È evidente quanto gli intrecci dell'alta finanza non si sviluppino con la semplicità mostrata dal film ed è altrettanto evidente che la vicenda di Giancarlo Parretti, alla quale il film fa riferimento, non fu solo il gioco di un faccendiere mariuolo con qualche buona idea in testa. Quel po’ di cialtroneria che pervade la pellicola e che va dalla scelta di un cast paratelevisivo (Angela Finocchiaro, Marco Predolin, Francesca Reggiani, Gianfranco Barra...) alle solite puntate sordiane “fuori porta” ricreate con l'uso di trucchi maldestri (le Bahamas sono in realtà un albergo di Roma...), da una sceneggiatura superficialotta a una confezione piuttosto anonima, non impedisce comunque al film di...Leggi tutto risultare godibilissimo e avvincente. L'aver trasformato poi un arrivista senza scrupoli in un simpatico e bonario uomo d'affari, persino di buon cuore, è moralmente condannabile ma fotografa con spietata precisione l'atteggiamento di molti, troppi italiani, specialmente lì dove si comanda il Paese. Sordi e Sonego insomma, ancora una volta, riescono a mostrarci la faccia peggiore del nostro Paese facendoci sorridere. Manca l’incisività dei bei tempi, il rigore della commedia all'italiana classica, ma come film ASSOLTO PER AVER COMMESSO IL FATTO (centrato anche il titolo) può dirsi azzeccato. Pure con un Sordi che mostra evidenti segni di stanchezza, perché in fondo il suo personaggio non richiede la travolgente carica degli esordi ma quella pacatezza e quell’umanità che fanno apparire Emilio Garrone (con barbiere personale al seguito ovunque) come una figura vincente, emblema stesso e specchio dell'italianità nel mondo. Poi certo, tocca a chi guarda giudicare se la furbizia applicata ovunque e comunque sia giusto debba essere dipinta quasi come una virtù...
Questo film diretto ed interpetato da Sordi continua l'opera dell'artista romano di illustrare pregi e difetti degli italiani, prendendo di mira stavolta il mondo della finanza, dei faccendieri e delle televisioni. Il film piuttosto divertente all'inizio (anche grazie a bravi caratteristi come la Finocchiaro) perde progressivamente di smalto ed incisività, riducendo la componente della satira sociale a favore di un macchiettismo cabarettista. Pleonastico.
Solita italietta dei furbetti, tratteggiata anche stavolta con gradevole arguzia dall'habitué Sordi. Vicenda piuttosto fumettistica: tutto accade alla bell'e meglio, superficialmente ed agevolmente (per quanto sia marginale sindacare sulla veridicità del cinema). Non è scevro di ridondanze e lungaggini (pecca consueta di Sordi regista) che pesano eccome su due ore di film. Infelice la scelta delle spalle di supporto: inadeguata la Finocchiaro che biascica con cadenza sarda ed irrilevante il barbiere personale Monteduro. Terribili le musiche.
Commedia sordiana appena passabile. Filmetto da nulla, infatti, che però dura quasi due ore e ci mostra le astute manovre di uno spregiudicato pescecane della finanza. Alberto Sordi non si discute, risultando sempre ottimo, mentre non va oltre il così così il resto del cast. Consigliato, però, solo ai fan del grande attore romano e ai collezionisti di cinema.
Terzultimo film di Sordi e fra i peggiori della sua carriera. Nonostante la presenza della Finocchiaro con dialetto sardo, il film non riesce a decollare anche per il fatto che la trama risulta essere piuttosto ridondante. Di scarso valore la presenza di Marco Predolin nel cast.
Fra i peggiori film dell'immenso attore romano, anzi forse il più brutto. Sordi, ormai senza la consueta verve, non fa ridere; anzi, la sua performance desta solo tristezza; ripetitivo fino alla noia e con dialoghi ridicoli, il film è ben al di sotto della mediocrità.
Secondo me il peggior film di Sordi. Peccato, perché la tematica era molto buona. Purtroppo il tutto viene clamorosamente sciupato nel peggiore dei modi a causa di una trama ripetitiva e piena di momenti morti. Inoltre la performance dell'immenso Albertone è una delle sue peggiori di sempre sia dal punto di vista interpretativo che da quello registico. A nulla serve la presenza di validi caratteristi come Barra, Monteduro e la Finocchiaro con accento sardo. Davvero brutto.
Nonostante una confezione un po' sciatta e i soliti difetti della regia di Sordi, il film ha una sua forza che coinvolge e diverte, nei vari passaggi di denaro e nelle truffe del protagonista si trova il giusto brio per animare una trama piuttosto riuscita. Sordi attore è sempre strepitoso e sa donare alla sua canaglia una contagiosa simpatia, facendo sorvolare su un cast di contorno poco in parte o sulle musiche poco felici. Buono, soprattutto per i fan dell'attore romano.
Il berlusconismo secondo Sordi: una visione ultrasemplificata ma in grado di rendere vagamente l'idea che funge da motore per un film poco riuscito negli elementi prettamente umoristici (la Finocchiaro assistente sarda) ma ritmato e ben girato, con un'ascesa finanziaria che riesce a farsi avvincente grazie a strategie fraudolente fantasiose e ben congegnate. Sordi attore nella media, che non sfigura in un ruolo a forte rischio caricatura.
Buona prova per Sordi, non solo per l'interpretazione ma anche per la regia, che collauda una sorta di "Buisness Italian Comedy" in cui il personaggio protagonista, tale Garrone, sembra disegnato apposta per essere interpretato dall'Albertone Nazionale. Simpatica spalla la Finocchiaro: un buon personaggio, sebbene la forzata cadenza meridionale non la renda simpaticissima; bravi anche gli altri comprimari. Purtroppo poco ritmo comico: il film inizia con una certa carica umoristica che si consuma nello sviluppo piuttosto stanco e privo di vere gag.
Un Alberto Sordi che sente il peso degli anni ma che è ancora in grado di far divertire costruendo un film in cui si parla di finanza, di truffe e della capacità del protagonista di acquistare canali televisivi con metodi tutti suoi. Il film senza Sordi sarebbe davvero poca cosa, complice una regia piatta e una prova del cast decisamente sottotono. Non male.
Un film che è sostanzialmente un tentativo di spiegare i giochi dell'alta finanza alle masse che nella maggior parte dei casi devono penare per arrivare alla fine del mese. Dal punto di vista cinematografico bisogna ammettere che l'operazione è riuscita, con Sordi che, seppure meno in forma che in altre occasioni, riesce a strappare sorrisi e riflessioni sugli argomenti narrati. D'altra parte bisogna però ammettere che lentamente la satira sociale si trasforma in farsa e molte frecciate risultano un po' spuntate, ma rimane un prodotto onesto, che vale almeno il prezzo del biglietto.
Ultima “commedia di (mal)costume” diretta da Sordi, il quale qui interpreta un “genio della truffa” che si avventura con impune successo tra imperi televisivi, dittature africane e paradisi fiscali. L’attore-regista romano e il suo sodale Sonego, con più senso del ritmo rispetto al passato, dimostrano di avere ancora qualcosa da dire, seppure in modo semplicistico, sconfinando nella farsa proprio quando alzano il tiro nella seconda parte (che oltretutto sconta una regia piuttosto approssimativa). Nel modesto cast di contorno si fanno notare Diogene, Finocchiaro e Reggiani.
MEMORABILE: Il trucco del citofono; La telefonata al prete di Radio Montecatini; I processi.
Sballato film sordiano che ricicla, in questo accaparratore di frequenze, personaggi del passato. Sfilacciato o prolisso nella trama, illogico nelle azioni (perché il protagonista accetterebbe di andare in Africa?), talora assurdo fastidiosamnte (la insostenibile e interminabile trattativa USA). Paga poi una recitazione bassa oltre le attese, cattiva in vari ruoli, persino pessima in altri (Predolin in particolare). Urticanti la caratterizzazioni dialettali della Finocchiaro e della Reggiani. Sordi si rifugia nel gia visto e collaudato, ma neppure il mestiere salva la baracca.
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In questo film vengono riciclate molte musiche usate nei precedenti film di Sordi.
Si possono riconoscere quelle di:
Io e Caterina
In viaggio con papà
Tutti dentro
HomevideoZender • 2/08/14 09:22 Capo scrivano - 48686 interventi
Eh sì, gravissimo... Incredibile che nessuno si sia ancora fatto avanti per ristamparlo manco in edicola.