Spazio 1999 (Stagione 2) - Serie TV (1979)

Una vera delusione. La seconda stagione di Spazio 1999 non ha nulla a che vedere con la prima storica serie. Tutti gli elementi che contraddistinguevano quest'ultima (pathos, pessimismo, tensione) sembrano svaniti. Trame assurdamente goffe, banali e al limite del ridicolo. Dialoghi inverosimili e personaggi assurdi. In primis Maya: forse è proprio lei l'elemento distruttivo della serie (come faceva a trasformarsi in pastore tedesco se non ne aveva mai visto uno?). Imbarazzante. Da dimenticare. Purtroppo.

Siamo lontani dalla prima, inimitabile stagione, con puntate tutte da gustare, alcune ai limiti dell’horror. Qui non c’è più il vecchio scienziato (forse ritenuto anacronistico), ma appare, o per meglio dire, viene salvata dal suo pianeta morente, Maya, che ha la caratteristica di mutare in qualunque forma di vita. In pratica hanno formato le coppiette (comandante-dottoressa e Maya-giovane secondo del comandante). Gli episodi sono altalenanti (buone idee alternate sciocchezze). Da segnalare la sigla di coda “C’è un mostro che…”. Si può comunque vedere.

Lievemente inferiore alla prima serie, per via di episodi meno curati da un punto di vista narrativo e - spesso - impostati senza filo logico (il personaggio con corpo mutevole, Maya, ne è l'emblema). Manca inoltre, nella seconda stagione, l'elemento macabro sul quale si fonda il successo dei capitoli precedenti. Certo, sul lungo percorso della prima serie (23 episodi) è comprensibile il tentativo di percorrere strade nuove e non battute. Peccato che le stesse siano sdrucciolevoli e piene di buche.

Benchè realizzata con la solita cura tecnica, la seconda serie televisiva di Spazio 1999 presenta un vistoso calo qualitativo rispetto alla prima stagione. Per rivitalizzare il programma, gli autori introducono il personaggio centrale di Maya ma ciò non salva gli episodi dalla banalità narrativa, facendo perdere alla serie lo spessore che l' aveva contraddistinta nonchè lo spirito dark così caratterizzante visto in precedenza.

"Spazio 1999 - seconda serie", o "la serie tv con la mutante Maya" che aveva poco, o nulla a che vedere con quella precedente. Ammetto che Catherine Schell, già Bond girl all'epoca del pessimo George Lazenby, è un'affascinante marziana mutaforma, ma cosa c'entra visto che c'era già la coppia capitano Koenig/dottoressa Russell (Martin Landau e Barbara Bain)? Sacrificare il vecchio scenziato per la bella marziana si è rivelato fallimentare. In Italia gli episodi venivano divisi in due parti!

Paganini non si ripete! E così anche questa seconda serie di Spazio 1999 non riesce ad essere assolutamente all'altezza della prima. Qualche personaggio esce, qualcuno entra ma la qualità e la freschezza sono scomparse. Colpa forse di sceneggiature ormai ripetitive e che non hanno quel senso di pathos ed incertezza che invece si trovava a piene mani nella prima serie. L'introduzione della mutaforma poteva forse essere sfruttata meglio. Invece a volte sembra proprio lei la palla al piede della serie (non certo per colpa della recitazione ovviamente).

Certamente ha perso qualche colpo, rispetto alla prima serie: primo il fattore novità che è venuto meno, poi la mancanza di visionarietà. Il personaggio di Maya è azzeccato, forse una delle poche cose buone partorite dalla mente degli autori, ma la magia che caratterizzava la prima serie sembra svanita nello spazio siderale. Comunque sempre cult.

Personalmente ritengo la seconda stagione una degnissima continuità della precedente. L'arrivo di Maya, con i suoi particolarissimi poteri, rinfresca le vicende, evitando il rischio del "calo del desiderio" (della visione). Qualche cedimento evidentemente c'è, ma lo "Spazio" meno oscuro viene quasi interamente compensato da una azione intrigante e ben dotata di ritmo, con "puntatone" come quella intitolata "La Nuvola", dove il mostruoso alieno invulnerabile pare davvero inarrestabile.

Seguito più che soddisfacente della prima stagione. Subentra un nuovo personaggio, Maya, ragazza dal mutevole aspetto. Le storie sono leggermenti inferiori ma comunque di buon livello. Forse manca il tratto distintivo della prima serie, ossia la cupezza e l'angoscia di fondo.

Il tentativo di ridisegnare una serie sci-fi sostanzialmente cerebrale su canoni più americani (con l'ingresso di Fred Freiberger) non fa altro che trasformare la serie in un telefilm d'azione spaziale, sugli schemi in voga nel periodo (La fuga di Logan, Wonder Woman...) anticipando un po' ciò che saranno Galactica e serie affini. Anche le sostituzioni nel cast contribuiscono a una sostanziale caduta di livello e nonostante la presenza della bella Maya questa nuova stagione decreta il declino della serie. Solo per i cultori della serie.

Decisamente differente in molti aspetti dalla prima serie: l'impronta resta uguale ma i cambiamenti non sono tutti ben ponderati. Vi son episodi particolarmente ridicoli e lenti, altri più impegnativi. Il personaggio della bellissima Maya mutaforma, del pianeta Psycon, pare il simpatico e inevitabile "equivalente" del dr. Spock. Non poche le sviste narrative e tecniche, ma si lascia seguire con coinvolgimento. Continua il viaggio errabondo della Luna, mentre gli Alphani s'incontrano e scontrano con varie civiltà cosmiche. Malinconico.

I mezzi finanziari scarseggiano e al fianco di Gerry Anderson rimasto solo arriva alla produzione Freiberger, che già aveva lavorato all'ultima serie di Star Trek. Alcuni personaggi chiave come Bergman, Morrow e Kano spariscono senza spiegazione, sostituiti dagli evitabili Maya e Verdeschi. Vi è più azione, ma le trame sono spesso inverosimili, mentre l'atmosfera seriosa della prima serie diventa molto più frivola. Se non fossimo nello spazio, si potrebbe pensare a una qualsiasi sit-com, con battute sciocche e amorazzi sparsi.