Atom - Il mostro della galassia - Film (1970)

Sarà che Ishiro Honda e/o lo sceneggiatore voleva copiare "Distruggete DC 59, da base spaziale a Hong Kong" di Sato, sarà che Honda era rimasto orfano del suo effettista di fiducia Tsuburaya e dovette ripiegare sul sostituto Teisho (Sadamasa) Arikawa, questo film ha la seria probabilità d'essere il peggior dai-kaiju-eiga della Toho. Inutile ripiegare sulla (volontaria?) ironia, sul polipone fra i cui tentacoli si scorgono le gambe del figurante "in the suit": è brutto, anche per una platea di soli ragazzetti entusiasti "dei mostri gommosi".

Il perchè di questa baracconata sta tutto nei tre mostri che non possono non mettere di buon umore (un calamarone con la congiuntivite, un super granchio anabolizzato e una mega tartaruga con collo a fisarmonica). Almeno, quando i tre esseri entrano in azione (il calamarone è ghiotto di umani), ci si diverte visto che spaccano tutto, si menano e producono suoni insensati. Tutto il resto, compresa la storia dell'alieno (un'assurda polverina azzurra) che vuole conquistare il mondo, è solo ed esclusivamente riempipellicola.

Prima di guardare un film del genere bisogna ricordarsi che lo stile dei giapponesi è unico e naturalmente Atom non fa eccezione, perché assomiglia più a una commedia italiana anni '70 che a un film serio di fantascienza. Oltre ad avere una storia campy tutta da ridere, i veri protagonisti sono inverosimili, enormi bestie marine. Prima d'ora non avevo mai assistito a niente di simile, ma potete starne certi, Atom rimarrà impresso nella vostra memoria.

Una capsula spaziale cade in una remota zona del Pacifico e una spedizione dal Giappone si reca sul posto. Interessante l'idea della forza aliena che si impadronisce di creature terrestri possedendole: non è la prima volta che tale espediente viene usato nella fantascienza, ma in questa pellicola dà modo di scatenare i classici mosti giganti giapponesi. La trama però si perde in soluzioni banali e troppe forzature. Riuscita l'ambientazione sull'isola tropicale in cui gli animali giganti seminano il terrore; specialmente la piovra gigante è molto divertente.

Gezora seppiolone e i suoi tentaCthulhu d'oltrespazio alla conquista del mondo prende un granchio enorme e ci fa a botte. Pre-Sgorbions supercicciogommosi macroscopizzati sovrimpressi mossi da vistosi fili distruggono quel che possono (un isolotto: il budget non consente metropoli) a ritmi polentosi e la modestissima modellistica monellistica sbaraglia. Un trionfo di ingenuità ottimo se intercettato da bimbi in una privata, si ha una preservata mente bambina, da brilli o dopo un chupa-chupa al thc, ma che viceversa manda a pari illanguidimento e noia. Più che Honda, mare poco mosso.