The hitcher 2 - Ti stavo aspettando - Film (2003)

Inutile pseudo-sequel del fantastico The Hitcher, uscito quasi 20 anni prima. Incredibilmente ritroviamo l'interprete originale del primo, C. Thomas Howell, che però esce di scena dopo soli 20 minuti. Il nuovo serial killer, che cerca di imitare il carisma del grande Rutger Hauer senza riuscirci minimamente, è l'attore Jake Busey, figlio del più noto Gary Busey (infatti i due sono praticamente identici). Il film segue la falsariga del prototipo riproponendone anche alcune scene in una sceneggiatura gratuita e pretestuosa. TV-movie di bassa lega.

Ottimo e per nulla inutile questo sequel tardivo ma ben fatto e curato nei minimi particolari (addirittura lo stesso interprete del primo film che si incastona nella storia al meglio delle sue capacità attoriali). Non è un remake a tutti gli effetti ma piuttosto una tardiva, ma per questo non ben accetta, rivisitazione di un grande film che all'epoca lasciò il segno. Curata la regia nei minimi particolari.

Sequel snaturato a cura di Mr. Capitolo-secondo Louis "Bats-man" Morneau, col clone ringiovanito di Hauer che torna a chiedere dazio al povero sopravvissuto Thomas Howell. Come nel pasticciatissimo remake del 2007, quell'evasiva e metronomica ambiguità sovrannaturale che aveva contrassegnato l'apripista harmoniano svapora sotto il fuoco incrociato di eccessi "missionimpossibilistici" ed inconsulte detonazioni cerebropatiche a carico di una sceneggiatura già martoriata ab imis. Ogni mollichina di plausibilità logica programmaticamente incenerita da un delirio lavico d'onnidemenza.

Ignobile sequel del cult anni 80. Stesso personaggio, stesso attore, ma regia molto più fiacca, che dimostra di non avere idee ricalcando la struttura del primo capitolo. Le situazioni esagerate, che hanno un tocco di assurdo insensato, fanno rabbrividire. L'autostoppista non ha un briciolo dell'inquietudine del primo film mentre le forze dell'ordine sono rappresentate in maniera patetica e fastidiosa.

Sequel di grana telefilmica di un piccolo grande cult della suspense stradale. La prima mezz'ora supera le aspettative, sia per il ritorno di C. Thomas Howell nelle vesti del traumatizzato protagonista (cui è affidato, tra l'altro, un bell’incipit ad alta tensione con twist baviano) sia per la scelta di Jake Busey come nuovo villain (che non sarà Rutger Hauer, ma in una dinamica à la Autostop rosso sangue sembra cavarsela). La seconda parte mostra la corda, facendosi ridicolmente ripetitiva (poliziotti morti a iosa) e tramutando Busey in un cattivo da cartone animato. Trascurabile.