Serie poliziesca fra il '75 e il '78, di cui in Italia abbiamo visto (su Canale 5) la parte migliore, cioè gli episodi interpretati da Robert Blake. Baretta è un poliziotto trucidissimo e coatto (forse il primo "figlio" televisivo di Serpico), che risolve i suoi casi in una Los Angeles livida e incattivita ovviamente in spregio a ogni regolamento. Mitico il suo pappagallino, immortalato nella formidabile sigla, "Keep your eye on the sparrow", firmata Dave Grusin e cantata da Sammy Davis jr. Omaggiato ne Le iene ("You're cooler than Baretta!")
Andatosene Tony Musante, i produttori di Toma puntano su Robert Blake, che cambia il personaggio in "Baretta". Sempre travestito, con la passione dei pappagalli, questo sbirro combatte i criminali in un'immaginaria cittadina americana degli anni 70. La voce italiana di Robert Blake è di Michele Gammino, che dà a Baretta un tono da siculo in grado di renderlo più divertente, ai miei orecchi. Molto amato dalla mia generazione, trasmesso parecchie volte negli anni 80 da Canale 5, è un vero cult.
In un periodo in cui i telefilm polizieschi uscivano come funghi, Baretta è solo un uno in più rispetto alla massa. Aveva sicuramente le sue peculiarità e il genere in stile Serpico aveva anche un suo fascino ma, diciamoci la verità, Baretta era un po' di serie B e si vedeva. Dopo un po' di programmazione su Canale 5 passò alle emittenti locali. Come tutti i prodotti di quegli anni era fatto bene, ma non era sicuramente tra i migliori.
Per i completisti degli anni '70 oggi appare più interessante di prima, anche perché meno replicato nel tempo di altri polizieschi americani del periodo. Tuttavia le ragioni dell'oblio sembrano motivate: dalla sigaretta perennemente spenta messa lì come alternativa al lecca lecca di Kojak al bianco pappagallo cacatua preso di peso dal Serpico di Lumet (e inserito pure nella sigla), Baretta è costruito a tavolino con caratteristiche fin troppo derivative per guadagnarsi un suo specifico. In pratica il "Negroni sbagliato" della tv.
MEMORABILE: Il pappagallo nella sigla.
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DiscussioneZender • 4/03/10 17:59 Capo scrivano - 47700 interventi
Mi ha sempre atto una miseria infinita quand'ero piccolo, Baretta. Non so perché, poveruomo, ma co sto pappagallo, sti vestiti sgualciti, i bassifondi... Non dico che lo odiassi ma quasi...
Zender ebbe a dire: Mi ha sempre atto una miseria infinita quand'ero piccolo, Baretta. Non so perché, poveruomo, ma co sto pappagallo, sti vestiti sgualciti, i bassifondi... Non dico che lo odiassi ma quasi...
Baretta è il fratello minore di Toma e di Serpico, Tony Musamte e Al Pacino se lo mangiano a colazione Robert Blake.
DiscussioneZender • 4/03/10 18:22 Capo scrivano - 47700 interventi
Anch'io (come gli autori dei commenti già presenti) chissà perché ricordavo Baretta come una serie di ambientata newyorkese;
tuttavia recuperandola oggi scopro che invece il suo famoso "53° distretto" appartiene a una città immaginaria e mai nominata, le cui location corrispondono comunque a quelle di Los Angeles.
DiscussioneZender • 23/08/18 19:18 Capo scrivano - 47700 interventi
Ah, questa è bella! Anch'io lo facevo newyorchese, forse per quel tipo di fotografia e i palazzi... Vado a correggere grazie.
Zender ebbe a dire: Mi ha sempre atto una miseria infinita quand'ero piccolo, Baretta. Non so perché, poveruomo, ma co sto pappagallo, sti vestiti sgualciti, i bassifondi... Non dico che lo odiassi ma quasi...
ma allora colombo? un guardaroba di soli impermeabili, e un solo occhio... e che direbbe fendi degli abiti di derrick?!
DiscussioneZender • 24/08/18 07:34 Capo scrivano - 47700 interventi
Sì, ma Colombo girava in ville lussuosissime, indagava su riccastri, gli ambienti sono quasi sempre sfarzosi, Los Angeles non è certo quella dei bassifondi... Quanto a Derrick guidava una grossa Bmw non esattamente da poveracci, ricordo orologio di gran lusso, sul gusto ci sarebbe da discutere ma di certo lo pagavano un gran bene, l'ispettore, in polizia, e si vede.