A liar's autobiography: The untrue story of Monty Python's Graham Chapman - Film d'animazione (2012)

Il film rielabora alcune parti dell'autobiografia scritta (molto tempo prima) dall'oggi defunto Graham Chapman e le monta servendosi della voce di Chapman stesso (che l'aveva registrata ai tempi del libro), aggiungedovi poi quelle degli altri Monty Python quasi al completo (manca Eric Idle, che compare solo nel materiale d'archivio). Un'operazione curiosa, in stile Python, la cui maggiore particolarità sta però nel fatto che i diversi spezzoni sono realizzati con tecniche di animazione diversissime l'una dall'altra, dando vita a un folle cartone animato interrotto qua e là da rarissimi momenti in cui si passa a filmati di repertorio interpolati nei disegni o semplicemente montati tra uno sketch e...Leggi tutto l'altro. Il filo conduttore è, come immaginabile, la vita di Graham Chapman, raccontata con meno concessioni alla fantasia di quanto si sarebbe portati a pensare leggendo il titolo. Certo, le esagerazioni sono la norma (come vuole lo stile del gruppo), ma dietro la patina di surrealismo non è difficile intravedere quelli che sono stati i momenti importanti nella vita dell'attore: dagli studi di medicina a Cambridge all'incontro col suo compagno David Sherlock a Ibiza, dalla decisione di fare (tra i primi) coming-out rivelando la propria omosessualità fino ai dissidi con gli altri Python, dal viaggio in Nuova Zelanda ai seri problemi avuti con l'alcol. Un vero film biografico insomma, pur se rivisto in chiave spesso comica e stravolto dalle libertà che solo l'animazione può concedere. Non è detto che piaccia ai patiti del gruppo perché, pur mantenendo indubbiamente un approccio disincantato e geniale, allo stesso tempo in molte parti non convince del tutto (si veda la parentesi con Freud, doppiato da Cameron Diaz!). E' però talmente affascinante scoprire in un unico film tante possibilità diverse nell'utilizzare l'animazione che riesce comunque difficile considerarla un'opera inutile o da prendere sottogamba. Se poi a questo si aggiunge l'inconfondibile tocco di chi sa utilizzare l'umorismo in modo assolutamente personale, non si potrà che convenire sull'unicità del tutto, chiuso dal celebre discorso (solo apparentemente offensivo) pronunciato da John Cleese al funerale di Chapman nel 1989.

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