Arsenale - Film (1929)

Secondo film della trilogia ucraina di Dovzhenko, realizzato in occasione del 10° anniversario della rivolta degli operai di Kiev contro il governo nazionalista. Si tratta del film più aggressivo del regista, contrassegnato da un montaggio frenetico e da una forte connotazione politica, che tuttavia ben si amalgama con alcuni elementi del folklore ucraino dando vita a scene di grande impatto metaforico. Si nota anche un'aperta denuncia contro l'assurda crudeltà della Grande Guerra. Alcune sequenze sono giustamente entrate nella storia.

Da un lato Dovženko celebra la rivoluzione bolscevica; dall'altro il suo film è permeato da un rifiuto viscerale della violenza e degli eccessi della guerra. Il suo eroe, Tymiš, è idealista e puro, ma opera in un mondo impazzito in cui vittime sono tutti i deboli. Brilla lontana la speranza della redenzione che verrà, ma quella che Dovženko dipinge è ancora una lunga notte in cui non si intravede l'aurora. Arsenal ha dei momenti di straordinario lirismo e ci offre alcune scene toccanti ed estremamente coinvolgenti.

Dagli orrori della guerra di trincea a quelli della fame: il prologo è nel segno della morte ma la disperazione, dapprima insensatamente rabbiosa (il contadino che si accanisce sul cavallo smunto, la madre che picchia i suoi bambini) si trasforma infine in presa di coscienza e rivolta degli operai ucraini in sciopero... Cinema rivoluzionario in cui le istanze militanti non sono ancora diventate una cappa che mortifica la creatività, quello di Arsenal è mirabile per sperimentazione figurativa, impatto impressionista, resa dinamica dell'azione, potenza allegorica. Capolavoro.