Unorthodox - Miniserie TV (2020)

Unorthodox (miniserie tv)
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/04/20 DAL BENEMERITO LOU
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Lou 11/04/20 11:52 - 1119 commenti

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Finalmente un prodotto che sa distinguersi nel panorama sconfinato delle serie tv: una sorprendente miniserie Netflix in yiddish, che racconta la fuga di una ragazza dalla comunità ebraica ultra-ortodossa di New York alla ricerca di rinascita e riscatto a Berlino. Tratto dall'autobiografia di Deborah Feldman, è un progetto coraggioso, ben realizzato e curato nei dettagli, in grado di descrivere efficacemente le anacronistiche assurdità dell'integralismo religioso. Ad interpretare la protagonista, Etsy, è Shira Haas, una rivelazione.

Bubobubo 11/04/20 15:27 - 1847 commenti

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Due innegabili pregi: la prova della protagonista Haas, chiamata a interpretare un ruolo affatto facile e lo sguardo critico sul funzionamento settario della comunità Haredi di Williamsburg, aiutato da una funzionale dislocazione narrativa lungo le quattro puntate. Compressi in un tempo relativamente limitato, tuttavia, a certi snodi (l'emancipazione sessuale di Esty, l'amore-odio con Yael, la perfida figura di Moishe-Lefkovitch) non viene garantito sufficiente spazio e certi altri (l'audizione) sono fin troppo edulcorati. Di medio livello.
MEMORABILE: Irruzione in casa di Moishe (Lefkovitch); Yanky (Rahav) chiede il divorzio.

Daraen4 23/04/20 20:59 - 102 commenti

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Prodotto che ha il pregio di essere riassunto in quattro puntate, evitando il processo di annacquamento tipico delle serie infinite attuali. Regia che sa alternare bene la mdp a mano, oggi inflazionata, alla classica e più cinematografica mdp fissa con movimenti a panoramica e carrellate. Fotografia abbastanza desaturata e pulita; montaggio e regia che lasciano spazio alla storia dai forti contenuti; sceneggiatura lodevole, capace di costruire il giusto climax per arrivare alla sequenza finale estremamente emozionante, scongiurandone la retorica. Raffinato.
MEMORABILE: "Quando sei arrivato?" "Appena in tempo per sentirti cantare".

Josephtura 22/04/20 15:58 - 188 commenti

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Come genere siamo in zona L'uomo che fuggi dal futuro. Si cerca di scappare da un ambiente che toglie ogni serenità e si cerca/trova conforto in un ambiente sconosciuto e diverso. Forse l'integrazione è troppo facile e veloce ma i flashback nella tradizione chassidica sono inquietanti, di grande e disagiato impatto emotivo e culturale. Magnifica e disorientante la protagonista ma tutto il cast è coinvolgente. La vicenda cala un po' nel finale...
MEMORABILE: La preparatrice alla prima notte di nozze. "Hai uno smartphone?" "Mi serve per lavoro, è kosher!"; La vita "ortodossa" in generale.

Kinodrop 30/04/20 21:08 - 2921 commenti

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Etsy, compressa dalle regole e dalla ritualità soffocante della comunità di ebrei ortodossi, scappa da New York a Berlino lasciandosi alle spalle un matrimonio forzato e infelice. Una serie che ha il merito di concentrare in quattro episodi, alternando con giusto ritmo attualità e flashback, le difficoltà oggettive e psicologiche di Etsy, di liberarsi da condizionamenti arcaici e crudeli. Ben descritto l'ambiente chassidico e quello dei giovani berlinesi, un po' inverosimile invece il tentativo di "carriera" musicale della fragile protagonista.
MEMORABILE: La madre di Yanky; I nuovi amici berlinesi; Il volto spaesato e triste di Etsy.

Pigro 14/05/20 10:10 - 9634 commenti

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La fuga dalla comunità ultraortodossa ha il sapore della Pesach ebraica, dall’Egitto della soffocante comunità newyorkese a una Berlino terra promessa in cui rinascere. Così la protagonista (intensa Haas) affronta la sua sofferta trasformazione dopo l’evasione da un matrimonio in cui pesano regole e aspettative. Bella miniserie, sostenuta dall’esemplarità della storia (con qualche ingenuità nella pars costruens) ma soprattutto dalla suggestione della recitazione in yiddish e dalle tradizioni descritte. Ottimo uso del flashback.

Jandileida 14/05/20 10:23 - 1560 commenti

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Buona serie che ci fa immergere nel mondo spesso nascosto dell'ebraismo chassidico newyorkese e delle sue anacronistiche, ansiogene usanze. Pregio del lavoro è sicuramente quello di risolversi in quattro agili ma intense puntate, il che fa perdonare anche qualche passaggio eccessivamente forzato, specie nell'ultima. Risulta difficile biasimare la giovane Esty per la sua fuga verso la nuova Berlino e verso la scoperta di sé e del mondo: notevole la Haas, che oscilla con una classe tra fragilità e forza. Regia pulita e giustamente senza fronzoli.

Galbo 15/06/20 18:11 - 12380 commenti

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La ribellione alle regole dell’ortodossia da parte di una giovane ebrea stremata dalla rigida osservanza in una delle più riuscite serie targate Netflix. Un prodotto curatissimo, che fa “entrare” lo spettatore nella comunità chassidica newyorchese e seguire con partecipazione crescente le vicende della protagonista e la sua emancipazione. Lo stile è quello sobrio di un documentario ricco di dettagli sociali ma anche drammaturgicamente  efficace nei continui spostamenti temporali tra passato e presente utili alla narrazione. Eccellente la prova della protagonista.

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