Ex-agente della Cia è incaricato di vendicare l'uccisione di un collega e amico. Eliminati due dei tre assassini, il terzo è da scoprire fra i partecipanti ad un'arrampicata in Svizzera... Thriller su commissione per il grande Clint, cui la trama (da un romanzo di Trevanian) offre il destro per riprese spettacolari di vette notevolissime, oltre che per lo sfoggio delle capacità fisiche. Film senza lampi, ma che funziona, avvincente e ben fatto. In un ruolo minore Reiner Schöne, il (mediocre) cattivo di È tornato Sabata
La scalata all’Eiger (la più difficile parete delle Alpi svizzere) purtroppo si vede solo nella parte finale. Per il resto è un normale thriller di spionaggio, con il solito grande Clint che si diletta d'arte, di donne e d'alpinismo (senza controfigura). Belle anche le riprese girate in America durante la fase di preparazione ed allenamento alla scalata. Buono ma non di certo memorabile.
Se avessi dovuto scommettere su Eastwood regista dopo aver visto questo film avrei detto che non avrebbe mai girato altro. Cornice siegeliana, acrobazie montanare ben realizzate, musiche melense di Williams e un'insopportabile razzismo conro i gay per un film che non lascia gran che. Ridicolo a tratti il mio idolo Clint quando fa il duro. L'indiana del film fu l'ultima amante di Henry Miller. Meno male che Clint diventerà un grande regista.
Ex spia viene richiamata per eliminare un gruppo che uccide agenti CIA in Europa. Implausibile spy-story che mescola azione, cinema d'avventura (inclusa un'improbabile scalata alla via nord dell'Eiger, mitica cima delle Alpi Svizzere) e momenti "bondiani" (le donnine, il personaggio di Drago). Della trama non funziona niente, a cominciare dal personaggio di Eastwood. E poi, perché una superspia dovrebbe essere anche un alpinista professionista? E cosa c'entra il capo della CIA che non può esporsi alla luce a causa di una rara forma di albinismo? Mah.
Thriller spionistico diretto ed interpretato con sufficiente professionalità da Eastwood che può contare su bellissimi paesaggi montani ma è penalizzato da una trama puntata con gli spilli, forzata ed anche banale (la solita vendetta) che stenta a suscitare interesse. La verosimiglianza non è affatto un requisito indispensabile per film di questo tipo, però, se devo sospendere l'incredulità per vicende in alta quota, preferisco farlo per smargiassate più divertenti come Cliffhanger.
Quarto film girato da Clint Eastwood come regista, è tratto da una sceneggiatura non originale; si tratta pertanto di un film su commissione in cui il regista fatica ad introdurre elementi di stile personali ed infatti il risultato non è esaltante dal punto di vista della storia. Le cose migliorano dal punto di vista stilistico e della qualità delle riprese anche supportate dai magnifici paesaggi montani. Discreto il cast. Non memorabile, ma comunque guardabile.
Discreto e nulla più questo film diretto ed interpretato da un Clint Eastwood ancora ben lontano dalla maturità artistica. La trama non è molto originale (il nostro deve scoprire una spia/assassina tra i partecipanti alla scalata del monte Eiger) ma lo spettacolo riesce a coinvolgere anche grazie all'ambientazione montana. Non certo imperdibile ma un dignitoso prodotto USA tipicamente anni '70.
Uno dei film solitamente meno amati (insieme a Firefox - volpe di fuoco, anch'esso di genere spy-story) di Eastwood. Come spesso accade vado controcorrente e devo ammettere che a me non dispiace affatto (omaggi Bondiani, "razzismo" e idealogia "reazionaria" inclusi). A proposito di film spionistici, vi ricordo che l'Eiger non è lontano dal monte Schillthorn, vale a dire il mitico "Piz Gloria" dove nel 1968 venne girato, guarda la combinazione, Agente 007, al servizio segreto di Sua Maestà (1969).
Buon thriller spionistico diretto da Eastwood, con una seconda parte incentrata sulla scalata dell'Eiger. Non c'è molto ritmo ma riesce a reggere fino alla fine grazie agli stupendi scenari (prima in USA poi in Svizzera) mostrati e dalla insolita caratterizzazione di alcuni personaggi. A tratti pare una parodia del genere spionistico, tanta è l'ironia presente (il doppiaggio di Colizzi che doppia Eastwood è ottimo). Da vedere, almeno una volta, non fosse altro per i molti dialoghi divertenti.
Controcorrente e felice di esserlo. Questo è nel suo genere un cult-movie, uno dei migliori film di e con Clint Eastwood anche a oltre 35 anni dalla sua uscita. Clint qui è molto più loquace e spiritoso che in tutti i suoi altri film, forse involontariamente ispirato al James Bond di quegli anni, Roger Moore. La trama è solo un pretesto e bisogna dire che le apparenti incongruenze sono dovute ai tagli operati nella versione italiana. Il risultato è comunque efficace e godibile. A patto di non prenderlo troppo sul serio.
MEMORABILE: Hemlock: "Quanto è che lavori per lui, Pope?" - Pope: "12 anni, perché?" - Hemlock: 2Beh allora è abituato ad avere dei dispiaceri".
Gradevole ma non certo memorabile questo thriller diretto ed interpretato da Clint
Eastwood. Molte cose sono già viste, la tensione non manca ma a tratti latita ed il pezzo forte della pellicola è fortemente penalizzato in tv: le scene "alpine" non possono non risentire, infatti, di un piccolo schermo. In ogni caso più che vedibile.
Film dalla doppia faccia: ironico e spietato, superficiale e psicologico. Tutto questo crea tensione e leggerezza allo stesso tempo, ed io considero questo un pregio che giova alla pellicola di Eastwood. Magari i tempi sono troppo dilatati, ma le scene dell'Eiger sono molto avvincenti e di sicura presa.
Un po' come Cliffhanger tanti anni dopo, l'unico vero motivo per vedersi questo film sono le ottime scene d'azione in montagna, visto che la trama è abbastanza canonica (pur coi suoi colpi di scena). Non è certo l'Eastwood profondo della maturità, qui si accontenta di girare un normale spionistico in stile 007; però gli riesce davvero bene: le scene d'azione su roccia sono le migliori mai viste e sono realizzate con scrupolo tecnico eccezionale. Direi che è più un cult per appassionati di montagna che per cinefili, ma è un bel film nel complesso.
MEMORABILE: "Ce la caveremo" "Io non credo, ma continueremo con stile..."
Non tra i migliori film diretti e interpretati dal mitico Eastwood. A metà tra spionaggio, thriller e avventura, convince solamente nella parte finale ambientata in cima all'Eiger. Il resto è tutto già visto, seppure realizzato bene. Ottimi comunque i due protagonisti, Eastwood e Kennedy.
MEMORABILE: Tutta la parte finale ambientata sull'Eiger.
Clint Eastwood tenta di dire la sua (con risultati non certo edificanti) nel campo del cinema spionistico. La prima parte è piuttosto piatta (fatta eccezione per il campionario di bellezze femminili messo in mostra) e poco convinta, mentre quando l'azione si sposta sulla montagna il film sveste i panni dello spionistico per indossare quelli del cinema avventuroso risultando più coinvolgente. Ma è veramente poca cosa.
La storia è davvero balzana e fa acqua da tutte le parti, sia nel plot (l'agente che per uccidere il nemico può farlo solo scalando una montagna!?) che nei dettagli. Se poi si aggiunge l'esaltazione grezza di un machismo che si esprime solo a muscoli e pacche sul culo alle ragazze, la cosa è ancor più sciocca, stante l'assenza di un minimo di autoironia. Del resto, Eastwood si sottopone a notevoli sforzi atletici e alla fine più che seguire il film si ammira l'esibizionismo del regista-attore. Belle solo alcune sequenze della scalata alpina.
Anche quando la trama oscilla tra premessa allettante e sviluppo prevedibile, l'impronta di Eastwood riesce sempre a riscattare lo spessore di tutti i suoi film. Come film di spionaggio non brilla di eccezionale luce ma come al solito il regista se la cava costruendo e puntando tutto sul carisma del protagonista. In questo infatti convergono sul personaggio principale una serie di qualità-filo conduttori intriganti: spia, alpinista ed esperto d'arte. Ed ecco riscattato il film!
Non è né un western né un poliziesco, però concede tutto quanto ci si aspetta da un film con Eastwood: atteggiamenti e battute acide à la Callaghan, azione, humour, l’etica statunitense dell’individualismo e della tenacia di chi non si arrende dinanzi all’impresa da compiere, amicizia virile e gocce di misoginia. L’elemento spionistico ha invero poco spazio, presto risucchiato dallo spirito d’avventura nella caccia all’uomo e nella scalata all’Eiger. Gustosi i duetti di Eastwood con il sodale Kennedy, il killer gay Cassidy, l’albino e cagionevole David e il suo maldestro aiutante Walcott.
MEMORABILE: Eastwood che liquida la studentessa intraprendente; gli incontri con l’albino; il cagnolino “Finocchio”; le riprese montane.
Doc sta ai moderni agenti segreti come la fonduta per Natale a un panino da fastfood. Ponderato, con ben pochi inseguimenti e poche uccisioni, la sua forza sta nella qualità delle immagini, nell'ampio respiro dei monti e in quella lentezza che non lo danneggia. A tratti i dialoghi sono piuttosto piatti e banali, così come un certo tipo di ironia, ma Clint col suo physique du rôle non delude affatto. Si apprezza un buon Kennedy e sopratutto bellissime inquadrature montane. Il finale spiazza in modo positivo. Gradevole.
Thriller, spionaggio e avventura nei normali canoni dell'epoca (anni Settanta). Eastwood in duplice ruolo di regista e attore si cimenta ina parte (per lui) abbastanza convenzionale. Trama non eccelsa ma riprese e panorami (scalata dell'Eiger) veramente spettacolari. Non il migliore dei suoi film, ma comunque godibile. Discreti i comprimari.
Se non si ha niente da fare si può visionare questo film un po' strampalato dove un professore di storia dell'arte per nulla intorpidito dal mestiere viene richiamato dal servizio segreto per un'importante missione omicida. Costruito su misura per Clint che rifiutò controfigure, con qualche trovata apprezzabile (il capo albino puro), propina anche diverse incongruenze narrative, ma a che serve? Tanto si guarda senza troppi perché e ci si chiede come andrà a finire. Pregevole l'allenatrice di trecking estremo.
Thriller con ampie venature da spy-story che dà modo a Clint Eastwood di dimostrarsi un buon artigiano nei lavori su commissione e un ottimo commerciante, capace di vendere al cliente il bronzo come fosse oro. E la sceneggiatura, pur bucherellata come uno scolapasta, è condotta in maniera abbastanza interessante, forte di un ritmo sostenuto, di un buon cast e di una colonna sonora che punta sul drammatico-sentimentale (lo score è affidato a John Williams). Ne esce un'opera imperfetta ma gradevole, non così scontata come sembra. Voto alto.
MEMORABILE: Le ottime prove di George Kennedy, Gregory Walcott e Jack Cassidy; La studentessa pigra; Le riprese montane.
Un Eastwood minore ma ugualmente godibile (soprattutto la seconda parte, che riesce a fare una buona commistione di spettacolarità e tensione). I paesaggi sono magnifici e ben coreografati, tutta la parte della scalata avvincente. Eastwood attore regala una buona interpretazione coadiuvato da Kennedy, sempre a suo agio nei ruoli di spalla sodale. Inizio un po' lento, finale riuscito. Colonna sonora azzeccata di Williams ma che ogni tanto stona con le immagini. Buono, nel complesso.
Grandissimo film di Eastwood in cui l'attore/regista ancora una volta riesce a caratterizzare con la sua personalità una storia tratta da un libro. Spionaggio, violenza e avventura in scenari mozzafiato si uniscono in maniera più che buona in questo film, che come un camaleonte parte in sordina come un poliziesco anni 70 per poi trasformarsi in un film d'avventura quasi estrema dalla seconda metà. Fantastici gli scenari dove il protagonista si allena (Monument Valley e Zion National Park), così come quelli simil alpini in Austria.
Pellicola che non rimarrà certo impressa per le caratterizzazioni dei personaggi, ma che grazie all'ambientazione montana, unita a ottime riprese dei luoghi di scalata (suggestiva la visione della prima vetta raggiunta con l'amico), riesce comunque a suscitare un certo interesse. Eastwood non ha a che fare con un personaggio memorabile, eppure, persino qui, il suo aspetto non certo rassicurante e l'atteggiamento tutt'altro che accomodante, si sposano bene con l'ambiente ostile che deve affrontare, peggiorato da individui a dir poco loschi, o semplicemente bastardi. Nel complesso, non male.
MEMORABILE: "Credo sia doveroso avvertirti che dovrò pestarti un po'"; L'urlo del protagonista sulla parete, stile Kirk ne L'ira di Khan.
Non è ben chiaro quale sia la sua vera natura; se un thriller, un film di spionaggio o chissà cosa. Purtroppo l’anello debole risiede proprio nella sceneggiatura, debole e gestita con poca chiarezza di intenti. Il nucleo fondante si concentra negli ultimi quaranta minuti, quando inizia la scalata all’Eiger, regalando uno scenario originale e le migliori sequenze dell’opera. Prima si perde una volta di troppo, non permettendo il salto di qualità. Non male, per carità, ma considerate le due ore si poteva aggiustare di più il tiro.
Un film un po' diverso dagli standard eastwoodiani, a cavallo tra spionistico e thriller/noir vecchio stampo; l'attore, all'epoca quarantacinquenne, si dimostra in splendida forma fisica effettuando quasi tutti i propri stunt ad alta quota - spettacolari - e non rinuncia né al suo proverbiale humour sarcastico, né ai momenti da duro che lo caratterizzano, oltre a offrire una regia solida e notevole nelle scene di scalata. Trama un po' arzigogolata e durata un pelo eccessiva; ottimo il cast di contorno, su tutti McGee e Segal; comparsata della compianta Candice Rialson all'inizio.
Film assolutamente sottovalutato. Sicuramente il genere spionistico non è nelle corde del grande Clint Eastwood e la caratterizzazione dei personaggi non sarà da Oscar, ma è un film girato con mestiere e le scalata sull'Eiger e sul totem della Monument Valley sono sensazionali e rimarranno iconiche; anche la trama non è niente male. Discreta la regia di Eastwood.
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CuriositàMatalo! • 8/05/09 10:36 Call center Davinotti - 614 interventi
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