Storico Gemma, e uno dei rari italo-western di ispirazione letteraria. Gemma/Brett Landers, bravuomo turlupinato da un falso amico, è accusato di furto, uccide l'accusatore per difesa ma rischia il linciaggio e fugge. Per la via s'imbatte in una donna seviziata... Eterno plot del buono costretto a discolparsi, svolto coscienziosamente da Stegani. Gemma nel suo habitat, grande ruolo per Nello Pazzafini, doppiato da Renato Turi, in luce sin dalla primissima scena ("Brett Landers! Brutto figlio di un'orsa!")
Western più che discreto, conserva l’impronta americana del romanzo di Henry Whittington e beneficia del sostegno di una trama sciolta ed avvincente – con improvvisa svolta tragica all’ultimo minuto -, ma senza perdere di vista le direttive degli esempi italiani. Gemma è il solito Gemma, Pazzafini il solito Pazzafini; a stimolare l’interesse sono piuttosto alcune presenze di contorno come il savio dottore di Camardiel, lo sceriffo non troppo sveglio di Puente e l’astio filiale di Righi nei confronti del soffocante Cressoy.
MEMORABILE: La Stewart seviziata (off-screen) e lasciata a disidratarsi al sole delle mesas.
C'è veramente poco in questa pellicola: una sceneggiatura semplice che si ingarbuglia senza necessità, ma soprattutto non si sviluppa e non si risolve completamente, attirando tutta una serie di storielle secondarie che occorrono a tirarla in lunga col fiato cortissimo. Non un momento originale, non una scazzottata credibile o un duello con almeno una leggerissima tensione; giuliano Gemma grava col suo fisico, più del dovuto, su un film che, forse, un po' d'ironia avrebbe reso meno inutile.
Acquista del bestiame e viene accusato di furto, uccide per legittima difesa e lo accusano di omicidio, salva la vita a una ragazza e si attira altri guai... Non gliene va bene una a Giuliano Gemma in questo spaghetti western insolitamente tratto da un romanzo, che non insiste troppo con le sparatorie e gli ammazzamenti ma è comunque scorrevole, ben ritmato e con qualche momento di tensione. I personaggi funzionano (su tutti il simpatico dottore e lo sceriffo titubante ma fino a un certo punto) e il lieto fine è proprio quello che ci voleva.
MEMORABILE: L'evoluzione del personaggio dello sceriffo; Lo scontro tra Gemma e Pazzafini; Il finale.
Dopo un inizio assai sempliciotto (la compravendita di bestiame, lo scontro a fuoco e la fuga hanno toni incredibili nel loro veloce svolgersi), il filmino si assesta dalle parti consuete del western senza troppe pretese: il signorotto, il dramma familiare, la belloccia, lo sceriffo ambiguo ma non troppo... A Stegani non si imputa certo la rilettura ennesima delle materie topiche bensì l'assoluta mancanza di nerbo nella riproposizione d'esse. Gemma si diporta onestamente così come il cast di contorno. Corretto e nulla più.
Non si tratterà dello spaghetti-western migliore del mondo ma il suo lo fa. È un film abbastanza semplice nella trama e nei passaggi di sceneggiatura. Mancano le vere sorprese, ma la storia comunque intrattiene e presenta peraltro una serie di personaggi interessanti e soprattutto ben interpretati dal cast, che se la cava molto bene, anche se Giuliano Gemma appare troppo monocorde. Per il resto è un tipico film del genere, con una musica fondamentalmente già sentita e una fotografia ampiamente utilizzata nei film coevi. Comunque merita un'occhiata, perché intrattiene bene.
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Sull'autorevole sito internet -SPAGHETTI WESTERN DATABASE(S.W.D.B.)- Quentin Tarantino lo ha citato citato come uno dei film e delle fonti di ispirazione che più di ogni altro hanno influenzato la sua carriera registica.
Ahinoi, questo piccolo classico è mal servito. Le plurime edizioni estere (ultima quella francese) non hanno l'italiano, disponibile solo nel dvd giapponese e in quello della defunta Shendene.
HomevideoGeppo • 5/10/09 00:23 Call center Davinotti - 4356 interventi
Ecco la rara fascetta VHS Techno film di "Adios gringo" direttamente dalla Geppo collection.