Andremo in città - Film (1966)

Andremo in città
Lo trovi su

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

Location LE LOCATIONLE LOCATION

TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/02/10 DAL BENEMERITO RENATO
Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione
ORDINA COMMENTI PER: BENIAMINI GERARCHIA DATA

Renato 21/02/10 19:22 - 1648 commenti

I gusti di Renato

Nelo Risi (fratello del più noto Dino) firma questo dramma ambientato in Jugoslavia durante l'occupazione nazista. Qualche pagina è ben raccontata, ed il rapporto tra la Chaplin ed il fratellino cieco funziona come si deve. Però la sceneggiatura non mi ha convinto, con troppi momenti tirati via e qualche sbrodolatura sentimentale di troppo.
MEMORABILE: Il piccolo Misha, cieco, che gabba il soldato nazista urlandogli "Non c'è più la bicicletta!".

Fauno 28/07/16 02:24 - 2208 commenti

I gusti di Fauno

Il dramma della guerra palpita per l'intera durata del film: dalla gendarmeria locale alle truppe tedesche, alle attività ebraiche che chiudono i battenti fino alle deportazioni; le speranze sono fuochi di paglia, mentre domina l'opportunismo (una volta in più mi domando a che serva conservarlo così bene anche in tempo di pace) e la tutela delle famiglie più nobili. La bellissima protagonista resterà invece fedele ai suoi valori e al suo sfortunato fratellino, ma senza risultati. Un film che apre molto gli occhi e per questo motivo è duro da ingoiare.
MEMORABILE: La scuola abbandonata e saccheggiata; La maniera approssimativa di celare i cadaveri.

Saintgifts 9/12/16 19:43 - 4098 commenti

I gusti di Saintgifts

Dall'omonimo romanzo di Edith Bruck (moglie del regista), che ha vissuto in prima persona la deportazione, sceneggiato da Cesare Zavattini e con la bella fotografia di Tonino Delli Colli. Molto brava Geraldine Chaplin, protagonista assoluta assieme al piccolo Federico Scrobogna in un ruolo drammatico durante l'occupazione nazista in Jugoslavia. Una drammaticità in sordina, in un certo qual modo, che però riesce a rendere, attraverso la breve stagione di Lenka, tutta la tragedia del popolo ebreo (e non solo) in modo esemplare. Finale commovente.

Zampanò 27/04/21 20:42 - 381 commenti

I gusti di Zampanò

Astraendoci dall'emotività che traccia ogni prova sull'Olocausto, la vicenda del borgo balcanico risuona autentica solo nel piccolo Mischa, cieco e per iperbole unico "fortunato" nel risparmiarsi l'orrore dei tempi. La Chaplin (perché gli occhi sempre truccati?) domina la prima parte, poi s'indebolisce. Il monologo in treno rintrona. E Castelnuovo appare impregnato ancora del fascista de Le soldatesse (girato l'anno prima) per essere una vittima credibile. La tecnica di Nelo Risi però è capace di comporre le atmosfere, come in un film di Zurlini, una qualità che fa alzare il voto.
MEMORABILE: Lenka riconosce davvero il padre solo dalla cicatrice.

Silvia75 5/08/21 08:48 - 157 commenti

I gusti di Silvia75

Ottimo film del regista e poeta Nelo Risi, autore non abbastanza apprezzato del nostro cinema. Tratta dal libro di Edith Bruck, è la storia di tre personaggi nella ex Jugoslavia: un bambino cieco che vive con la sorella e il compagno di lei, un giovane partigiano. Geraldine Chaplin eccellente e perfetta per il ruolo e altrettanto Nino Castelnuovo, uno degli attori più interessanti della Golden Age del nostro cinema. Bella la fotografia ed emozionante il finale.

Myvincent 18/11/22 08:13 - 3726 commenti

I gusti di Myvincent

Una pagina della Seconda guerra mondiale poco nota come l’occupazione nazista in Bosnia accende i riflettori ancora una volta sulla tragedia dell’ Olocausto. Pure qui senza ombra di speranza, ineluttabilmente. La storia procede in maniera poco omogenea, lasciando molto spazio alle espressioni naturalmente malinconiche di Geraldine Chaplin e ai brulli paesaggi balcanici. Non un capolavoro, ma si lascia guardare con piacere.

Aleksandar Gavric HA RECITATO ANCHE IN...

Spazio vuotoLocandina Il massacro della Foresta NeraSpazio vuotoLocandina Le soldatesseSpazio vuotoLocandina All'ombra delle aquileSpazio vuotoLocandina Ore 10.10 attentato
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.

In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.


DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.

HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.

CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.

MUSICA:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
  • Musiche Lucius • 3/11/13 10:32
    Scrivano - 9063 interventi
    Direttamente dalla prestigiosa collezione Lucius, il 45 giri originale:



    Ultima modifica: 3/11/13 13:03 da Zender
  • Discussione Fauno • 28/07/16 02:31
    Contratto a progetto - 2742 interventi
    Fra i tanti motivi per cui avevo preso questo film c'era la presenza della Careddu,da me adorata in Temptation...ebbene, vi garantisco che in questo film prende una gran paga, per non dire una stracciata, proprio da Geraldine Chaplin, neanche tanto per il ruolo,quanto per l'estetica.

    Mi ha fatto un po' ridere Renato quando parla di sbrodolature sentimentali di troppo: ecccccavolo...davanti alla sentenza che la morte è solo questione di tempo, meno male che ci sono almeno quelle...
    Ultima modifica: 31/07/16 13:39 da Fauno
  • Discussione Boccog • 12/01/19 19:12
    Disoccupato - 1 interventi
    Il film "Andremo in città", è tratto dal libro omonimo di Edith Bruck, uscito nel 1962. Vi si narra una vicenda tragica e al tempo stesso di grande delicatezza che si svolge in terra jugoslava ai tempi della Shoah ed ha, com'è noto, tra i protagonisti un bambino. Nel film diretto dal marito della Bruck, Nelo Risi, sceneggiato da Cesare Zavattini, la favola a lieto fine che la Chaplin racconta al fratellino cieco, mentre in treno stanno andando al lager, anticipa di diversi decenni la straziante dolcezza de “La vita è bella” di Roberto Benigni.