Species 3 - Film (2004)

Terzo film della serie e terza generazione di alieni. Qui compaiono ibridi umanoidi zeppi di virus perchè mezzosangue. La nuova aliena pura (altra super modella; e ce ne sarà anche una seconda, ma ibrida) è invece immune a tutto, apprende a velocità supersonica e rigenera parti del corpo. Eccessivamente lungo, ma abbastanza splatter e con dialoghi quasi decenti (cosa tutt'altro che scontata), è però penalizzato da un finale piuttosto ridicolo. Si lascia comunque vedere, pur restando in una generale mediocrità.

Straight to video girato in alta definizione, che si avvale di buoni effetti speciali a dispetto del budget contenuto. Il regista non è l'ultimo arrivato, giacché può vantare un curriculum di tutto rispetto, ma la sceneggiatura (che qua riprende dalla conclusione del film precedente) non brilla per originalità. Le creature, pur avendo il look ideato da Giger, si differenziano leggermente: hanno fisici e silouette marcatamente femminili. L'aspetto erotico viene, leggermente amplificato grazie alla presenza della bruna Amelia Cooke. Ereditario.

Film decisamente brutto. La serie Species aveva probabilmente già detto tutto al termine del secondo capitolo perché questo terzo sembra proprio campato per aria. Idee scarse, tensione latitante, personaggi trascurabili e privi di spessore. Evitabile a meno che non soffriate d'insonnia.

Se i primi due capitoli potevano entusiasmare gli spettatori, questo terzo è un tonfo nel vuoto. Girato a basso budget (e si vede), si allontana molto come fattura dai primi due. La protagonista Sara, figlia di una creatura mutante dotata di un codice genetico perfetto, è decisa a rimpopolare la Terra, ma la sceneggiatura è risibile e il paragone con i primi due capitoli non regge. Mediocre in tutto e per tutto.

Un'aliena sotto forma di sexy bionda viene creata dopo complicate operazioni di clonazione, in cui è presente anche la componente umana che salverà capra e cavoli. Peccato per il formato TV, perché la storia non è male, con quel tanto di vena romantica che non guasta affatto.

Natasha Henstridge compare ancora ma la nuova star è Sunny Mabrey, altrettanto bella e letale; scomparso del tutto invece Madsen, il protagonista maschile stavolta è Knepper, il T-Bag di Prison break, che - intenzionato a passare alla storia - vorrebbe creare una nuova specie immortale. Più gore del capitolo precedente (la decomposizione dei mezzosangue ricorda vagamente la Mosca di Cronenberg) e sicuramente meno ispirato del capostipite, è comunque un filmetto divertente; a patto di guardarlo lontano dai pasti.