Amore e morte al tavolo da gioco - Film (1983)

Singolare film che assembla un terzetto di personaggi piuttosto bizzarro e li fa stringere un patto per vincere a blackjack. L'artefice principale, colei che sfrutta una memoria prodigiosa per vincere, nonostante una forte timidezza di fondo, è la Stacy del titolo originale (Millian), che in un casinò di Reno, in Nevada, muove i suoi primi passi. A notarla è Will (Costner), minatore insoddisfatto che al tavolo da gioco ne intuisce le potenzialità inespresse convincendo lei e la sua inseparabile amica Jean (Lilith) a impegnarsi a fondo per cominciare a guardare più oltre, non solo alle briciole. Al casinò, però, c'è subito chi si accorge...Leggi tutto di Stacy; così Will, che dei tre è quello che tutto organizza e studia le mosse, decide che è il momento di prendersi una pausa. Portate le due donne al cottage estivo dello zio (assente per le vacanze), vi si ferma con loro affinando giorno per giorno le tecniche migliori per tornare e sbancare. L'obiettivo non sembra impossibile, complice anche un vecchio amico di suo padre, vero guru del blackjack che prende sotto la sua ala Stacy scoprendone un talento straordinario (si sfora incredibilmente anche nel paranormale, a ben vedere). Tutto è pronto per la grande rivincita, ma il gestore del casinò (Reynolds) ha in serbo a sorpresa per i tre grandi progetti e arriva a pagare loro una trasferta a Las Vegas... Un piccolo colpo di scena che ne precede altri ancor più spiazzanti: si cambieranno le carte in tavola aprendo a un'ultima parte che sarà di gran lunga la migliore, con la realizzazione di un piano davvero ingegnoso e tutto da gustare. Per fortuna, perché fin lì non è che il film avesse convinto troppo. Al di là di un Kevin Costner giovanissimo piuttosto distante dalle grandi performance cui ci abituerà e di una Andra Millian che bene sa evidenziare la fragilità e i ripensamenti del suo personaggio, la regia è titubante, il racconto spesso si blocca, inciampa in fasi decisamente superflue, in un rapporto a tre gestito in alcune occasioni in modo imbarazzante. Non si capisce bene l'utilità della presenza di Jean nel gruppo né è all'inizio molto chiaro perché Will non si arrangi da solo senza dover coinvolgere Stacy nei suoi piani, dal momento che sulle prime la donna non pare abbia alcuna dote particolare arrivando ad affinarla solo in seguito grazie appunto agli aiuti di Will. Le scene sul tavolo da gioco hanno un certo fascino, la relazione che lega i tre protagonisti resta buffa ancorché piuttosto irrisolta. Senza gran momenti né troppa gloria il film procede in attesa della svolta che darà il ritmo giusto trasformando il tutto in un noir senza criminali (in fondo Stacy vince esclusivamente sfruttando le proprie capacità) ma con la "stangata" in canna. Piacciono gli improvvisi stacchi sul fiume, in una natura che accoglie i tre eroi e accresce una sensazione di straniamento data anche dalla non banale interpretazione del cast. E così un piccolo film, in realtà davvero poca cosa, acquista passo dopo passo toni insoliti apparentandolo a quegli strani oggetti del cinema indipendente che sono un salutare allontanamento dalle grandi produzioni in cui ogni fotogramma è studiato e ogni parola soppesata.

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