Alle volte meriterebbero maggior fortuna questi strepitosi tentativi di cercare un escamotage per rifilarci l'ennesimo action-movie. La pellicola in questione è una pioggia di luoghi comuni, di clichè, di deja-vù. Van Damme ci ripropone l'ennesimo personaggio baciato dalla mala sorte che vuol dare un senso alla propria errata precedente vita e quindi... e quindi giù colpi e calci volanti contro il cattivo di turno (qui uno speculatore edilizio). Si può vedere ma solo se amanti dei vari Seagal et similia!
Tra i film interpetati dal divo dalla fama effimera Van Damme, questo è decisamente uno dei peggiori. Le sequenze d'azione (talora ben realizzate) sono immerse in un catastrofico contesto di luoghi comuni e situazioni viste e "rimasticate" innumerevoli volte, così da produrre un vero senso di fastidio nello spettatore un minimo smaliziato. Involontariamente orrido.
Di azione ce ne'è ben poca: nell'incipit, speculare a quello de Il fuggitivo e nella fiacca scena madre finale. Nel mezzo una vicenda sentimental/pietosa malamente sorretta da uno script povero, di una banalità disarmante. Van Damme mantiene per tutta la durata la stessa faccia da rintronato e quando apre bocca emette solo monosillabi. Sono pochissime le occasioni in cui possa far pesare i suoi muscoli. Kieran Culkin è più irritante di suo fratello famoso, poi decaduto, Macaulay. I cattivi speculatori edilizi non spaventerebbero nemmeno dei boy-scout.
Come al solito c'è poco da vedere. Il muscoloso Jean-Claude Van Damme dal punto di vista recitativo è quello che è e il resto del cast non aiuta di certo. Il film poi ha sempre la solita soria. Penso annoi anche chi è fan del genere.
Nel ruolo di "figura paterna" sostitutiva, con quella faccia che si ritrova, il narcisista Van Damme non è molto credibile. Inoltre, il ritmo è piuttosto lento, i combattimenti sono pochini e i bad-guys non hanno mordente. Tuttavia, se non avete di meglio da fare, alcune astuzie nella fotografia, le poche sequenze d'azione e una spruzzatina di sesso rendono il film tutto sommato potabile. Chiaramente ispirato - si fa per dire - al classico western Il cavaliere della valle solitaria (Shane, 1955).
A me Van Damme piace molto e ho apprezzato il suo voler interpretare una storia lontana dai soliti schemi, con più sentimentalismi e maggiore intensità drammatica. Non mancano comunque belle scene d'azione (come quella iniziale) e, soprattutto, il combattimento finale. Harmon è un buon regista e anche i comprimari se la cavano, specialmente Levine come cattivo accoppiato ad un perfido Joss Ackland. Per i fan è un divertimento sicuro.
Action-movie con squarci ecologisti antispeculazione edilizia. Il muscoloso attore belga sciorina la sua classica interpretazione fatta di scazzottate e sparatorie, ma stavolta il risultato sembra lievemente migliore. Affascinante la Arquette, tuttavia il luogo comune è sempre in agguato.
Di arti marziali purtroppo se ne vedono sempre meno. Van Damme a questo punto della sua carriera tende infatti a diventare un attore action a tutto tondo, sulle orme dei colleghi Schwarzy, Stallone, Seagal & company. In realtà di azione ce n'è pochina, in favore di molti buoni sentimenti e di una morale già vista. In regia troviamo Harmon, promessa mancata di Hollywood dopo il folgorante esordio di The hitcher, che regala perlomeno qualche bel movimento di mdp; a colpire è più che altro la fotografia, insolitamente sopra la media del genere.
In questo film, Jean-Claude si cala nei panni dell'antieroe di turno. Evaso, vorrebbe cambiare vita e riniziare da zero e sembrerebbe abbia tutte le carte in regola per farlo. Improbabile la sceneggiatura, ultra-buonisti i risvolti. La legge morale che prende il sopravvento a discapito della libertà. Finale che vorrebbe essere strappalacrime, ma strappa risate involontarie.
Un bellissimo action con un Van Damme più attore e meno combattente, rispetto ai vari Kickboxer o Double impact. Non è un capolavoro ma si lascia guardare piacevolmente, grazie anche a una meravigliosa Arquette e ai due bimbi in stato di grazia. Ottimi i cattivi di turno e la sequenza finale, con tanto di amaro epilogo.
MEMORABILE: La scena di sesso e la bimba che dice: "Ha un grosso pene".
I fan sfegatati di Van Damme potrebbero anche non apprezzarlo troppo, dal momento che non è il solito action fracassone, ma un prodotto più incline al sentimentalismo in cui il nostro, pur interpretando un evaso, offre un'immagine più rassicurante. In realtà è proprio il parziale cambio di rotta a renderlo un film piacevole, perché i non molti combattimenti sono comunque ben girati e il buonismo di fondo non risulta mai stucchevole, come dimostra il finale consolatorio ma non troppo. Sempre graziosa la Arquette (che si mette anche a nudo), più simpatici del previsto i due bambini.
Film piacevole con il quale Van Damme ribadisce la sua bravura come attore di arti marziali, cucendosi addosso un personaggio empatico, con una certa dose di autoironia. L'attore belga sciorina per l'occasione tutta la sua bravura e la sua eleganza nelle scene d'azione ma senza infierire e soprattutto escludendo una certa dose di violenza fine a se stessa. Il film, discretamente sceneggiato, si avvale di un cast ben assortito in cui spicca la presenza del "cattivo" Ted Levine.
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