertono una mancanza di pudore ed un eccesso di voglia di tenerezza che smorzano la commozione invece di rafforzarla.

La goffa pantomima di una famiglia borghese che tenta di trovare una collocazione geologica attraverso un lutto annunciato è uno squarcio lisergico - commovente e tragico - in un film che, pur pedinando nella narrazione uno stilema teatrale, si concede una solida, bella, trasparenza emotiva. Regia lineare e pulita di Roger Michell e cast in gran spolvero con Winslet e Wasikowska in pole-position.

Malata terminale decide di togliersi la vita dopo un'ultima riunione familiare. Il regista Roger Michell si dedica a un drammone stilisticamente impeccabile ma piuttosto povero di contenuti. L'impressione è quella di una pellicola in cui tutti gli ingredienti sono adeguatamente dosati: i momenti più drammatici si alternano a quelli più leggeri ma manca una sincera ispirazione, anche se l'intrattenimento è assicurato dalle performance dei grandi attori coinvolti.

Una donna malata terminale, che ha scelto la via del suicidio assistito, riunisce l'intera famiglia per l'ultimo weekend della sua vita. Classico dramma corale toccante e anche, in qualche maniera, educativo. Forse in alcuni frangenti risulta un po' troppo forzato il cinismo della protagonista. Cast convincente, con la Sarandon e la Winslet qualche spanna sopra gli altri. Discreta la colonna sonora.