Amleto - Film (1964)

Amleto
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Titolo originale: Gamlet
Anno: 1964
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Trasposizione cinematografica in lingua russa della tragedia di Shakespeare composta nel 1601. Il regista, Kozintsev, si avvalse della traduzione di Boris Pasternak. Musiche di Dmitri Shostakovich.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/04/10 DAL BENEMERITO PAU
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Pau 20/04/10 00:24 - 125 commenti

I gusti di Pau

Kozintsev (che scorcia in buona parte il testo originale) dipinge un Amleto lunare, introverso, riflessivo (in contrasto con un Claudio rozzo e carnale); i suoi monologhi sono interiori e fluiscono dalla coscienza. Ofelia è le vittima di una società misogina e brutale; ci viene mostrata mentre, a mo' di marionetta, danza meccanicamente al suono di una musica ripetitiva. Potente ed evocativa la sequenza notturna dell'apparizione dello spettro, così come le riprese in esterni: il mare, il cielo, le scogliere che circondano le mura di Elsinore.
MEMORABILE: L'apparizione dello spettro: un gigante in armatura, avvolto dalle tenebre, che si muove al ralenti stagliandosi contro le mura di Elsinore e le nubi.

Belfagor 8/01/13 12:26 - 2690 commenti

I gusti di Belfagor

Nonostante i tagli dovuti alla lunghezza del testo originale, l'adattamento di Kozintsev conserva la potenza tragica dell'opera shakespeariana. Notevole la finezza e la profondità nello studio dei personaggi: in particolare, la rappresentazione di Ofelia è una delle migliori di sempre. All'austera e classica ricostruzione storica si unisce un'analisi sociale di grande modernità. La fotografia dai forti contrasti conferisce ad interni ed esterni dei marcati tratti empatici ed evocativi. L'eccellente colonna sonora è firmata da Shostakovic.
MEMORABILE: L'apparizione dello spettro.

Cotola 18/10/16 20:08 - 9052 commenti

I gusti di Cotola

Un film di una potenza visiva ed emotiva che lascia senza fiato. La "semplicità" e "sobrietà", almeno apparente, delle inquadrature lungi dall'essere un vulnus è invece un punto di forza. Il rispetto del testo scespriano, rafforzato da una bellezza estetica notevolissima, amplificano la gamma e la potenza delle emozioni tanto da lasciare positivamente "stremati". Il miglior Amleto cinematografico di sempre (dinanzi al quale anche pellicole meritevoli diventano piccole piccole) ed una delle più belle pellicole tratte dai film del Bardo. Imperdibile.

Daniela 12/05/17 16:35 - 12671 commenti

I gusti di Daniela

Eclatante trasposizione della tragedia shakespeariana in cui la forza delle parole trova rinnovato alimento in quella delle immagini, di potente plasticità o di trasognata bellezza, così che anche i passaggi più noti acquistano toni e riflessi inediti e sorprendenti. La drammaticità dei chiaroscuri, il rigore spigoloso delle ambientazioni naturali e architettoniche, il manierismo esasperato dei costumi, la colonna sonora di Shostakovic: tutto concorre a creare una tensione che può sciogliersi solo nella morte del "dolce principe", a cui Smoktunovsky presta un volto sofferto e indimenticabile.
MEMORABILE: L'apparizione dello spirito del re assassinato; la rappresentazione teatrale; Il ballo meccanico di Ophelia in lutto; Il corpo sommerso nell'acqua

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  • Discussione Cotola • 13/05/17 22:35
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    @ Daniela:

    Che piacere che ti sia così tanto piaciuto.
  • Discussione Daniela • 13/05/17 23:08
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Veramente caro Cotola ti dovrei mollare uno scappellotto: ma come, vedi una "roba" del genere e non mi chiami in appello?
    Il problema di un tale capolavoro è che porta a riconsiderare tutte le pellicole dello stesso soggetto, abbassandone virtualmente le quotazioni: certo Olivier subisce qualche ammaccatura ma si salva, ma il povero Gibson di Zeffinelli, ad esempio, ne esce con le ossa rotte.

    Una osservazione a latere: che potenza visiva nella rappresentazione del castello e delle scogliere circostanti!
    E' proprio il contesto ideale per l'Amleto: una natura tormentata come tormentato è l'animo del protagonista.
    Da questo punto di vista la realtà si rivela molto diversa dall'immaginazione.
    Anni fa ho visto il luogo in cui Shakespeare ha ambientato il dramma: si tratta del castello di Kronborg, che sorge sulla punta estrema della Selandia in Danimarca, nel punto in cui questa è più vicina alla Svezia.
    Un gran bel castello rinascimentale, certo, ma di scogliere neppure l'ombra: la costa in quel punto è piatta che più piatta non si può. Insomma, non corrisponde per nulla alle aspettative.
    Ultima modifica: 14/05/17 12:57 da Daniela
  • Homevideo Von Leppe • 15/05/17 16:27
    Call center Davinotti - 1109 interventi
    Dalla prestigiosa collezione Von Leppe la VHS San Paolo del film:

    Ultima modifica: 15/05/17 19:53 da Zender