Amore di bambola - Film (1990)

Amore di bambola
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Anno: 1990
Genere: drammatico (colore)
Note: Il film è stato girato nel 1986, il visto censura è del 1990 e due copie del film sono state stampate. E' uscito in vhs nel 1991.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/03/18 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 26/03/18 00:53 - 2910 commenti

I gusti di Buiomega71

Intenso e pregevole dramma della solitudine, impreziosito dalla regia delicata e attenta di un Ninchi ispiratissimo. Tra Life size e Love object (ma senza morbosità) la storia di un'alienzione feticistica (notevole la Garello nel ruolo della real doll) tra momenti ora tristissimi (il pranzo tra Stefano e la bambola), ora quasi fiabeschi e stralunati (il picnic con la bambola) o incubotici (il sogno "teatrale" di Stefano con la bambola che affoga). Ottimo Gùetary e finale inatteso che ne aumenta il disagio mentale. Spiazzante e inaspettata opera peculiare.
MEMORABILE: Una furiosa (e gelosa) Claudia accoltella la bambola e la getta, sgonfia, nell'angolo del salotto; La bambola (Brunilde) che "parla" a Stefano.

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  • Discussione Zender • 26/03/18 08:21
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Buio, questo è segnato come corto di 40 minuti su Imdb e risulta essere (o almeno risulta essere reso pubblico) del 1990. Non è lo stesso?

    Detto che ho visto la vhs e risulta essere 95minuti, il cast è quello di Imdb? Come sappiamo che non è uscito nel 1990 ma nel 1986? Missingvideo lo dà del 1990 per dire.
    Ultima modifica: 26/03/18 08:27 da Zender
  • Discussione Buiomega71 • 26/03/18 11:10
    Consigliere - 25999 interventi
    Miniciclo: Quegli amori balordi

    Capitolo secondo: feticismo malinconico

    Quando credi (colpevole una distribuzione invisibile, la cover di una vhs che lo spaccia per uno squallido erotico da bancarella sullo stile di Lorenzo Onorati) di vedere una porcata e ti ritrovi un piccolo gioiellino delicato, intenso e ben condotto da una regia attenta e ispirata, che racconta, con finezza e profonda instrospezione psicologica, di un'alienazione mentale, di solitudine, di impossibilità ad amare, di sentimenti congelati che si gettano nell'amore totale verso un oggetto inanimato

    Tra Life size e Love Object ma senza morbosità, la storia di Stefano (un eccellente Francois Guètary), un giovane impiegato di banca che vive (e ama intensamente) la sua real doll (che però è gonfiabile) interpretata da Stefania Orsola Garello, che si estranea dal mondo nel suo piccolo appartamentino di un anonimo palazzone romano, e vive una storia d'amore alternativa con l'inquietante oggetto del suo desiderio, finchè una sua collega (Maria Vittoria Felli) tenterà di portarlo sulla retta via, cercando di traghettarlo verso l'amore di una donna vera, forse riuscendosi, forse no (l'inaspettato finale suggerisce che la passione per l'oggetto freddo e inanimato è ben più forte dell'amore carnale)

    Opera peculiare, stralunata, bizzarra, di un autore tanto interessante quanto incompreso (il cinema di Ninchi darebbe la polvere a registi ben più blasonati e osannati), che rifugge morbosità e facili cadute nell'erotismo da quattro soldi, per concentrarsi sulla solitudine (di rara tristezza il pranzo tra Stefano e la bambola seduti a tavola, con lui che le parla dei suoi progetti e lei che lo fissa gelidamente), a attimi quasi poetici che sfiorano la dolce follia (Stefano porta Brunilde, chiusa in un borsone da viaggio, a teatro, a sentire Mozart, accarezzandole, di tanto in tanto, le dita che escono dalla borsa, finchè una signora, seduta accanto, si accorge della strana "accoppiata") su momenti stranianti e quasi fiabeschi (il picnic nel bosco tra Stefano e la bambola, che, ad un certo punto, le "parla" di quanto anche lei lo ami, con un effetto "favolistico" che tira in ballo dame, castelli e cavalieri), sino a onirismi che sfiorano l'horror (l'incubo "teatrale" notturno di Stefano, dove la bambola, che si chiama Brunilde, prende vita, corre verso una gondola e affoga tendendole la mano), a scoppi d'ira (Claudia che, in un momento di follia dettata dalla gelosia, accoltella Brunilde, e la getta, sgonfia, dietro il divano del salotto, per poi gettarla nella spazzatura), sino al finale , dove Strefano non può non rinunciare all'amore ossessivo e "malato" (e in questo caso balordo) per Brunilde.

    Stefano e Claudia che vanno al cinema a vedere Top Gun, e nell'atrio ci sono i manifesti di Cobra, Il colore viola, Follia d'amore e il prossimamente di Brivido, la gita in barca a vela, la confessione di Claudia , la scommessa tra colleghi (per portare Stefano a convertirsi alle donne in carne e ossa)

    Toccato dalle note struggenti di Marcella Pasquali (sotto la direzione di Bruno Nicolai) e pervaso da un sentore di malinconia disillusione e di struggente solitudine è un film che avrebbe meritato molto di più dell'oblio a cui e stato ingiustamente confinato, trovando in Ninchi un autore di rara finezza e lucidità (si vede che veniva dal teatro), dando al film un aurea molto personale e , a suo modo, poetica.

    Insomma, Stefano e una ragazza tutta sua...

    IMDB lo dà, inspiegabilmente, come "short" da 40' minuti (!)

    Sequenza cult amorbalordiana: Stefano porta Brunilde (la sua amatissima real doll) a fare un picnic domenicale, discutendo con lei di dame e cavalieri, lei le "risponde" con frasi amorose, abbagliata da una luce fiabesca, poi, fanno l'amore...
    Ultima modifica: 26/03/18 19:12 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 26/03/18 11:16
    Consigliere - 25999 interventi
    Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs Empire Video (che lo spaccia ingnobilmente come un erotico di quarta categoria con una cover che non c'entra nulla con il film, così come l'incomprensibile divieto ai 18)

    Durata effettiva: 1h, 30m e 37s

    Ultima modifica: 26/03/18 13:40 da Buiomega71