Atrapados - In trappola - Miniserie TV (2025)

Ennesima serie Netflix tratta da un romanzo di Harlan Coben (e da lui coprodotta), può contare sulla consueta professionalità sia nella realizzazione che - naturalmente – nella resa di un soggetto valido e studiato in ogni sua minima parte, dosato al meglio perché possa essere sviluppato progressivamente riservando un buon numero di sorprese in ogni episodio.

Siamo in Argentina questa volta, a San Carlos de Bariloche, paese in cui qualcuno sta tormentando le minorenni che frequentano un sito di giochi online particolarmente in voga. La giornalista investigativa Ema Garay (Villamil) lavora per un blog specializzato nell'affrontare casi irrisolti e in questo caso...Leggi tutto è forse riuscita a entrare in contatto - o almeno così sembra - nientemeno che con il perfido adescatore; prenderlo però si rivela impresa ardua. Quel che lascia stupiti è che passa un'intera puntata, prima che scompaia qualcuno, e per una serie tratta da Coben è quasi un evento. Poi però eccoci qui: a scomparire è la giovanissima Martina Schulz (Rivero), valente violinista che si scoprirà aver postato video privati sexy a pagamento su di un sito internet alla "Only fans". Insieme a lei si ritrova ad avere molti problemi pure Leo Mercer (Ammann), personaggio amato da tutti quelli della comunità che gli ruota intorno, esempio raro di uomo virtuoso, gentile e disponibile. Com'è possibile che si trovi invischiato, come scopre proprio la giornalista, nell'affaire del maniaco delle chat?

Da qui prende il via una storia come da regola assai intricata ma che a dir la verità lo sembra leggermente meno della norma: diluisce in qualche modo gli eventi senza voler inserire troppi colpi di scena; che non mancano, comunque, e tutta l'ultima parte lo conferma con un paio di sorprese ben assestate, che tuttavia non mettono troppa carne al fuoco. Anche la costruzione è abbastanza lineare, se si eccettuano alcuni inevitabili flashback (ce n'è sempre uno piazzato all'inizio di ogni episodio), e per una volta non si sente la necessità di tornare molto indietro nel tempo per analizzare un cold case sul quale edificare moventi mirabolanti. C'è insomma un timido tentativo di semplificare la formula, che resta in ogni caso notevolmente articolata e densa di nomi e facce da mandare a mente. Come sempre, si ricorre a qualche indizio nascosto in filmati saltati fuori quasi accidentalmente (sono di regola i momenti più coinvolgenti, mentre li si riguarda alla ricerca di qualcosa che non sia stato notato), ma manca quel colpo di genio che altrove ha lasciato a bocca aperta gli appassionati, quella trovata spiazzante che ti fa amare l'autore per la sua capacità di intersecare in maniera unica storie apparentemente distanti tra loro.

Soledad Villamil non offre una performance indimenticabile ma è una protagonista solida e credibile, chi le gira intorno conferma come la direzione del cast sia buona, le location ai margini di un lago nel quale si specchiano rocciose montagne sono suggestive e qualche bella inquadratura dall'alto valorizza i paesaggi. La formula, insomma, non si discosta da ciò a cui Coben ci ha abituati; a lasciare perplessi è semmai la storia in sé, non sempre interessante e spesso resa debole da una regia di maniera, che fatica a trovare la giusta tensione narrativa. Bisogna aspettare la seconda parte dell'ultima puntata per riuscire a entrare davvero nel vivo, perché prima qualche passaggio a vuoto si è avvertito e la storia della ragazza innocente (o quasi) che finisce nel giro dei porcelloni online non ha proprio nulla di nuovo... Difficile in ogni caso trovare serie mystery dai meccanismi tanto studiati e altrettanto ben condotte fino alla scoperta dei colpevoli.

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