Maelstrom - Il figlio dell'Altrove - Film (2001)

Maelstrom - Il figlio dell'Altrove
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MMJ Davinotti jr
Anno: 2001
Genere: horror (colore)
Note: Sequel di "L'altrove". Sempre da H.P. Lovecraft Aka "Unknown beyond".
APPROFONDIMENTI: intervista a Ivan Zuccon

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ivan Zuccon torna a ispirarsi al Necronomicon di Lovecraft per questo seguito dell'ALTROVE, film attraverso il quale era riuscito a mettere in mostra un discreto talento per l'horror. Con MAELSTROM il regista replica la medesima formula (occupandosi nuovamente anche di montaggio fotografia) perdendosi però questa volta in un caos eccessivo che fa sembrare il suo film un semplice accostamento di scene spaventevoli messa in fila senza una vera logica. Grazie ad antiche pergamene il protagonista (lo stesso dell’ALTROVE) pare aver scoperto dove è nascosto il Necronomicon e ne parte alla ricerca....Leggi tutto Non prima di aver tuttavia trascorso metà film in un cunicolo dove le forze dell'Altrove si scatenano tra morti viventi, possessioni diaboliche, parti demoniaci (il titolo e ha pure avere una giustificazione, no?). Prese singolarmente, molte scene possiedono un indubbio fascino visivo (grazie soprattutto all'ottimo lavoro sulla fotografia), ma poi tra recitazione modesta, dialoghi terribili, un bulletto che si autoproclama figlio dell'Altrove a sua volta, continui riferimenti agli Antichi (che avrebbero creato l'uomo per schiavizzarlo) e altre amenità, il film sprofonda nella noia senza che più nulla possa essere fatto per rianimarlo. Lovecraft non è mai stato l'autore più adatto ad essere portato al cinema e Zuccon pare riconfermarlo (suo malgrado). L’ALTROVE, pur con i suoi difetti, era parso meno ingenuo di questo pseudo-sequel che parte subito in quarta per non arrivare da nessuna parte. Sangue ce n'è in abbondanza, ma si confonde nel grigiore generale e, tra tanto fumo negli occhi, nemmeno si riesce a notarlo.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/10/06 DAL BENEMERITO GREYMOUSER
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Greymouser 14/06/10 21:29 - 1458 commenti

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Quando non si hanno mezzi e non si hanno attori, ci vorrebbe molta fantasia e una buona storia. Zuccon è bravo nelle riprese, ma non possiede l'una e non azzecca mai l'altra. La sua ispirazione lovecraftiana è vaga e fumosa, fatta di citazioni estemporanee, e non realmente vissuta ed espressa. La sua velleità autoriale, in mancanza di uno straccio di idea-forza, riesce solo a provocare irritazione, che è l'unico stato d'animo che lo spettatore prova, oltre alla noia più mortale, quella sì spaventosa...

Ryo 3/03/12 02:24 - 2169 commenti

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Se L'altrove era un film (se pur amatoriale) promettente, questo sequel parte con buoni spunti perdendoli lungo il percorso. La trama ha troppi elementi di contorno che lo rendono eccessivo e poco scorrevole. Degni di nota la stupenda fotografia, le musiche e gli effetti splatter.

Kazanian 10/11/12 15:14 - 48 commenti

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Sequel dell'opera prima L'altrove, interpretato dal bellissimo e bravissimo Michael Segal e dall'altrettanto valido Emanuele Cerman. Nonostante l'evidente carenza di mezzi, il piglio del regista appare valido e sicuro, l'atmosfera non è male ed è apprezzabile il fatto di non aver voluto calcare troppo la mano sulla realizzazione degli omicidi. Promosso.

Bergelmir 1/05/16 18:21 - 160 commenti

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Sèguito de L’Altrove, di cui mantiene stile ed estetica. Ora si tratta di un horror bellico dalla trama sfuggente e con ancor meno affinità lovecraftiane del predecessore (il Necronomicon diviene addirittura un simbolo positivo che libera l’umanità dagli Antichi). Vediamo un'altra prova artigianale di Zuccon che, pur possedendo una sceneggiatura migliore e una maggiore coerenza interna, tuttavia conferma i difetti già presenti nel primo episodio.

Hackett 3/11/16 07:44 - 1865 commenti

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Il secondo film di Zuccon è ancora intriso delle atmosfere e delle suggestioni che ispiravano la sua opera d'esordio. Le citazioni dei lavori di Lovecraft diventeranno quasi una costante nel suo cinema ma anche film come La casa sembrano aver ispirato alcune sequenze, come quella dello stupro. La sceneggiatura zoppica e appare sfilacciata ma la regia, la fotografia e la cura nella messa in scena lasciano già capire l'abilità di un regista che andrà via via affinandosi. Efficaci le musiche in stile anni '80.

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