Perde la coltre da fiaba nera del prototipo, ma ha un incipit (virato in bianco e nero) di inaspettata ferocia e crudeltà , dove salta fuori il regista del
Villaggio delle streghe (soprattutto nell'episodio dei ragazzini assassini durante la guerra di secessione) in una specie di
Elephant man virato in southern gothic
stand by me, che non sfigurerebbe nelle pagine scritte da Jack Ketchum.
La casa della strega cieca (poi data alle fiamme) che pare consulti il Necronomicon, che, poi, entrerà in coma stile
Patrick, entrando in simbiosi con Pumpkinhead, è una buona idea di sceneggiatura (non rimane nessuno dei nomi coinvolti nel capostipite winstoniano, anche perchè sono passati ben cinque anni) che però viene meno rispetto alla sete di vendetta (e alla ritualità per evocare il demone "testa di zucca") messo in atto da Winston.
Nel reparto SXF il trio KNB crea un Pumpkinhead più ferino e feroce (non dissimile dai demoni deformi della
Casa 2 raiminiana), dagli occhi bianchi e dalle fatezze più repellenti (ma che sottrae la suggestione ancestrale winstoniana) e Burr spinge più sul pedale del gore (corpi fatti a pezzi nella stalla, due fidanzatini infilzati alla
Reazione a catena-o come nel secondo
Venerdì 13- e poi sbattuti contro un'albero, teste strappate e gettate via, galline che beccano occhi, qualche sprizzo di sangue sulle pareti).
Poi i soliti teenager insopportabili puramente anni 90, con figlie ribelli e ragazzotti non propiamente per bene, il classico meccanismo slasheristico tipico dell'horror usa e getta.
Nel cast apparizioni di culto , Kane Hodder come massiccio redneck e Linnea Quigley (che naturalmente mostra le tette) zoccoleggia in una gratuita scena di sesso con il Leatherface di
Non aprite quella porta 3La magia (e la novità) scema, ma Burr piazza un finale ad effetto mostrando un'inusuale massacro ai danni di Pumpkinhead, fatto a pezzi a fucilate da un gruppo di belluini giustizialisti, parenti, non poi troppo alla lontana, dai vigilantes delle famose notti romeriane, con toccante chiusa sul camioncino dei pompieri tanto amato dal deforme Tommy.
Come sequel ha il suo perchè, inferiore all'originale ma comunque godibile, anche grazie alla regia di uno specialista di continuity come Burr e all'ottimo commento musicale di Jim Manzie.
Burr, come sempre, scontento del risultato finale a causa degli interventi della produzione, di un budget striminzito e di tempi di lavoro ristrettissimi.
Più che soddisfacente il blu ray spagnolo (con il titolo
Pacto de sangre 2-La maldicion de la bruia), che altro non è che il bootleg di quello stampato dalla South Factory.