Horror comedy molto godibile, anche per la presenza di un notevole cast (Reilly bravissimo come sempre), strizza l'occhio - in chiave leggera, ovvio - al celebre Freaks di Tod Browning e a film tipo Ammazzavampiri. Visto il finale aperto, dobbiamo aspettarci l'immancabile sequel che non avrà niente da dire, ma per il momento possiamo essere moderatamente soddisfatti di questo spensierato divertissement orrorifico.
Il tema dei freaks, già nobilmente affrontato dal cinema del passato, ritorna questa volta con registri narrativi da commedia in questo film di Paul Weitz (regista già avvezzo al genere). Il risultato è un opera abbastanza godibile grazie alla presenza di personaggi ben caratterizzati e il cui limite è una sceneggiatura che mette troppa carne al fuoco. Buona la prova del cast, con presenze illustre come Defoe e il solito bravissimo Reilly.
Completata la presentazione dei freak, che è ben fatta ed ha un certo stile, si esaurisce completamente la vena creativa. Poche idee stiracchiate, personaggi non incisivi (e parlando di vampiri, mancano anche i canini), un vago sentore di Ammazzavampiri incrociato con Harry Potter e titoli di testa che strizzano l'occhio a Burton. Si allunga il collo per guardare nella scollatura di Salma Hayek e si sbadiglia alla luna manco fossimo licantropi narcolettici. Prepariamoci a dei sequel.
Quando un circo di freaks arriva in paese, fra donne barbute e ragazzi-serpente c'è anche un vampiro "buono" (non uccide le sue vittime, si limita a succhiarle un pò) che vorrebbe trovare un apprendista... Nel filone del vampirismo adolescenziale, questo ironico filmetto ha il pregio di essere molto meno lagnoso di Twilight, anche se lascia spazio al dejà-vu. Dafoe la faccia da vampiro ce l'ha di natura, Reilly proprio no ma se la cava da bravo attore qual'è, anonimi i due ragazzi protagonisti, carini certi trucchi old style
MEMORABILE: molto bellini i titoli di testa animati in stile Tim Burton
Piuttosto deludente. Alla fine era quasi meglio roba come Vamp o Ammazzavampiri. Non c'è la ferocia dell'horror, si insegue malamente Harry Potter con una spalmata di Tim Burton. Ma sicuramente le idee sono poco chiare in chi dirige e in chi ha scritto la sceneggiatura. Pessimi i monaci nanetti copiati da Phantasm, sprecatissimi e ridicoli Willem Dafoe e Watanabe, odioso il protagonista, nulla la Hatek; si salva di misura il grande Reilly (spesso anche lui al limite del ridicolo).
Commedia horror che dietro un impianto visivo moderno nasconde una classica storia fatta di retorica agrodolce sulla lotta alla diversità. Reilly è tutto tranne che un vampiro eppure funziona nel ruolo, così come DaFoe che con quel viso potrebbe fare una saga sui mostri e risultare sempre credibile. Qualche risata (anche amara), un po' di prevedibilità ma si procede in maniera nonostante tutto piacevole grazie a intrecci classici ma ben fatti e un bel po' di azione. Di livello la cura nei dettagli delle varie creature.
Ibrido ben riuscito; la ricetta è semplice: ambientazione e struttura sono da horror, il circo e i suoi personaggi spaventano e divertono. Si aggiunga inoltre una spolverata fantasy, buoni effetti e lo spettatore non potrà rimanere troppo deluso. Di livello il cast, con Reilly sugli scudi coadiuvato da Hayek e Dafoe, inespressivo invece il giovane protagonista. L'esempio di come dare a un pubblico giovane un horror godibile.
Pellicola per adolescenti che mescola abbastanza maldestramente i freak con i vampiri, prendendosi almeno poco sul serio. Il risultato però è un ibrido in cui la quantità di fenomeni da baraccone non viene sfruttata a dovere. E così, oltre al vampiro mentore del protagonista, col suo ragno colorato, risulta difficile ricordare altro (a parte i mini freak, che se non altro hanno un perché, vista la loro origine). Nel complesso, niente di che.
MEMORABILE: "La vita non avrà anche senso, ma per la morte ho ancora qualche speranza".
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