Rassegna estiva
EsoticaErotica
Un'estate al tropico dei sensi L'inizio è sconcertante (già con la colonna sonora di Fabio Frizzi che sembrava la musichetta dei fratelli De Angelis composta per i film di Bud Spencer & Terence Hill) dove pareva di vedere una parodia del genere (gli indigeni ritratti come dei mentecatti sottosviluppati che parlano tipo "Si badrone", la servetta di Venantini che fraseggia assurde e demenziali parolette in rima e ride continuamente come una cretina, le deliranti gag che affiorano imbarazzanti quà e là: i neri che fanno battute sceme, la Gemser che ammolla uno sberlone ad una testuggine gigantesca con il classico effetto sonoro irrealistico perchè l'ha morsa, il nero che non sa ingranare la marcia della jeepetta di Bottesini e le disfa i suoi stumenti di lavoro, il cerebroleso fidanzato della Gemser che se la ride di continuo) intinta nel più becero razzismo (dialogo stracult, fuori campo, tra Bottesini e la sua ipotetica fidanzata milanese Egle, lei "
Sono stata a letto con un negro e anche con una negra, puzzavano...erano ballerini)
E tra bagnetti con abbondanti nudi integrali delle ragazze del luogo, la Gemser che vuole fare
zucchero e un improbabile missionario romagnolo, il film sembrava prendere una piega trashosa e scultissima non indifferente ( meravigliose location a parte).
Poi Pavoni cambia marcia ( così anche la OST di Frizzi, che si accoda alle sonorità di Djamballa), con un Venantini a dir poco straordinario, sorta di mefistofelico Paganini satanista, mellifluo Louis Cyphre che si diletta di magia nera e si gingilla con bambolette voodoo, invoca il signor Diavolo e si prodiga in occultismi sacrificando uccelletti sull'altare dell'oscurità (con l'aiuto della sua servetta), d'improvviso appare la Bisera (che surclassa in un attimo la Gemser) a cavallo sulla spiaggia, donando meravigliosi e statuari nudi integrali per tutto il film, anche lei dedita agli occultismi, pittando il corpo nudo della Gemser che nemmeno in
Emanuelle e gli ultimi cannibali, per poi scatenarsi, senza remore, in una febbrile danza voodoo in preda agli spasmi, dove la sua sensualità ferina assume tratti quasi divini.
E Pavoni rincara la dose, se da una parte continua con scelte narrative assai discutibili (il matrimonio dei due indigeni ottantenni officiato dal missionario pupiavatiano), dall'altra ci infila i sogni lisergici e premonitori di Bottesini, la bambina che si offre a Bottesini, pipistrelli scuoiati che manco
Le facce della morte, poi usati per crocifissioni blasfeme a uso e consumo dei riti diabolici di Venantini sulla spiaggia, dalle bambole voodoo di pezza impiccate e infilzate dagli spilloni, fino a quell'onirico, allucinato e inaspettato finale che sfocia nell'horror, con Venantini/Paganini che suona il violino, sghignazza, appare e scompare, via di mezzo tra
Il delitto del diavolo e le grottesche mazurke dei fichi fioroni avatiani.
E di colpo
Free love diventa uno titoli migliori del genere esotic and erotic e Pavoni (oltre che ad un gusto estetico per le immagini davvero suggestivo, grazie al suo mestiere di mago della luce, basti per tutte il momento in cui Bottesini assiste da lontano, su un precipizio, alla danza voodoo notturna con la Bisera nudissima e scatenatissima, che , con le dovute differenze, pare anticipare qualcosa di
Incontri ravvicinati del terzo tipo) non segue una narrazione lineare, spostando l'asse da quello che stava diventando un prodottino zeppo di luoghi comuni e quintessenza del razzismo provincialotto, in una sorta di horror/fantasy esoticcheggiante sui generis, tra stregoni e streghe, sogni e incubi, meccanismi thriller (l'ingegnere precedente che scompare misteriosamente, Bottesini che fa la stessa fine, l'azienda che ne manda un terzo per sapere che fine hanno fatto gli altri due-la voce del cumenda, fuori campo, nella chiusa del film-) e una fine non dissimile da quella del
Dio serpente.
Oltre alla dea Bisera che riesce a togliere il sonno al massimo del suo splendore, anche Bottesini è bello in parte, sottostimato e dai più criticato, ma con una psyche du role notevole, cento volte meglio di mille Gianni Dei di sicuro.
Piccolo gioiellino, che innesta l'esotico erotico alle derive horror al sentor di zolfo (Venantini satanista è una figura grottesca, e non poco inquietante, tra le più riuscite nel genere), con qualche amplesso che oggi fa sorridere e una mancata scena lesbo tra la Bisera e la Gemser, che si gettano , nudissime, tra le onde del mar.
Quando si dice fare zucchero...