Quelli della pallottola spuntata: 1. Un conto in sospeso - Film (1982)

Ottimo esordio per la mini-serie di sole 6 puntate che diede origine ai film de Una pallottola spuntata. Troviamo dunque il tenente Frank Drebin ed il suo capo interpretato dall'ottimo A. North (mentre nei film il personaggio passò a G. Kennedy). La storia segue un bizzarro doppio omicidio, tra splendide gag visive e battute a doppio senso difficilmente traducibili (l'interrogatorio di Sally, tutto giocato sul nome dell'uomo assassinato, tale Ralph Twice) e riferimenti a personaggi tv USA da noi poco noti. Anche così, comunque, è divertentissimo.

Splendido debutto di una serie che non ebbe molta fortuna, purtroppo, dato che fu chiusa dopo sei soli episodi prodotti. È un peccato perché questa prima puntata, tutta giocata su giochi verbali e gag visive, è qualcosa di indimenticabile, resa ancora più superba, da noi, da un doppiaggio eccezionale. Leslie Nielsen nel ruolo del tenente Frank Drebin entra di prepotenza nella lunga galleria dei personaggi comici di ogni tempo. Splendidi anche gli altri, Alan North in testa.

Il primo episodio è bello, niente da dire; tuttavia, guardandolo sotto il punto di vista del serial tv, si nota che i tempi comici perdono molto della qualità di quello che sarà il film. Molti sono gli spunti che verrano, poi, adoperati nella fortunata Pallottola spuntata, ma a differenza del film qui c'è un maggior utilizzo di giochi di parole e battute che difficilmente possono venir a pieno comprese senza una conoscenza ottima degli Stati Uniti. Sicuramente vale molto di più in lingua originale. Ad ogni modo delizioso. Manca Kennedy!

In rarissimi casi, almeno a quei tempi, l'umorismo fu piu rivoluzionario: smorfie in ralenti della gente uccisa, barelle lunghissime e battute confuse sui cognomi di persone coinvolte nel caso. Carico di dettagli bizzarri come i clienti del dentista o Colosseo e Torre di Pisa sullo sfondo; poi indimenticabili il collega altissimo e il solito informatore che sa tutto. Gag riutilizzate, ma che condiscono in modo frizzante una trama semplicissima, con una comicità anti-logica che non sbaglia mai un colpo.

Si avvicina al livello del film, pur non raggiungendone le incredibili vette comico-demenziali. Comunque, bisogna dire che si ride e si ridacchia, grazie a Leslie (sputacchiante dal dentista), ma anche a chi gli fa da contorno (il lustrascarpe tuttologo; il moribondo che prima di schiattare timbra un foglio e lo mette nella cassettiera; il manovale colpito che fa delle facce assurde; lo scienziato alle prese con pistole e vhs...). Il botta e risposta tra Leslie, collega e assassina su chi a sparato a chi è quasi da lacrime agli occhi). Un grande esempio di comicità semplice, ma diretta.

Un esempio di pura comicità demenziale in cui praticamente ci sono sempre gag, battute verbali o visive. Le più riuscite in questa puntata di mezz'ora scarsa sono quelle in secondo piano: come non citare la torre di Pisa messa alla finestra, la barella infinita o i "requisiti" richiesti dal cassiere. Epico l'interrogatorio a casa con Nielsen che se esce con un "Se suo marito fosse morto prima, non saremmo venuti". Non riuscitissimo l'equivoco sul cognome DuVolt, ma siamo a ottimi livelli d'umorismo. La trama ovviamente scordatevela. Notevole.

Un duplice omicidio deve essere risolto e chi se non Frank Drebin può riuscire a scovare il colpevole? Qui si vedono benissimo quelle che saranno le gag che faranno impazzire milioni di persone nella trilogia della Pallottola spuntata. Inizio della serie tv scoppiettante, un fulmine a ciel sereno che cambia proprio il modo di fare e vivere la comicità. Da non perdere.

Geniale è dir poco. Una valanga di comicità nonsense che travolge lo spettatore a partire dalla sigla, con la presentazione epica della voce fuori campo, fino ai titoli di coda, con il finto fermo immagine. Non dà tregua e molte idee di questa puntata verranno poi riprese per la trilogia di film (la sparatoria ravvicinata, il poliziotto altissimo, il colosseo a Little Italy, etc...). Incomprensibile come la ABC possa aver chiuso questa serie dopo soli 6 episodi.

Prove tecniche per il temperalapis che spunterà la pallottola: in 24’ il trio Zaz sbriglia la quintessenza della propria araldica umoristica: incastri a raffica di calembour marxisti, banali formule lessicali rese visivamente letterali, sovvertimento e scherno dei più stantii stereotipi dei generi, parodie dei classici, in un defilé di folgorante comicità che non bada a moduli e stilemi (dalla boutade raffinata al greve guizzo demenziale, dalla più puerile freddura al più genialoide paraprosdokian , dalla più sciocca gag al non sequitur stravolgente). Si ride, e tutt’altro che a denti stretti.

Primo episodio di una serie comico demenziale da cui è scaturita la trilogia della Pallottola spuntata. Troviamo già Leslie Nielsen in gran forma (solo a guardare le sue espressioni viene da ridere) e assolutamente nato per il ruolo. Cito come momenti migliore l'interrogatorio della sospettata (una volta; duvolt ecc.) a cui seguono a ruota il test balistico contro le videocassette e la scena dal dentista. E tutto questo in soli 25 minuti. In sostanza un vero spasso!

Debutto televisivo del tenente Drebin che già anticipa il carattere e l'umorismo che ritroveremo nei film. A dirla tutta la formula appare ancora embrionale e perfettibile, per via di un ritmo che non definirei proprio senza tregua (e che oggi appare perfino lento), ma soprattutto a causa di una regìa statica che privilegia i giochi di parole alle gag slapstick e di un adattamento in italiano a tratti carente, che non sempre riesce a tradurre felicemente. Comunque notevole, ma appena uno schizzo che anticipa la preparazione di un capolavoro.

Primo passo di una serie geniale che ha fatto epoca, prima in TV, poi al cinema. Qualche meccanismo è ancora da rodare ma l'esplosiva comicità degli autori che prendono bellamente in giro i telefilm polizieschi si vede tutta. La breve durata garantisce un ritmo forsennato e alcune gag cicliche (il parcheggio sbagliato) sono ormai nella storia del cinema comico. Bellissimi i giochi di parole, da gustarsi possibilmente in lingua originale. Una pietra miliare, da vedere e rivedere senza che perda la sua devastante vis comica. Consigliatissimo!

L'episodio che ha avuto il grande merito di lanciare nel piccolo schermo la geniale figura del tenente Drebin (un Nielsen incredibilmente spassoso nel generare ilarità pur recitando con fare serioso), che avrebbe poi spopolato anche al cinema. Complice la breve durata è impossibile annoiarsi, anche perché fra gag verbali e non verbali (occhio ai particolari!) ce n'è davvero di tutti i colori e si ride a profusione (la sparatoria finale, per esempio, è stata riciclata nel secondo film). Perfetto esempio di quanto, molto spesso, possa servire davvero poco per divertire molto. Ottimo!