Poliziesco di ambientazione orientale per Guido Zurli, che con Giampaolo Spagnesi scrive questa storia con poche idee puntando soprattutto sugli inseguimenti tra minareti con la sincopata colonna sonora di Stelvio Cipriani a tentare di dare un ritmo accettabile al tutto. Sul canovaccio classico della banda di narcotrafficanti che combatte con l’irriducibile ispettore Keaton dell'interpol (Luc Merenda) si innesta la vicenda di un tiratore scelto, sposato con figlio, il quale viene reclutato suo malgrado (i malfattori se la prendono ovviamente coi familiari) per uccidere proprio Keaton, altrimenti evidentemente ritenuto immortale. Merenda in pratica condivide il ruolo da protagonista con il tiratore...Leggi tutto baffuto, che anche attraverso scialbe parentesi in famiglia è quello che più pare al centro dell'attenzione. Questo dualismo insolito è l'unica novità (location a parte) di un poliziesco che Zurli dirige con mestiere ma senza mai uscire dalla mediocrità: un po' di sesso (c'è anche Paola Senatore), lunghi inseguimenti sui tetti, nei mercatini, violenti scontri a fuoco (Merenda spara sempre per uccidere, provocando un enorme numero di vittime che muoiono spesso tra contorsioni al limite del ridicolo). Tutto il campionario classico del poliziottesco d'azione è sciorinato da Zurli senza un briciolo di fantasia: dialoghi scipiti, risse quasi sempre inutili, attori lasciati in balia di se stessi (con la moglie del tiratore pronta a prodursi in una performance terribile, quanto a recitazione), un paio di numeri musicali (danza del ventre compresa, naturalmente). La povertà di mezzi è evidente, la messa in scena essenziale quanto palesemente deficitaria. Se non altro comunque il film scorre agevolmente, ed è un bel pregio.
Poliziesco italo-turco tuttosommato dignitoso. Decisamente meglio la prima parte (divertente) rispetto alla seconda (a tratti noiosa e scontata), da ricordare una bellissima scena d'inseguimento sui tetti e le musiche di Cipriani. Forse se Merenda fosse stato po piu' usato il film sarebbe uscito un pochino meglio; ambientazioni turche tuttosommato piacevoli (una novita' rispetto alle ambientazioni italiane supersfruttate).
Poliziesco d'azione, che vanta un'insolita e piacevole ambientazione turca. Interessante il cast femminile, con Villoresi, Giorgelli e la splendida e nuda Senatore. La cosa più divertente è il doppiaggio: Merenda ha la voce di Adam West-Batman (Rino Bolognesi), un altro quella di Cesar Romero-Joker (Ettore Conti), altri ancora quelle di Mr Baba (Bruno Cattaneo) e Mr X (Nino Scardina) de L'uomo tigre!. Non male l'inseguimento sui tetti. Colonna sonora di Cipriani, molto simile a quella già proposta per Solamente nero. Passabile.
Poliziesco turco-italiano non proprio bellissimo. Un abile tiratore campione nazionale viene ricattato dalla malavita che esige uccida il commissario capo. Gli attori non sono proprio eccezionali e la sceneggiatura non è delle migliori; musiche gradevoli, film che comunque non è da buttar via.
Poliziesco italo-turco decisamente evitabile. La messinscena è a tratti agghiacciante, con scenografie squallide, luci improvvisate, attori pietosi e dialoghi ridicoli; eppure nella seconda parte il film prende un po' di ritmo e si fa seguire fino al termine senza annoiare nemmeno troppo. Merenda comunque attraversa il film con l'aria di chi sta aspettando un aereo che lo riporti a Parigi il prima possibile. In Turchia magari sarà anche piaciuto, chi può dirlo.
Dal ritmo veloce, forse anche troppo, fino a giungere a volte alla discontinuità tra le parti. Il montaggio è bruttino, mentre la regia del mitico Guido (grande personaggio, dal vivo) si mostra essenziale ma con una ottima struttura di base. La storia è strana, volutamente superficiale e disarmante a tratti, ma bisogna ricordare il carattere un poco burlone del nostro "mago" (Zurli). L'ambientazione invece è decisamente affascinante, mentre adeguate risultano le musiche del maestro Cipriani. Luc Merenda corre e spara, ma alla fine il protagonista non è lui!
Tardo poliziottesco nel complesso scarso, anche se con alcune peculiarità interessanti. Per prima cosa l'ambientazione turca, per motivi credo di co-produzione, poi la presenza di una poco credibile Giorgelli poliziotta con tanto di divisa, infine la cura di alcuni dettagli, pur nella evidente povertà di mezzi, perlomeno dal punto di vista grafico (interessanti i titoli di testa) e un certo dinamismo delle scene d'azione. Ovvio comunque che anche per la scarsità di budget non siamo di fronte ad un film particolarmente interessante.
Cecchino abilissimo deve trasformarsi in killer per salvare la sua famiglia. Incredibile coproduzione italo-turca, a cui si deve il coprotagonista baffuto, che combatte con Merenda una epica battaglia a chi ha meno espressioni. Cartolinesco oltre la decenza nello sfruttare le location insolite per il genere, è realizzato talmente male da far pensare al sabotaggio. La sottotrama familiare è un'originale derivazione strappacòre dalla sceneggiata napoletana.
Mi è piaciuto. Parte con la notevole colonna sonora che accompagna degli accattivanti titoli di testa; il film si sviluppa un po' come un film di mala napoletano stile Alfonso Brescia con Merola, ma anche con Pino Mauro, perché no... ci sono i contrabbandieri, i malavitosi con uno strano carisma, il poliziotto che non sa di nulla (Merenda) e situazioni familiari melodrammatiche. Chi punta l'attenzione su Merenda compie un errore: il vero protagonista è Kadir Inanir, bellissimo (tuttora) attore turco. Ottime le ambientazioni.
Questa di Zurli non è neanche la peggiore tra le famigerate co-produzioni italo turche anni '70. La trama è scontatissima ma almeno comprensibile (anche se con qualche falla logica), la recitazione quasi accettabile, la parte melodrammatica funziona, non certo come in un film del grande Alfonso Brescia, ma funziona e ci sono persino alcune scene (ne ho contate tre per l'esattezza) dove la fotografia non è sovra o sotto esposta. Le sequenze finali con Luc Merenda e Kadir Inarir (una specie di Omar Sharif più bello) che si schiacciano, complici, l'occhiolino, rende il film un potenziale cult gay
Storia abbastanza fiacca, che ha poche o zero note positive (tra esse la bella colonna sonora di Stelvio Cipriani). Attori per niente convincenti, con una Paola Senatore chiamata giusto per far vedere le sue "grazie". Luc Merenda ha fatto di meglio...
Il film non è male, pur con la solita Villoresi piagnona, la Senatore che ormai ha appiccicato da anni il ruolo "zoccola e ne sono fiera! " e il bravo Merenda in versione acrobata e tiratore infallibile. Sottolineo che due scene clou sono sovrapponibili a due quasi analoghe rispettivamente da La polizia è sconfitta e di Per un pugno di dollari. Segnalo come buona la prestazione della Giorgelli. Tanto per cambiare ambientazione, lo si vede volentieri...
Nella trama si incrociano le storie di un poliziotto, Luc Merenda, impegnato nella lotta alla droga e di un libero cittadino con la passione per il tiro al piattello. Ambientato in Turchia, il film non decolla a causa di una brutta sceneggiatura, attori praticamente incapaci, un doppiaggio pessimo e Luc Merenda che viene travolto dalla mediocrità d'insieme. Anche Stelvio Cipriani contagiato confeziona una colonna sonora che si dimentica volentieri. Evitabilissimo!
MEMORABILE: Il riporto da Oscar di uno dei malviventi catturato alla fine.
Poliziesco uscito fuori tempo massimo, ma di discreta fattura. Zurli dirige bene e con ritmo un film girato tra l'Italia e la Turchia, con molte scene d'azione nella prima parte, mentre nella seconda c'è troppa ripetitività e mancano gli spunti originali. Luc Merenda non se la cava male, ma non è molto utilizzato a scapito del vero protagonista (il belloccio turco Inanir), mentre la bellissima Paola Senatore è sempre un bel vedere. Belle le location turche e le musiche di Cipriani. Così così.
Poliziesco di bassa lega ambientato a Istanbul. Trama forzatissima (possibile che una banda criminale di trafficanti turchi abbia bisogno di un onesto campione di tiro al piattello per eliminare un poliziotto?), montaggio confuso, dialoghi banali e cast disprezzabile nobilitato peraltro dall'interessante presenza della Villoresi. Nonostante tutto, con un po' di pazienza si riesce a vedere sino alla fine.
Insolita ambientazione turca, attori praticamente tutti con baffo nero per questo poliziottesco che parte dall'indagine per poi spostarsi verso un ricatto dalla parte del ricattato. Ambientazioni suggestive, buone musiche ma dialoghi e recitazioni/ricostruzioni imbarazzanti (morti che si rigirano, jogging a perdifiato, tutto tanto irreale). C'è pure una citazione hitchcockiana in un omicidio da giallo argentiano. Vedibile ma per appassionati.
Nella seconda metà degli anni '70, il poliziottesco si è concesso qualche non memorabile tappa in Turchia. Questa non è nemmeno delle peggiori, perché la storia, pur nella sua banalità, è scorrevole e l'azione non manca di certo. Curioso cast femminile (la Giorgelli poliziotta in uniforme, una lagnosa Villoresi e una Senatore bella e disinibita come sempre) a supporto di mediocri attori locali e di un Merenda che in fondo se la cava. Passabili le musiche di Cipriani, mentre Istanbul poteva essere sfruttata meglio. Se non si pretende troppo...
Non per palati fini, questo tardo poliziottesco; si lotta contro il traffico di droga, trama semplice e diverse scene d'azione; scorre abbastanza bene ma resta nalla mediocrità a causa della scarsa recitazione e per i vari buchi di sceneggiatura. Poco credibile Gabriella Giorgelli in divisa, Merenda inespressivo e svogliato tranne quando salta sui tetti, non male invece Kadir Inanir. Ottimo lo score di Cipriani e gradevoli i dintorni di Istanbul.
Funkettone. Mai aggettivo fu più calzante per quest'action italo-turco di farina zurliana, con un Merenda a fine carriera polizi(ott)esca spalleggiato dalle nostrane bellezze del duo Senatore-Giorgelli. A ogni buon conto il vero protagonista è la star locale Inanir, piattellista infallibile nel mirino malavitoso, sotto un fuoco incrociato di ricatti, rapimenti, intimidazioni armate e contrabbando di stupefacenti. Scevro dagli svarioni "nature" di Polizia selvaggia, un film di artigianale vivacità, che trova il suo mini-apice negli scarpinanti inseguimenti fra le cupole delle moschee bizantine.
MEMORABILE: L'omicidio sotto la doccia di hitchcockiana (e pastoriana) memoria...
A Luc Merenda, impeccabile come sempre, tocca il compito di cercare di salvare questo tardo poliziottesco che fa acqua da tutte le parti dal punto di vista della trama e che non è di certo aiutato dall'ambientazione turca. Per fortuna c'è anche la poliziotta Gabriella Giorgelli, mentre gli occhi godono anche per le esibizioni di Paola Senatore, qui particolarmente spinte.
Se si accettano le incongruenze della trama, soprattutto l'incapacità di una intera banda di trafficanti di sparare in testa al commissario (perché indossa sempre il giubbetto antiproiettile...), il film non sarebbe neanche male. Location affascinanti, inseguimenti e azione avvincenti, colonna sonora azzeccata. La recitazione lascia a desiderare; il protagonista turco Inanir è decisamente più sul pezzo di tutti gli altri, cast femminile compreso. Qualche scena inserita, a completamento della sceneggiatura, in modo troppo affrettato e sbrigativo. Tutto sommato si può vedere.
MEMORABILE: Il traffico automobilistico turco anni 70, con le Renauit 12 onnipresenti (malavitosi e poliziotti); Le facce dei componenti della gang malavitosa.
Guido Zurli HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàZender • 2/05/16 18:47 Capo scrivano - 47700 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: