Alba d'acciaio - Film (1987)

Swayze è il classico eroe venuto dal nulla, senza macchia e senza paura, pronto ad abbattere i cattivi, che in un futuro postatomico dominano il "racket" dell'acqua. Niente male. Come in altri film del genere lo sbrogliarsi della trama è fin troppo chiaro e lineare, ma qui il tutto viene realizzato con buona perizia tecnica, ottima messa in scena, un buon carachter design e la giusta attenzione al fattore visivo/spettacolare. Non originale ma divertente.

Specie di Cavaliere della valle solitaria post-atomico. Gli ingredienti per uno spettacolo divertente ci sono tutti: scontri di spade, vendetta, deboli da difendere. Anche se il ritmo non è sempre alto e le idee sono di seconda mano, il film risulta gradevole anche grazie al cast azzeccato, in cui spicca Swayze in versione Mad Max e un Brion James stranamente non schierato con i cattivi. Godibile.

In un futuro post apocalittico probabilmente si combatterà per avere un po' di acqua considerando che già ai nostri giorni stanno sorgendo i primi problemi a riguardo. Sulla falsariga della trilogia di "Mad Max" questa pellicola sfrutta tutti gli stereotipi del genere: dal bambino rapito all'eroe impavido e imbattibile, dal cattivo che assolda uno spietato assassino al lieto fine in cui il protagonista si allontana dalla gente che ha salvato. Sorpendentemente il film non stanca per tutta la sua visione pur non essendo niente di che.

Post-atomico anni 80 che altra non è che un cripto remake del Cavaliere della valle solitaria. Eppure Lance Hool centra tutti gli obiettivi: la splendida ambientazione desertica con i suoi silenzi; la storia semplice, archetipa, malvagi contro buoni, servita da un buon ritmo; le facce giuste (Swayze monoespressivo ma ok; la moglie di lui nella vita reale Lisa Niemi, bella e coraggiosa, gli indimenticabili ceffi Zerbe, Brion James e Neame). Quegli ottimi prodotti della B ottantiana che oggi ci sogniamo. L'effetto nostalgia aumenta il voto.